La morte ci ha uniti

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Non si aspettava che oltre agli RS900 avrebbero scelto anche lui. Gli RS900 erano stati creati per questo, come lui era stato creato per investigare. Era compito loro partecipare alle retate, non suo, come non era compito di Gavin. Non bastava dare un completo della swat a un agente di polizia per renderlo tale.

Erano stati loro due ad aver versato sangue, sudore e notti in bianco per stanare i commercianti di red ice. Era a loro due che avevano ordinato di andare in prima linea insieme alla swat. Erano loro due che sapevano come sarebbe stato meglio agire, ma non li avevano ascoltati quando avevano detto che agire così impulsivamente sarebbe stata una sciocchezza.

Era già stato deciso, loro due non avevano voce in capitolo.

Ora erano lì. Pronti a entrare nell'edificio. Pronti a essere divisi in quel dannato edificio diviso in due parti.

Lui, insieme agli altri androidi, sarebbe andato nella zona frontale, quella più pericolosa. A quanto pare, nonostante il fatto che loro fossero più inesperti rispetto agli umani, li consideravano più adatti perché più forti. Per far fronte a questa mancanza, avevano ordinato al Capitano Allen di dividersi dai suoi uomini per coordinare gli androidi. Lui era stato riluttante, ma aveva accettato solo perché si fidava ciecamente del suo secondo in comando, Collins.

Sentiva i passi lenti e ritmici di tutti gli RS900 e dei soldati del Capitano Allen, inudibili a un orecchio umano.

Non voleva che Gavin si trovasse in una situazione così pericolosa.

Il capitano Allen fece il segno di divisione. Era il momento.

I due gruppi si divisero.

Ti prego, non fare l'eroe.

Gavin si sentiva goffo, era stato un soldato, ma non aveva mai fatto azioni del genere e trovarsi in mezzo a questi professionisti lo metteva in panico da prestazione. Si appostarono nella zona prestabilita.

"Ora" Gracchiò la radiolina di Collins.

Avanzarono velocemente verso l'entrata posteriore dell'edificio e non trovarono nessuno. Devono essere dentro. Sentirono degli spari. Avanzarono, sicuri del fatto che nella parte frontale si stesse scatenando l'inferno. Appena entrati erano certi che avrebbero trovato uomini pronti a sparare, ma non ci fu nessuno. Avanzarono per raggiungere la porta che li conduceva al corpo principale dell'edificio. Cosa...?

"Gas!" Riuscì a dirlo, ma non fecero in tempo ad agire. L'esplosione li assordò. Il soffitto crollò su di loro.

Fuoco... Tanto, fuoco...

Tossì, il fumo gli stava riempendo i polmoni. La maschera si era rotta, ma sicuramente gli aveva salvato la vita... Poteva essere il suo cranio ad avere una frattura così.

Dove...? Era sotto a un pilastro, ma era riuscito a cadere su altre macerie e lasciargli un piccolo spazio. Forse sarebbe riuscito a scivolare fuori... Ma doveva trovare qualcosa per coprirsi il naso. Prese il coltellino svizzero che gli aveva regalato Conan 'Così tutte le volte che avrai bisogno di me io ci sarò' Aveva ragione. Anche se a fatica riuscì a tagliarsi e sfilarsi la maglietta da sotto il giubbotto antiproiettile. Rimise a posto il coltellino svizzero e si premette la maglietta contro il naso, iniziando a scivolare fuori dalle macerie.

Era molto stretto... Non riusciva a respirare. Finalmente riuscì a uscire e vide il mondo bruciare.

"Gavin, cazzo... Aiutami" Gavin si girò e vide Collins con un braccio completamente sotto a un pezzo di soffitto.

Gavin andò subito da lui "Al mio tre sfili" L'altro annuì con una smorfia di dolore. Gavin lanciò a Collins il pezzo di stoffa che prima aveva in mano e si piegò per alzare il macigno "Uno, due, tre!" Usò tutta la sua forza e riuscì a dare a Collins abbastanza spazio per sfilare il braccio.

Mille e un reed900 One shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora