Ispirato a: "Tchaikovsky: violin concerto in D major, Op. 35 , TH 59 - I. Allegro moderato"
Adélaïde poteva dirsi sicuramente bella, ma di una bellezza austera, per non dire fredda, che la rendeva più simile a una dea olimpica che a una donna. La postura principesca, lo sguardo altero e i modi da nobildonna non facevano che marcare con un tratto indelebile il divario insanabile che correva tra lei e il resto del genere umano. Chi l'avesse incontrata per strada, fatto assai inusuale a dir la verità, l'avrebbe probabilmente descritta come una visione; uno spettatore più attento l'avrebbe definita un angelo. E infatti tale quale un angelo era: sguardo glaciale accompagnato da un fascino incommensurabile.
Era alta, dal fisico esile e aggraziato, simile per corporatura a una ballerina dell'Opéra. L'incarnato quasi diafano, le labbra rosee e la fronte alta la rendevano paragonabile alla donna stilnovistica, i capelli corvini la allontanavano da tale paradigma. Aveva occhi color zaffiro sui quali era impossibile posare lo sguardo per più d'un istante, tanto erano gelidi e inquisitori. Era in tutto e per tutto una donna enigmatica, non in molti sarebbero riusciti a scoprire qualcosa sul suo conto dalla semplice osservazione di quella mirabile apparizione: i pochi eletti avrebbero dedotto, dalla forma affusolata delle sue dita, che le era stata impartita un'educazione da pianista.
Quanto all'abbigliamento, era sua abitudine portare abiti all'ultima moda parigina ogniqualvolta si recava in città per passeggiare al Luxembourg oppure per assistere a concerti di musica classica o a spettacoli teatrali (questi erano gli unici motivi che potevano spingerla a uscire dalla sua immensa villa di campagna). Fuori da casa sfoggiava solamente le tonalità di blu, in quanto riteneva che le donassero un'aria più rispettabile; quando invece si trovava all'interno della sua proprietà, non era raro sorprenderla con indosso vestaglie o ampie gonne candide o scarlatte.
La sua magnifica chioma del colore dell'ebano era immancabilmente acconciata in meravigliosi boccoli che le ricadevano morbidamente sulle spalle e che, se non fossero stati sapientemente raccolti in una crocchia ordinata all'altezza della nuca, avrebbero raggiunto almeno la metà della sua schiena. Sul viso non amava apporre alcun tipo di trucco, lo reputava volgare e non stimava di avere la necessità di, come era solita dire con una punta d'orgoglio, "modificare i colori con cui madre natura le aveva dipinto il volto".
Per quanto riguarda vita e personalità, si potrebbe semplicemente definire Adélaïde come una giovane donna davvero peculiare. Orfana di madre - la quale morì partorendo la figlia secondogenita, Colette, cui Adélaïde, maggiore di lei di quattro anni, era molto affezionata -, ella visse col padre e la sorella nelle campagne fuori Parigi. Nonostante la grande ricchezza della famiglia, entrambe le fanciulle vennero educate alla modestia e all'umiltà, ma la maggiore delle due figlie conservò nel profondo del suo animo la fierezza, che alle volte sforava nella superbia, propria di quella che, prima della Rivoluzione, era stata l'aristocrazia.
Crebbe come ragazza molto caparbia, tanto che all'età di quindici anni di fronte al padre e ai servi dichiarò che non si sarebbe mai sposata, fatto che turbò fortemente la servitù, che non scosse il padre e che destò profonda ammirazione nella sorellina - che già l'adorava. Il padre non diede peso alla decisione della figlia, credendo che con l'arrivo dei primi amori ella avrebbe mutato opinione; purtroppo, le sue aspettative furono deluse, in quanto la figlia non cedette e rifiutò ogni proposta di matrimonio, ed egli fu costretto a far maritare la secondogenita prima che la primogenita fosse condotta all'altare.
Alla morte del padre, Adélaïde, ormai venticinquenne, ereditò la metà del patrimonio familiare, compresa la villa di famiglia, e si dedicò alle sue passioni: fece costruire nel parco della casa una biblioteca privata che ospitava centinaia di libri dei più disparati argomenti e riservò ben tre stanze alla musica.
Aveva numerosi amanti che frequentava solamente durante le sue visite a Parigi: non permetteva che qualcuno al di fuori della sua famiglia vedesse la sua abitazione, forse per scrupolo, forse per estrema riservatezza. Amava gli uomini di spettacolo e i viaggiatori poiché costoro avevano esperienza delle attività che le erano state proibite quando suo padre era in vita e che ora non era conveniente che ella svolgesse, in quanto donna adulta e unica padrona di casa.
Adélaïde era una donna tanto affascinante quanto difficile da sedurre, tanto intelligente quanto testarda e riservata. Desiderava vedere il mondo e divenire una musicista di successo, tuttavia mascherava superbamente le sue aspirazioni dietro un velo di orgoglio: ella viveva simulando un'alterigia che nascondeva una sana curiosità verso un mondo che le era precluso dalla sua condizione di donna.
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Fantômes
Short StoryRaccolta di descrizioni di personaggi immaginari. Ambientato in Francia tra l'epoca della Rivoluzione e la Restaurazione.* [Storia in continua evoluzione/revisione sia per quanto riguarda la trama sia per incoerenze/scorrettezze storiche] [Qualora n...