CAPITOLO 8: L'OCCHIO E IL LEGAME

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Nives

«Aaron?»

«Che cosa ci facevi in camera sua?» mi interruppe subito lui.

«Aaron, che cosa ci fai tu qui» dissi sorpresa nel trovarmelo davanti.

«Sono venuto a vedere dove stavi e a quanto pare ho fatto bene, allora...» disse incrociando le braccia al petto «perché sei andata da lui?» chiese in tono acido diminuendo la distanza tra noi ed incastrandomi tra il suo corpo e il legno duro della porta. «Non l'hai visto quanto può essere pericoloso?»

«Aaron» mormorai tenendo fisso lo sguardo «Non è successo niente...»

«Ma avrebbe potuto» rispose lui venendomi più vicino «se volevi andare da lui perché non mi hai aspettato?»

Mi sembrava di non fare altro ultimamente che finire incastrata all'angolo, addossata a qualche muro, l'unica differenza tra la situazione di prima e questa era che almeno avevo cambiato lato della porta.

In quel momento essa stessa si aprì «Cos'è tutto questo baccano? Stavo cercando di riposare.» La voce di Luke non ammetteva repliche mentre squadrava con volto arcigno me e Aaron, allora mi resi conto di essere finita in mezzo ai due fratelli, tra l'incudine e il martello si dice, ripensandoci avrei preferito che la situazione rimanesse quella di prima.

«Noi ce ne stavamo andando» risposi guardandolo negli occhi.

«Lo vedo» disse lui in tono scocciato.

Aaron mi prese la mano e fece per tirarmi via «Dai, andiamo»

«Aspetta» ci fermò Luke mettendomi una mano sulla spalla e sostenendo lo sguardo di Aaron, l'aria fra di loro avrebbe potuto tagliarsi con un coltello «Era solo venuta a riprendersi una cosa che aveva perso» disse con aria noncurante facendo finta di mettersi le mani nelle tasche, ma sentii che di nascosto infilò un oggettino piccolo in una delle mie.

«Ah sì» dissi capendo il suo intento e reggendogli il gioco, tirai fuori quel qualcosa dalla tasca della felpa, si trattava di un ciondolo. Quasi faticavo a credere che Luke mi stesse aiutando a tirarmi fuori dagli impicci.

Aaron lanciò un'occhiata sospettosa «E dove lo avresti perso?»

«Quando era corsa ad aiutarti prima che eri svenuto, le dev'essere caduto e l'ho trovato io. Era solo venuta a farselo restituire.» Era stato Luke a rispondere, mentendo. Ricordai come invece era stato lui ad andare in aiuto al fratello e il volto stravolto che aveva assunto in quel momento, per un qualche motivo però non voleva che ciò si sapesse preferendo dare a me il merito. Annuii anch'io rivolta verso Aaron anche se non credevo che questo fosse giusto.

Quest'ultimo sospirò e disse solo «Va bene, ora ce l'hai, andiamo» prendendomi la mano e portandomi via da lì, io lo seguii sebbene prima di girare l'angolo mi voltai un'ultima volta e vidi Luke farmi l'occhiolino e con le labbra mimare "A domani" prima di richiudersi la porta alle spalle e concedersi quello che si poteva chiamare un meritato riposo. Ero veramente grata che mi avesse aiutata e allo stesso tempo seriamente sorpresa che uno come lui si fosse preso la briga di aiutare il prossimo. Allora mi voltai verso Aaron e gli lanciai un'occhiata preoccupata e allo stesso tempo accusatoria. Il suo corpo era ancora mezzo fasciato e vedevo come ogni movimento gli costasse fatica.

«Non dovevi venire» lo sgridai «non stai ancora bene.»

«Mi sono solo preoccupato per te, non ti ho più visto quando mi sono svegliato» mormorò strofinandosi con la mano il volto stanco «Non mi posso preoccupare per te?» chiese poi fermandosi a riposare poco prima di scendere le scale e voltandosi nella mia direzione.

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