Capitolo Sei

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"Cosa crede possa essere questo Horcrux?"
Silente non rispose subito lanciando un'occhiata prima ai quadri degli antichi presidi sulle pareti.
"Non saprei. Sto provando a cercare, ma non so esattamente cosa." Strinse tra le dita la lunga barba bianca pensieroso. "Mi riesce pure difficile credere a tutto questo, signorina Chase"
"Lo so, sembra incredibile anche a me, ma è la verità"
"Non dubito di lei, né della sua storia, ma..." Il volto di Silente si rabbuiò. "Siamo in un epoca pericolosa. Se i seguaci di Voldermort, o Voldermort stesso, scoprissero che non siete, diciamo, di questo tempo vi darebbero la caccia. Vorrebbero sapere come vincere e fermarvi dall'impedirglielo"
"Dobbiamo dunque agire con la massima prudenza. Partirò domani mattina alla ricerca di informazioni e speriamo che il mio viaggio dia buoni frutti"
Annabeth annuì. "Noi cosa possiamo fare?"
"Semplicemente non farvi notare" replicò Silente e i suoi occhi aggiunsero: "incontro finito, va' via"
La ragazza si allontanò in fretta, pronta a tornare dalle sue amiche, se così le poteva considerare.
*****
"Sparite di nuovo, eh?" mormorò Percy sollevandosi dal letto in cui aveva finto di dormire.
Guardò negli occhi i tre Malandrini sapendo di intimidirli con lo sguardo da lupo, come avrebbero detto al campo Giove.
"Non vi chiedo di dirmi nulla" soggiunse sbrigativo. "Solo vi consiglio di avere un po' più di prudenza se non volete che sia la gente sbagliata a scoprirlo" Sorrise. "Non siete così furbi come pensate"
James lo guardò sorpreso, le mani che ancora stringevano il mantello dell'invisibilità con cui avrebbe dovuto coprire gli altri due amici. 

Poi annuì grato. A pensare che lui stesso avrebbe e aveva fatto di tutto per scoprire i segreti altrui.
Non sapeva come faceva Percy a non essere tanto curioso, ma... lo rispettava.
"A dopo" replicò in fretta, mentre usciva con gli altri.
Percy ricambiò con un cenno della testa, prima di coricarsi. I raggi lunari arrivavano fino al suo letto e lui ammirò a lungo in silenzio la luna piena al centro di quella notte stellata.
*****
 "Ma tu non sapevi controllare l'acqua?" domandò James due giorni dopo davanti allo specchio. Aveva un pettine in mano e si spazzolava gli arruffati capelli scuri. Percy era appena dietro di lui, appoggiato all'anta della porta, in attesa del suo turno per lavarsi i denti. 

"E allora?"
"Perché non lo usi mai? È un potere forte"
Percy tacque abbassando lo sguardo e James gli lanciò un'occhiata prima di cambiare in fretta argomento.
"Allora e quella ragazza? Annabeth, giusto?"
Percy sbuffò, prima di scuotere la testa e spostarsi. I Malandrini lo videro uscire dalla stanza e poi Remus si voltò verso James.
"Perché devi essere tanto inopportuno?"
James lo fissò confuso. "Io non sono inopportuno"
"Non ci vuole un genio per capire che vuole tagliare ogni cosa del passato, Prongs" soggiunse Sirius seduto sul pavimento.
"È questo che vuole? Perché?"
"Che ne so" replicò il giovane Black, guardando il suo migliore amico.
"Dovremo fare qualcosa" rispose James convinto.
"Tipo?" Remus alzò gli occhi al cielo sperando non centrassero nulla né le caccabombe, né espulsioni di massa.
"Non so, parlargli?"
"Pensi davvero te lo direbbe?" Stavolta fu il turno di Sirius di lanciargli un'occhiata scettica e al limite dell'incredulità.
James non rispose, liberando finalmente il bagno e sedendosi affianco all'amico, pensieroso, mentre Remus prendeva il suo posto al gabinetto.

*****

Ma tu non sapevi controllare l'acqua?

E Annabeth? Che fine ha fatto?

Percy si appoggiò al muro della Sala Comune, stringendo la testa tra le mani.
Avrebbe voluto tanto ricevere anche lui una risposta. Una pura e semplice risposta.
E invece non trovava altro che vuoto, lo stesso che pensava di aver eliminato mesi prima e che invece era sempre lì, solo il più delle volte se lo dimenticava sovrastato com'era dai guai che facevano i suoi nuovi amici.
Si lasciò cadere sul pavimento in legno, incurante dei Grifondoro che passavano e per un attimo volle solo e soltanto lei, con la sua aria intelligente, il soprannome che le aveva dato e tutti i ricordi che conservava.
Ma non ebbe il coraggio di alzarsi e cercarla. Non ebbe il coraggio di arrendersi ad aver fatto un casino.
Rimase lì fino a quando una voce non lo interruppe dai suoi disperati pensieri.
"Ehi Percy, tutto bene?"
Lily Evans era di fronte a lui e i suoi occhi verdi lo osservavano preoccupati.
Non aveva più nemmeno la forza di fingere ancora.
Percy aprì più volte le labbra, ma non uscì alcun suono. La guardò solo, senza sapere cosa fare perché non riusciva nemmeno più a controllare se stesso.
"Chiamo Annabeth, ok?" disse Lily da qualche parte sopra di lui.
Percy non replicò e, quando sentì Annabeth stringerlo, ricambiò l'abbraccio perché non ce la faceva più, non ce la faceva più a rimanere in silenzio, quel vuoto, quella paura di perdere tutti era troppo pesante da portare.
Annabeth non sembrava volerlo lasciare andare e Percy si sentì di colpo stupido ad aver pensato di poterla tagliare fuori dalla sua vita.
"Annabeth" mormorò piano. "N-non andartene, per favore"
"Sono qui, sarò sempre qui" la sentì replicare, la voce appena tremante. "Non ti libererai così facilmente di me, Testa D'alghe"
Percy sorrise appena, inebriato dal suo profumo leggero.
Dei, quanto gli era mancata...
******
Percy era al suo fianco su un divanetto della Sala Comune accanto al fuoco, la testa appoggiata sulla sua spalla in totale silenzio.
"Come va ora?" gli chiese.
Lui le strinse la mano come a voler confermare che lei ci fosse ancora, poi sussurrò: "Grazie di essere qui"
Annabeth sospirò con un lieve sorriso sulle labbra. Gli scompigliò i capelli neri esattamente come faceva Sally Jackson con lui.
Percy rimase fermo, ma lei lo sentì rabbrividire.
"Mi mancano" sussurrò il ragazzo.
Annabeth annuì. "Presto torneremo a casa e sarà come se non fosse passato un solo giorno"
"E se non ce la facessimo?"
La ragazza si sorprese delle parole di Percy. Era abituata a vederlo sempre ottimista, sempre pronto all'azione e ora le dimostrava finalmente di essere come tutti loro, che anche lui poteva crollare da un momento all'altro e a scalfirlo non era stato il Tartaro, ma i sensi di colpa, il suo difetto fatale frantumato dalla morte di un amico.
Lui che c'era sempre per tutti, che aiutava ed era leale, non lo era stato abbastanza. Jason Grace era morto ed era stato lui a spedirlo in quella missione.
Annabeth immaginava i pensieri del ragazzo al suo fianco e avrebbe voluto solo dirgli che non importava, che nessuno lo avrebbe ritenuto responsabile, ma sapeva anche che lui non avrebbe capito.
"Ce la dobbiamo fare" replicò decisa guardando le stanche iridi verde oceano.
Percy annuì ancora incerto. "Lo spero"
*****
Erano estremamente carini insieme.
Lily non poteva fare a meno di pensarlo mentre insieme ad Alice, la sua migliore amica, li spiava dalle scale del dormitorio femminile.
Percy e Annabeth erano sul divanetto e parevano addormentati.
"Ehi Evans"
Lily sobbalzò malamente mentre Potter compariva di fronte a lei con un sorriso sornione.
"Che vuoi?" sbottò lei.
"Che stai facendo per l'esattezza?" domandò il ragazzo incuriosito.
"Secondo te?"
"Stai in bilico su un gradino invece di scendere le scale come tutti?"
Lily scosse la testa sbuffando. "Stavo cercando di veder... troppo tardi. Se ne sono andati e tutto per colpa tua"
Potter rise. "Intendi la biondina e Percy? Stanno insieme, lo sai?"
"Certo che lo so"
Lily si diede mentalmente dell'idiota. Perché era ancora lì a parlare con lui? E dov'era finita Alice?
L'avvistò dall'altra parte della sala che sbaciucchiava il suo ragazzo, Frank Paciock.
"Mi sembri molto interessata all'amore, Evans" mormorò Potter al suo fianco. "Se vuoi ti accontento subito. La prossima settimana c'è l'uscita a Hogsmead..."
"Non ho intenzione di uscire con te, Potter. Quello è sicuro" replicò la ragazza stizzita. Si allontanò in fretta pur di non essere bersagliata dalla sua voce che l'era così odiosa, soprattutto da quella volta.

****
"Chi vuole vedere togliere le mutande a Mocciosus?" Il tono era arrogante come sempre e Potter fissava divertito il Serpeverde sospeso per aria.
"Lascialo stare" intervenne Lily separandosi dalla folla.
"Oh è arrivato l'avvocato difensore" la prese in giro lui, ma non fece in tempo a finire di parlare che gli interruppe il cosiddetto Mocciosus, che non era altro che Severus Piton, migliore amico della ragazza.
Aveva il viso rosso per il fatto di essere a testa in giù, ma gli occhi neri luccicavano di odio.
"Non ho bisogno del tuo aiuto, piccola schifosa Mezzosangue"
****

Tutto era cambiato da quel momento, da quando aveva scoperto che Severus le aveva mentito, che non era la stessa cosa se si era nati babbani, ma una costante era rimasta. L'odio per quel ragazzo presuntuoso e arrogante perché se quel giorno Potter non avesse deciso di prendere in giro Severus forse allora lei sarebbe stata ancora sua amica.
Forse.
E alla fine sapeva anche lei la verità, che quell'amicizia non esisteva già più da tempo, ma non era facile accettare la cosa.
Non lo sarebbe mai stato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 30, 2020 ⏰

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