41. Il Segreto del Labirinto

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Hermione si passò la manica della maglia sulla fronte, per pulire il sangue misto al sudore che le colava lungo il viso.

La lotta contro lo Schiopodo Sparacoda era stata dura, ma ricordandosi il particolare dell'assenza di corazza nella parte inferiore della creatura, riuscì a trovare il modo di evitare i colpi del pungiglione velenoso, e a colpirlo con un incantesimo, mettendolo fuori gioco.

Proseguì velocemente, lasciandosi guidare dall'istinto. Non vedeva altro che chilometri di siepi che si stagliavano minacciose sopra di lei, e oscurità avvolta in una leggera coltre di nebbia che la circondava inesorabilmente.

Ben presto, si accorse di finire sempre più in vicoli ciechi che non portavano da nessuna parte.

Così sollevò la bacchetta, pronunciò l'Incanto Quattro Punti, e notò che si stava dirigendo troppo a ovest. Cercò di proseguire verso nord, e per circa dieci minuti non incontrò ostacoli.

Girato l'angolo del percorso che stava seguendo, si ritrovò a fissare una strana nebbiolina dorata che vorticava nell'aria. Non aveva mai visto niente di simile, e si chiese quale inganno potesse mai celare. Si guardò intorno, cercando un modo per aggirarla e non doverci passare attraverso, ma non lo trovò.

Preso un respiro profondo, bacchetta alla mano, si avviò in quella direzione. La nebbiolina dorata la circondò in un istante, e le provocò una sensazione strana per tutto il corpo.

Poi, senza rendersene conto, Hermione si ritrovò sottosopra: il suolo al posto del cielo, e il cielo dove avrebbero dovuto esserci lei e i suoi piedi.

Cercò di pensare lucidamente a cosa fare, e pochi secondi dopo prese la decisione di continuare a camminare, come se niente fosse.

Una volta superata, Hermione riaprì gli occhi, e constatò con sollievo che tutto era tornato normale. Con una risatina, continuò la sua corsa, controllando ogni tanto la posizione con l'Incanto Quattro Punti.

Ad un tratto, si bloccò alla vista di una scena terrificante: lì a terra, c'era una figura distesa sull'erba, rigida come un pezzo di ghiaccio. Hermione rabbrividì, avvicinandosi per capire meglio di chi si trattasse. Non appena fu a un metro, cacciò un urlo agghiacciante.

Fred era immobile, con la pelle pallidissima.
Il petto era piatto e statico, segno che non stava respirando.
La riccia andò nel panico. Come diavolo era finito lì, nel Labirinto? Chi l'aveva attaccato?
Iniziò a piangere, e a singhiozzare.

"Non può essere vero, non può essere vero...", si disse, sconvolta.

- Fred? Fred, svegliati! -, gli disse avvicinandosi sempre di più, ma poi notò qualcosa di strano. Rifletté qualche secondo, e finalmente ebbe un'illuminazione.

Esitò solo un momento, sembrava così reale, ma disse, - Riddikulus! -

Il Molliccio/Fred aprì gli occhi, e la guardò con un sorriso.

- Ehi, Granger, te l'ho fatta! Dovevi vedere la tua faccia, sembrava avessi visto un fantasma! -, disse divertito.

Hermione scoppiò a ridere, e l'essere, confuso, si volatilizzò così com'era apparso.
Trasse un sospiro di sollievo: vedere il cadavere, anche se illusorio, del ragazzo che amava era stato un duro colpo, e sperava con tutto il cuore di non ripetere mai l'esperienza.

La riccia proseguì di corsa; l'Incanto Quattro Punti le mostrò che era sulla strada giusta, così aumentò l'intensità delle falcate.

Passarono circa venti minuti, finché non si ritrovò ancora la strada sbarrata da una creatura magnifica e imponente.

Fred & HermioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora