1; A WILD COUNTRY

93 4 0
                                    

-si prega ai passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza,pronti per l'atterraggio- ci avvisa l'altoparlante.
Appena l'aereo si ferma,ci affrettiamo a recuperare i nostri bagagli e saliamo sull'autobus che attende fuori l'aereoporto.
Ebbene si,torno a Hazzard. Anche se a dir la verità già avevo una mezza idea che tornavo qui,perché infondo papà sa che qui ho fatto più 'esperienze' rispetto alle altre città dove siamo stati.

«papà guarda che non c'era bisogno che venivi anche tu,ho diciannove anni,so badare a me stessa. Sono anche capace da sola di prendere l'aereo da sola.»spezzo il silenzio appena prendiamo posto.
«lo so benissimo,sei diventata grande..non dubito delle tue capacità. Ma che percaso ti vergogni che tuo padre ti accompagna dalle persone che hanno accettato ben volentieri di tenerti solo perché ora hai diciannove anni? Che cosa vorresti insinuare signorina?!»dice con tono scherzoso e incrocia le braccia al petto,in tutto questo mi scappa una risata divertita.

«sai bene che non intendevo dire quello, solo che mi sembra strano..tutto qui»lo riprendo altrettanto divertita, forse ho capito pure cosa mi nasconde.
Mi scompiglia i capelli gesto che io odio a questa età, perché mi sembra una cosa di affetto si ma anche troppo da bambini e per questo si becca un'occhiata seria da parte mia..poi il resto del viaggio lo passiamo in silenzio.

Riprendo i miei pensieri riguardo a come passerò i giorni nel paese più spericolato che esiste su questa terra; si Hazzard è molto fuori dal normale per tutte le cose che succedono ma una volta che ci si abitua sembra che avviene tutto normalmente.
Ho legato con tante persone lì nonostante ci sono stata due settimane, ma in quattordici giorni ho capito davvero tante cose e sinceramente sapere che ora sto tornandoa lì mi elettrilizza tanto, perché sono sicura di trovarmi bene..tralasciando tutti gli avvenimenti che avvengono ogni giorno a causa di certa specie di umani che ci sono, ma alla fine si mostrano tutti di buon cuore.

A questo proprosito mi riferisco alla famiglia Duke; Jesse - Daisy - Bo e Luke Duke. Formata da zio e tre nipoti, sono sempre in conflitto con Boss e Rosco:
-Boss; giudice e commissario della contea.
-Rosco; sceriffo, cognato di Boss e sorella di sua moglie (Lulù Hogg).
Inoltre lui appoggia sempre i piani loschi del suo stesso capo, ma i Duke non si lasciano fregare da loro.
Con un sorriso gigante mi accorgo di essere arrivata, mentre l'autobus si ferma vengo assalita da un senso di felicità mischiata da paura e ansia spaventosi.
Si ricorderanno di me? Saranno felici di rivedermi? Cosa penseranno?

«Eccoci arrivati, prendi le valigia tesoro. So che per te non è una sorpresa ma ho voluto provarci lo stesso!»prende parola papà intento a prendere le mie migliarda di valigie e borse, si ad ogni meta diciamo che ho approfittato per fare un po' di compere. Vestiti, trucchi, accessori ecc..
«si papà..so che l'hai fatto con le migliori intenzioni, io te ne sono molto grata!»sorrido, prendo la borsa e la metto in spalla poi aggiungo quello a tracollo.
Mi guardo intorno e capisco subito che l'autobus si è fermato davanti la banca, ogni volta in un punto diverso. Alcune volte proprio alla fermata, davanti la posta oppure davanti il garage di Cooter Davenport il più bravo meccanico della contea nonché migliore amico dei Duke.

Questa volta l'auto si è fermato al posto giusto, visto che papà vuole lasciarmi dei soldi prima di ripartire e la banca ora fa proprio al caso nostro. Ma sappiamo bene entrambi da chi viene comandata, nonché il più acceribo nemico di tutta la contea: Jefferson Davis Hogg oppure J.D.Hogg così preferisce essere chiamato. Pensa solo a mangiare solo ai soldi e a mangiare a tutte le ore del giorno, queste sono le sue più grandi passioni.

«Sei sicuro di quello che vuoi fare papà? Sai perché due mesi fà, anche se siamo stati solo due settimane, ho capito molte cose su come funzionano le cose qui...e non mi piace affatto che tu debba aprire un conto nella banca di Boss Hogg, per me!»parlo a raffica.

Non oltre il confineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora