I hate my boss

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Bakugou era appena salito in camera per prendersi il cambio, dopo una sessione di allenamento nella piccola palestra che si era attrezzato in casa.
Controllava ogni secondo il cellulare per vedere se arrivava qualche mail di annuncio di lavoro.
Contabile neo laureato e con un Master in Marketing, si era messo subito a cercare lavoro dopo aver preso l'ultimo pezzo di carta, ma dopo ben tre mesi, nessuno lo aveva ancora contattato.
Eppure era uscito con il massimo dei voti.
Aveva stilato un elenco di tutte le aziende più importanti e aveva mandato loro ben dieci curriculum ad ognuna per evitare di essere scartato, ma a quanto pare il suo metodo era stato un fallimento.
Aveva anche pensato che erano sotto la pausa estiva e che alla riapertura della normale attività lavorativa avrebbe ricevuto una dannatissima risposta, ma dopo un paio di settimane ancora niente.
Come potevano scartarlo? Era stato in assoluto il migliore del corso!
"Non avrai problemi a trovare lavoro." gli avevano persino detto, ma non era stato così.
Ah ma non si sarebbe mica arreso, lui.
Setacciava gli annunci quotidianamente, scartando sin da subito le aziende piccole o che offrivano lavori part-time.
Non facevano a caso suo: lui sapeva di essere da multinazionale.
Sicuramente l'orgoglio e la voglia di aspirare a posizioni elevate non gli mancavano.
Dopo la doccia si mise un semplice bermuda e posò l'asciugamano intorno al collo, onde evitare che i capelli color grano gocciolassero per casa, e si sedette sulla sdraio in terrazzo.
I suoi erano due famosi stilisti, quindi non ci avevano pensato due volte a comprargli quell'appartamento in cima ad uno dei grattacieli più alti del centro di Tokyo.
Sbuffò notando che l'elenco degli annunci non era aggiornato da un paio d'ore.
Eppure le stava provando tutte: aveva anche inserito i nomi dei suoi genitori nel curriculum, ma poi li aveva tolti.
"Magari pensano che non ho bisogno di soldi." aveva pensato.
Ed effettivamente era così, ma a lui la matematica era sempre piaciuta.
Gli piaceva vedere come da un semplice calcolo matematico potesse conoscere i profitti aziendali e vederli crescere nell'investire una parte del guadagno in un settore piuttosto che in un altro.
"Ah, merda!" imprecò abbandonando il cellulare sul tavolino e mettendo le braccia sotto la nuca.
"Possibile che abbia buttato tutti quegli anni sui libri per niente?"
Verso l'ora di cena rientrò per preparare qualcosa da mangiare quando arrivò una notifica.
Abbandonò ogni cosa e si lanciò sul tavolo per prenderlo.
Un annuncio: "Cercasi contabile laureato con disponibilità immediata. Azienda: Red Riot."
Lesse più volte i requisiti richiesti, annuendo ad ogni punto.
Soddisfava ogni richiesta, era sicuramente il lavoro che cercava, però...
"Che cazzo di azienda è?" commentò rimuginando.
Non l'aveva mai sentita.
Prima di inviare il curriculum, per evitare di finire in una vecchia topaia, andò a prendere il portatile e lo accese: doveva fare una ricerca, poi avrebbe valutato o meno se candidarsi.
Terminò di preparare cena e si mise al tavolo a mangiare, mentre girovagava sul web, cercando quanti più articoli che parlassero di questa azienda.
Prese un boccone della bistecca e premette Invio sulla tastiera.
Rimase stupito dalla quantità di articoli sulla Red Riot.
Da quel che capì era un'azienda di supporto: gestiva le finanze delle altre multinazionali, trovando soluzioni di profitti non indifferenti.
Trovò anche qualche intervista su YouTube di quello che doveva essere un dipendente.
Mentre il video caricava, andò a prendere carta e penna, sparecchiò e ritornò davanti al portatile.
Annotò una varietà di dettagli, fra cui nome e cognome di quel ragazzo, la sua età, i dettagli sull'azienda e come svolgevano il loro lavoro.
"Beh, dev'essere stato un colpo di fortuna per aver avviato un'azienda tanto influente alla sola età di 21 anni." commentò la giornalista.
Bakugou strabuzzò gli occhi e mise in pausa l'intervista: quel ragazzo non era un dipendente, ma bensì il titolare ed era suo coetaneo. A giudicare da come si stava comportando, doveva essere uno di quei classici ricconi che davanti alla telecamera appaiono in un modo, mentre dietro alla scrivania bacchettavano tutti i dipendenti.
Continuò a spulciare su internet trovando d'ogni sorta, come il profilo Twitter di questo Kirishima.
Non resistette alla curiosità: sembrava il classico ragazzo ventunenne a giudicare le foto o i post stupidi dopo gli allenamenti in palestra.
Si domandò se il profilo fosse stato abbandonato, ma l'ultima foto pubblicata era di un paio d'ore prima.
Alla fine cedette: inviò la mail con il curriculum e la lettera di presentazione.
Al massimo avrebbe rifiutato dopo il colloquio.
Si concesse un fine giornata sdraiato su un fianco sul divano, guardando un film che passava su un canale random, ma il telefono prese a vibrare.
Imprecando per essere disturbato a quell'ora, rispose con malgrazia.
"Oh, pronto? Sei Bakugou?"
Si accigliò per quella voce squillante nonostante fossero le 22.30 e annuì mugugnando.
"Meno male, pensavo di aver sbagliato numero." disse l'interlocutore accennando una risata. "Beh, insomma, volerti se per te va bene, possiamo incontrarci domattina al bar di fronte alla Red Riot. Direi per le 9, così ti spiego un paio di cose e poi puoi iniziare tranquillamente alle 10."
Sconvolto era dir poco: troppa confidenza!
"Quindi vorrebbe farmi fare il colloquio in un bar?" domandò cercando di imporsi un tono di voce civile.
"Ti prego, dammi del tu che abbiamo la stessa età. E poi non hai bisogno di un colloquio di lavoro: hai lasciato intendere nella tua lettera di presentazione che se non ti avessi assunto, mi avresti mandato in rovina, quindi mi sono spaventato e ho pensato che potevamo iniziare il nostro rapporto di lavoro con una colazione tranquilla al bar."
Decide di sedersi: veramente lo aveva assunto senza fargli fare un colloquio o una prova?
Veramente questo qui si era fatto i soldi in un anno?
Nonostante fosse interdetto e pieno di dubbi, accettò.
Nessuno gli vietava di non accettare il contratto. Gli avrebbe fatto tutte le domande necessarie, quali stipendio, orari e su come si svolgeva il lavoro.
Aveva solo capito che gestivano la contabilità delle grandi imprese, ma non aveva capito il come.
Doveva avere una schiera di dipendenti con un alto livello intellettivo, non c'era altra spiegazione.
Puntò la sveglia ed andò a dormire: arrivare in ritardo a quello che gli sembrava un appuntamento, non era nei suoi programmi.

I hate my boss (Kiribaku One Shot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora