Scappare fu più difficile del previsto: Hobi ricordava perfettamente la strada che vi divideva dalla salvezza – ovvero il portone d'entrata – ma non sembrava aver calcolato la grande quantità di guardie. Per fortuna, però, sembravate essere in vantaggio: non c'era nessuno dietro di voi.
Volaste il più veloce possibile in quel lungo corridoio, così infinito nella sua austera oscurità. Sul fondo, però, riuscivate a scorgere la luce.
«Per di qua, veloci!» aveva urlato Hoseok, indicando la grande porta d'ingresso che avevate visto poche ore prima, quando quel piccolo servo-goblin aveva fatto la sua comparsa per scortarvi all'interno del salone da ballo.
Salvi, o quasi.
Hoseok vi lasciò qualche secondo di vantaggio, il tempo necessario per smuovere dalla loro posizione due statue poste ai margini del grande corridoio. Una raffigurava una donna, probabilmente una vergine umana, con in mano un'arpa, mentre l'altra era una coppia di amanti abbracciati. I due avevano delle grandi ali dietro la schiena - simbolo del fatto che erano entrambi fatati; uno dei due, la figura più piccola, aveva in mano un pugnale.
Tuo cugino le gettò a terra, facendo peso sulle gambe e le braccia: la prima si frantumò in un secondo, in una miriade di pezzi di marmo bianco che andarono a riversarsi sul tappetto scuro. Per la seconda, invece, ci volle più tempo.
Si riversò a terra e si ruppe in tre pezzi soltanto: la testa di marmo dell'uomo rotolò in avanti come una palla da gioco. Lì, tinta d'oscurità, quell'immagine ti sembrò improvvisamente raccapricciante.
«Hoseok, avanti!», urlò suo fratello Seok-jin, fermandosi sulla soglia della porta, «Non perdere tempo, corri!»
Rimanesti immobile, scendendo con i piedi a terra davanti ai due ragazzi, lo strascico della tua tunica tornò a toccare il terreno. Potevi leggere la paura negli occhi di Jin.
Paura che Hobi, testardo com'era, potesse non farcela. Paura che, forse, era proprio ciò che voleva fare: restare indietro per lasciarvi fuggire, per portare in salvo te, l'erede al trono Seelie.
Era tutta colpa tua, solo colpa tua e quella convinzione ti chiuse in una morsa la gola.
Non riuscivi a respirare.
«Hobi, ti prego! Muoviti!» urlasti nella sua direzione, correndo in avanti e superando Seok-jin. Hoseok strabuzzò gli occhi nel momento in cui la tua mano tirò la sua, trascinandolo verso l'uscita di quell'incubo che tu stesso avevi creato.
Il ragazzo annuì con la testa, dandoti retta. Non c'era più traccia di vino nei suoi occhi, ora erano seri più che mai, ricolmi soltanto di adrenalina. Doveva darti retta, restare ancora in quel palazzo un minuto di più avrebbe portato alla morte di tutti.
Correste verso il portone d'entrata, superandolo e mettendovi in volo una volta varcata la soglia; volare avrebbe sicuramente accelerato i tempi.
Non vi restava che nascondervi nel bosco.
***
Quei minuti di attesa ti sembrarono infiniti. Tutto nel bosco taceva, riuscivi a sentire unicamente i passi serrati delle guardie reali, arrivati fin lì a stanarvi per regalare vittoriosi la vostra testa al re Unseelie. Essere scoperti vi avrebbe portato sicuramente alla morte quindi rimanere nascosti sembrava la scelta più saggia – meglio ancora del tornare a casa. Ti eri rintanato dietro una quercia alta, aiutato dal buio della flora; i tuoi cugini, invece, avevano preferito celarsi in un fosso poco dietro di te. Quell'albero doveva avere più di cent'anni.
"Cento anni sono un sacco di tempo", meditasti, cercando di schermare la tua mente da ogni cosa negativa; pensare a quanto quella situazione fosse pericolosa non avrebbe fatto altro che peggiorarla. Dovevi concentrarti su altro per non cadere preda dell'angoscia.
STAI LEGGENDO
𝔹𝕝𝕠𝕠𝕕 & 𝔾𝕠𝕝𝕕 {jikook au}
Fiksi Penggemar"Fin dove ti spingeresti per amore? Saresti in grado di sfidare anche la tua famiglia pur di restare accanto alla tua anima gemella?" Fin dalla notte dei tempi, a tenere le redini del Mondo Fatato sono due corti: la Seelie, il regno della Luce, popo...