Central Park

66 4 1
                                    

"Avevo questo sapore di lampone che non mi lasciava la bocca, 

come la tua del resto..." 

Sto correndo quando queste parole mi vengono in mente e penso a come posso continuare, ma ci penserò più tardi, ora voglio correre e farmi trasportare dalla musica. 

Osservo Central Park, a  come questo grande parco sia nascosto negli alti e numerosi grattacieli di New York, è uno dei miei posti preferiti, soprattutto perché qui, un paio di anni fa, ho incontrato il mio migliore amico Elio. 

A proposito, a quest'ora dovrebbe già strillare al telefono come una ragazzina e raccontarmi di qualche sua storiella, anzi, avventura con qualche bel maschione. Immediatamente la musica si ferma, preannuciandomi la sua chiamata.

....parli del diavolo ed eccolo qua...

«Allora come sta la mia puttanella preferita, nonché la mia migliore amica?» Ma non faccio in tempo a rispondere che aggiunge:
«vabbe' non mi interessa, devo raccontarti un mucchio di cose, tra quanto arrivi?»

Dò un'occhiata all'orologio e gli rispondo che tra circa 10 minuti finisco la mia corsa e lo raggiungerò.

«Bene perfetto, ti preparo il solito  tesoro?»

«E me lo chiedi? assolutamente si!come mi conosci bene!» gli rispondo ridendo e riattaccando la chiamata. 

Faccio ripartire la musica, mi guardo intorno e prendendo un respiro profondo ricomincio a correre per raggiungere Elio al suo posto di lavoro, una piccola caffetteria vicino al parco. 

Adoro New York, sono  molto fortunata a poter vivere qui, ti offre molte possibilità di lavoro, la gente però non è così amichevole delle volte...

Mi guardo intorno e vedo famiglie, bambini, c'è chi corre come me, chi va in skate, chi legge e una scena mi colpisce particolarmente: una bambina dai capelli biondi, o meglio, ramati, corre felice verso il suo papà che la accoglie tra le sue braccia e la fa volare, facendola ridere ancora di più. Non sono una grande appassionata di bambini, cioè nel senso, non sono una di quelle ragazze che appena vede un bel bambino, impazzisce...io lo faccio con i cani questo.

Ma ammetto, che, oltre alla bellezza di quella bambina, tanto mi aveva colpito il suo sorriso, non perfetto, ma sincero e innocente, quello del padre invece, evidenziava il suo orgoglio e la sua gioia. Ci ripenso su con malinconia e continuo a correre. 

Inizio ad avere il fiato corto così mi riposo per qualche minuto fermandomi accanto ad una panchina vuota e inizio a fare qualche allungamento. 

Dopo un po' però, mi sento osservata e con molta curiosità mi guardo attorno, confermando infatti il mio dubbio.

E' proprio lì, a qualche metro di distanza, disteso sul prato. Indossa una giacca nera, una maglietta bianca e dei pantaloni neri, ha un paio di occhiali di sole sul colletto e in mano un libricino, o forse un quaderno, da qui non capisco bene cosa possa essere.

Incrociamo i nostri sguardi e non mi sono mai sentita così vulnerabile  e spogliata  sotto lo sguardo di qualcuno, soprattutto di uno sconosciuto. 


Credo di essere arrossita, ma non distolgo lo sguardo per non interrompere quel mescolarsi d'occhi, anche lui arrossisce e distoglie lo sguardo sorridendo, ma ritorna a guardarmi, questa volta però parte dal basso ed "esplora" tutto il mio corpo, facendomi venire dei brividi lungo la schiena.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 11, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Come le stelle, brilliamo |SM|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora