Conor
Mi svegliai alle prime luci dell'alba. Si sentiva il frigolio dei carboni ancora caldi a contatto con l'acqua fresca, e prima di potermene accorgere avevo i polmoni pieni di fumo e mi ritrovai a tossire. Mi alzai e Marlene stava svegliando con una leggera bussatina gli altri ragazzi. Aveva i capelli di un color porpora/violaceo molto bello, ma non penso sia un colore legato a una bella emozione.
Mi girai a guardare il sole che si alzava lentamente sopra le alte cime dei pini. "È bellissimo vero?". "si è molto bello, sbrighiamoci così prima arriviamo prima finirà tutto questo." disse lei burbera. Io non feci altro che sospirare e sentire dei passi che prestavano l'erba umida di rugiada. "dalle tempo, sicuramente non voleva risponderti così" disse Luke con le mani nelle tasche della tuta. "mh, si." "ANDIAMO SCANSA FATICHE?!" ci chiamò Marlene. "Arriviamo!" disse Luke girandosi. Mi girai anch'io e gli presi il braccio. "Perché non me lhai detto? Che avevo dei poteri, e anche tu." restò un po in silenzio, poi rispose " non eri pronto, e meno cose sapevi meglio era per te." "dicono tutti così, sempre." dico mollandolo e andando verso gli altri due che aspettavano, Marlene batteva furiosa il piede sinistro a terra e Josh bhe, guardava e basta.
Ci innoltrammo nella foresta e verso mezzogiorno arrivammo a una casetta abbandonata, con il tetto marcio e senza vetri alle finestre. "Questo sarebbe il Quartier Generale?" "si" dissero tutti e tre in coro, chi ocn entusiasmo, chi con meno.
"Forza entra." mi disse fredda Marlene scostando dalla porta un telo grigio/beige.
Io non ribattei e entrai.
L'interno era assolutamente diverso dall'entrata. Le pareti e il pavimento erano ricoperte da mattonelle bianche e al soffitto prendevano moderne lampade anch'esse bianche. Al fondo del lungo corridoio c'era una porta in alluminio grigio. Mi guardai in torno per un po e mi scappò un "wow" "aspetta di vedere il resto" dice Josh facendomi l'occhiolino. Marlene estrasse dalla maglia una collana con una chiave. E la mise nella toppa. La girò tre volte e abbassò la maniglia. Rimasi lì, a contemplare l'enorme stanza fatta di legno, guardai in alto e una trave lo attraversava. Era lì stesso tetto che voleva fare la mamma se non abitassimo in un condominio. Una sensazione di nostalgia mi chiuse lo stomaco e per poco non sentii Marlene incitarmi freddamente di andare avanti.
Appena si chiuse la porta alle spalle mi incitò di seguirla, dall'altra parte della stanza c'era una porta di legno e alla nostra sinistra c'era una vetrata che faceva vedere il giardino fuori. Continuano a camminare finché, in un corridoio dalle mura bianche e dalle mattonelle marroncine, qualcuno di buttò su Marlene e caddero tutte e due a terra. "Oh Lene mi sei mancata tanto!" disse la ragazza che la stava stritolando. "Mi sei mancata anche tu, troppo" quando si rialzarono riuscii a vedere l'altra ragazza. Aveva i capelli bianchi corti con una rasatura dal lato destro, penso anche su quello sinistro, anche la pelle era bianca, e gli occhi molto chiari. Penso sia una ragazza albina perché non si vedeva null'altro di 'colorato' nemmeno le sopracciglia o le ciglia. "Lene perché i tuoi capelli sono così? Non sei felice?" lei non rispose e la ragazza non insistette. "ehm.. Dov'è Erik?" si vedeva lontano un chilometro che la motaforna cercava di non piangere e piano piano scosse la testa. "Oh, vieni qui" disse abbracciandola. Fu lì che notai che Marlane è davvero molto bassa. A me non arriva nemmeno alla spalla. Finalmente la ragazza albina mi notò. "Lhai trovato vedo." disse staccandosi. Marlene ora aveva i capelli viola, ma ancora con un accento di rosso.
"Piacere sono Jasmin so dominare l'acqua" " Conor, veggente " mi sorrise, poi si rivolse di nuovo all'amica. "È un bel ragazzo eh?" disse dandole una gomitata, Marlene aggrottò la fronte e l'altra continuò "quando hai finito vieni in camera, ti devo parlare" disse lasciandoci e facendole un occhiolino. Lei abbasso lo sguardo a sorrise squotendo la testa. Mi si scaldò il cuore vedendola sorridere di nuovo, ma durò poco " Andiamo" disse sorpassandomi. Arrivammo a una porta di finto legno. Entrammo nella stanza e dietro una scrivania più o meno al centro c'era un uomo più o meno sui trent'anni, dalle sembianze sembrava un turco. Statura media, pelle olivastra un po scura e capelli e barba nera. "Conor immagino?" "si signore" "chiamami Jack. Marlene, ho ricevuto la tua colomba, mi dispiace ma dobbiamo continuare" " lo so Jack, lo so" disse sospirando. "ti ringrazio del favore che mi hai fatto. Puoi andare." "arrivederci" disse abbassando leggermente il capo e uscendo dalla porta. "Siediti, immagino avrai molte domande" " non sa quante sign-ehm Jack" dico sedendomi. "iniziamo allora" " Perché io?" chiesi, forse è la domanda che darebbero tutti, ma non mi importa
Marlene
Ritrono camminando lentamente in stanza, dove mi aspetta Jasmin. Mi salutano in parecchi ma io non ricambio, sono talmente assorta tra i miei pensieri che vado a sbattere più volte contro le persone che mi circondano, esco dal corridoio e giro verso le scale, salgo tirandomi su dal corrimano: quasi le mie gambe non volessero camminare.
Dopo un po arrivo in camera, l'ultima nel corridoio che va verso sinistra al terzo piano. Apro la porta ma non c'è nessuno così decido di andare a riflettere nella terrazzina dell'ultima porta. Mi metti nel mio angolo e guardo il panorama, nonostante lo vedessi da tempo noto che c'è sempre qualcosa di nuovo, una casa in costruzione ecc..
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L'anima Perduta
FantasíaConor è un ragazzo alto, con muscoli ben scolpiti, ma un disastro a scuola e con le ragazze. Lui non sa niente dei suoi poteri, finché qualcosa non arriverà all'improvviso vicino al viale dell'entrata della scuola che cambierà per sempre il suo mod...