prologo;

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it’s a kind of a funny story

prologo;

mi sedetti su una di quelle piccole poltroncine blu notte e scomode della sala di aspetto dell’Hamilton Hospital, mentre mia madre e mio padre parlavano con il dottore dall’altra parte della stanza, occupata principalmente da bambinetti che tossivano e donne incinta, ma un soggetto in particolare catturò la mia attenzione. era un uomo, poteva avere trent’anni forse, seduto in una posizione piuttosto strana, sembrava volesse spaventare il mondo ma, con quei due occhi azzurri e grandi che si ritrovava, non avrebbe fatto paura nemmeno al bamboccio che stava per mettersi a piangere, nel vedere l’infermiera entrare e dire il suo cognome, guardandolo affettuosamente per non fargli capire che gli avrebbero  fatto tanto, tanto male. 

il tipo continuava a fissarmi imperterrito, come se mi stesse aprendo con la mente e studiando dall’interno, vedendo tutti i miei segreti più.. beh, segreti. 

quando i miei genitori tornarono da me, notai grandi lacrimoni negli occhi di mia madre e la delusione in quelli di mio padre.

“Perché, figliolo?” fu mio padre a parlare, la mia mamma probabilmente non avrebbe nemmeno aperto bocca per evitare di scoppiare in un pianto disperato in mezzo a dei perfetti sconosciuti. 

“Perché cosa? Che cosa vi hanno detto i dottori?” chiesi, non sicuro di voler sapere la risposta.

Il mio vecchio scosse la testa, guardandomi in malomodo. “Hai smesso di prendere lo zoloft, e con cosa l’hai sostituito? Con l’erba! Posso capire che é una cosa ‘eccitante’ come la chiamate voi adolescenti, ma porta a gravi danni, data anche la tua situazione, l’erba ti rende felice per poche ore, ma poi tornerai sempre, e dico sempre, depresso come prima. Lo zoloft invece ti aiuta, non ti distrugge come la droga!” 

Sapevo che stava cercando in tutti i modi di non alzare troppo la voce, ma sapevo anche che era talmente arrabbiato da poter diventare una specie di Hulk, perciò provai a farlo calmare. 

“Ascolta papà, non é come credi” iniziai, un po’ titubante.

“Non é come credo? Non é come credo?! Io credo che sia esattamente come credo, e credo che non ti sia mai mancato niente nella vita, hai una famiglia che ti vuole bene, vai in una scuola prestigiosa, i soldi non ci mancano Ashton, e hai anche una fidanzata! Lo sai quanti ragazzi con la tua patologia hanno una fidanzata, eh, Ashton?” 

E adesso cosa c’entra? 

Mia madre si lasciò scappare un leggero singhiozzo ed io spostai lo sguardo verso di lei, sospirando e tornando poi a guardare mio padre.

Come faccio a spiegargli che fumo solo per non farmi buttare fuori dal gruppetto di amici in cui sono riuscito ad entrare? Mi piace anche, ma non é questo il punto. Come faccio a diglielo senza sembrare ridicolo, in cerca di attenzioni e troppo influenzabile? 

“L’ho fatto una volta sola e pensavo fosse una sigaretta, non lo sapevo, lo giuro!” dissi, e sorrisi mentalmente a me stesso per la grande stronzata appena detta, e per averla resa abbastanza credibile.

“Una volta sola? A giudicare dall’alto tasso di THC che i dottori hanno trovato nel tuo sangue, non direi proprio.” sembrò volermi sputare in un occhio. 

Oh, giusto, le analisi.

Lo guardai senza dire una parola, sperando che i miei occhi parlassero al posto mio e urlassero un ‘SONO UN CAZZONE SCUSA PAPÀ’, ma ovviamente non successe, e mi sembrò di vedere del fumo uscire dalle orecchie di mio padre.

“Va bene, a questo punto mi sembra inutile continuare a mentire. Papà, mamma,” spostai lo sguardo da lui a mia madre e viceversa, prendendo poi un lungo respiro “mihannodrogatomaiononvolevodavverovelogiuro”

Mia madre, come immaginavo, scoppiò a piangere e si sedette sulla poltroncina accanto a quella dove ero seduto io poco prima. “Robert, non capisco niente” le sue parole erano soffocate dalla sua mano, appoggiata davanti alla bocca per limitare, forse, i singhiozzi.

“Okay, sì, mi faccio le canne, e allora? Scusate se ho questo schifo di patologia e voglio sentirmi un ragazzo normale per qualche ora insieme ai miei amici, anziché stare a casa a piangermi addosso, sdraiato sul divano a guardare le solite televendite di attrezzi sportivi.” 

Mi guardai intorno e notai che la maggior parte delle persone presenti ci stavano fissando a bocca aperta, mentre l’uomo misterioso di prima era in piedi accanto alla porta e sorrideva scuotendo la testa. 

“Ashton, penso che dovresti stare qui per un po’.” 

Cosa? 

“Qui.. dove?” lo guardai confuso, sperando che stesse scherzando.

“È uno dei migliori ospedali, hanno un reparto di psichiatria dove potrebbero prendersi cura di te nel modo giusto, cosa che io e tua madre, a quanto pare, non siamo riusciti a fare.” abbassò lo sguardo, e sentii mia madre tirar su con il naso.

“Ehi, ragazzi, non é vero, io sto bene con voi, non é vero che non sapete prendervi cura di me” sentivo il mio intestino che formava un bel fiocchetto intorno ai polmoni, impedendomi di respirare “per favore..”

Mio padre sospirò “Ti porteremo i vestiti di ricambio e tutto ciò di cui hai bisogno.”

Scossi la testa e mi sedetti accanto a mia madre, guardando il pavimento. 

“No..”  chiusi gli occhi per cercare di svegliarmi da quel brutto sogno, ma evidentemente, era tutto reale: mio padre mi appoggiò una mano sulla spalla e si sedette con noi, mia madre continuava a piangere e, quando riaprii gli occhi, un paio di scarpe bianche erano padrone della mia visuale. 

Alzai velocemente lo sguardo e incontrai quei grandi occhi blu, su un viso contornato da un sorriso strafottente. “Ti divertirai qui, ragazzino.” 

BOW CHICKA WOW WOW

eccccccoci qua, allora, questa é la prima storia che pubblico e sappiate che mi vergogno un casino, non so perché, ma é così ok non giudicatemi.

questa fanfiction sul nostro caro Ashton, é ispirata al film ‘cinque giorni fuori (it’s a kind of a funny story)’ che trovo assolutamente stupendo e bellissimo e anche divertente e comunque anche parecchio dolce e basta. (sono innamorata di bobby addio)

comunque nulla, questa é la storia, se non avete visto il film non fa niente, potete guardarlo prima o dopo aver letto la storia (se volete leggerla obv) perché mi sembra una cosa carina poterli confrontare e dire poi che la storia fa cagare e il film é un’opera d’arte perché, in effetti, é così va bene ho finito. 

fatemi sapere se la storia vi piace, se devo continuarla o posso anche evitare perché vi fa schifoO. (comunque mi piacerebbe se diceste che non fa schifo, perché giuro che non mi sono mai impegnata tanto per fare qualcosa in vita mia)

-A (a di aline ok..)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 07, 2014 ⏰

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it's a kind of a funny story // Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora