Il centralino del 911 passò a noi la chiamata per un'urgenza che riguardava un incidente d'auto, appena avvenuto nei pressi di Bar Harbor.
Mi ero assentato da Los Angeles, volendo stare lontano per un po' da quello che era il mio più grande dovere e che, nel tempo, era diventato il mio più grande problema.
Non era la prima volta che mi allontanavo da Hope, lasciandola nelle sicure mani degli altri tre angeli, di cui mi fidavo pienamente e a cui davo completa autonomia. Tali momenti servivano a me per cercare di ritrovare la lucidità e non cadere nel peccato, cedendo alla tentazione e al desiderio che avevo verso la mia protetta. Un desiderio che mi avrebbe portato alla rovina se lo avessi ascoltato.
Per questo motivo mi ero allontanato, praticamente dall'altra parte del paese, prendendomi qualche settimana per cercare di stemperare la mia frustrazione e dedicarmi a me stesso o a chi avesse bisogno.
In quanto paramedico, lavorare in ambulanza era diventata una necessità, sia per l'aiuto che potevo dare nel salvare qualcuno, sia per accompagnare nel rito di passaggio coloro a cui sopraggiungeva la morte, indicandogli la via per i cancelli dorati.
Era una fredda mattina di fine settembre quando raggiungemmo il luogo dell'incidente, nel quale si era radunato già un numero elevato di persone.
Non era una novità intervenire a seguito di un incidente, ricevevamo spessissimo chiamate di questo tipo, e il più delle volte era già troppo tardi. Non mi stupii infatti per la scena che mi si presentava davanti agli occhi, ormai avvezzo a quell'iter.
Arrivammo a sirene spiegate, facendoci largo tra la calca, aiutati dalle forze dell'ordine che ci sgomberavano il passaggio. Eravamo in tre quel giorno, l'ospedale aveva avuto un brusco calo di personale a seguito di un'epidemia e io avevo approfittato dell'occasione per offrirmi volontario.
Io e il mio collega scendemmo dal veicolo, seguiti a breve distanza dal guidatore, un ragazzo giovane, da poco avviatosi alla carriera di paramedico.
Il mio sguardo fu subito catturato dal gruppo che stava attorno alla persona che aveva subito l'incidente, molto più in là rispetto a dove si era fermata la macchina, anch'essa ferma immobile a lato della strada, priva del conducente.
Vista la distanza, il colpo doveva essere stato decisamente forte, anche considerando i segni sul cofano.
Quattro, forse cinque persone si erano affollate attorno alla ragazza a terra, vicino alla quale vidi un ragazzo inginocchiato, con le mani tenute a pochi centimetri dalle spalle di lei, come se avesse paura di toccarla; gli occhi sgranati e lucidi, sconvolti.
Era palesemente in stato di shock, mentre fissava la donna stesa a terra in una posizione disarticolata, con tracce di sangue attorno a sé.
«Fate largo» ordinai ai curiosi mentre mi insinuavo tra di loro e mi inginocchiavo vicino a lei per valutarne le condizioni e agire in maniera tempestiva.
Aveva i capelli biondi, striati di rosso per via del sangue delle sue ferite. Le gambe avevano una posizione innaturale, così come la schiena. La giacca, probabilmente in origine di un color azzurro, era strappata e lacera, macchiata di nero e di rosso, soprattutto in concomitanza delle ferite che aveva subito.
Vidi escoriazioni, contusioni e tagli, ma era palese che il fatto più grave fosse ciò che non vedevo esternamente: un danno interno ben maggiore di quello che appariva.
Il ragazzo, tremante e immobile di fronte a lei, piangeva disperato. Aveva fatto bene a non toccarla, pur lasciando intendere quanto quella situazione lo stesse facendo impazzire dal dolore.
La ragazza era incosciente, ma respirava ancora. Le ferite non sembravano gravi, ma non potevo escludere un'emorragia interna e la posizione disarticolata era indizio chiaro ed evidente che al momento la cosa più malmessa fosse la colonna vertebrale. Non potevo spostarla fino a che non avessero portato la barella.
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Quel che resta di un angelo
Short StoryQuando un anima è incerta della propria scelta, se restare con i suoi cari o abbandonare il mondo terreno, ascendendo al paradiso, può un angelo aiutare in tale decisione? OS scritta per il concorso indetto da #onealterego