Marta accese il motore e prima di partire sintonizzò la radio: partì una canzone a cui non fece molto caso infatti abbassò subito il volume. Si mise sulla strada di casa, ma poco dopo le squillò il telefono: lo aveva ancora nella tasca dietro del jeans dunque rispose dalla radio della macchina:"Hello?" rispose in inglese perché ormai aveva preso l'abitudine, ma non aveva controllato che la chiamata arrivava dall'Italia: "Faccio fatica a starti dietro quando parli in italiano, figuriamoci in inglese" Marta scoppiò a ridere: " Ciao Alessio, di che hai bisogno?" si sentì in sottofondo il rumore di un telefono fisso suonare: "ti ho mandato un'email più di un'ora fa. Devi guardarla e rispondermi urgentemente, capo. Si tratta di uno degli affari più importanti che dobbiamo concludere in giornata. Squilla il telefono dell'ufficio, ti richiamo." disse di fretta:"No, non mi richiamare. Non c'è bisogno. Guarderò quell'e-mail appena posso, se a loro non sta bene possono pure andare da qualcun altro. Buona giornata, Ale." riagganciò la telefonata piuttosto scocciata pensando a quale dei suoi clienti potesse essere così rompi scatole, ma Diego la distolse da quel dilemma: "Sei italiana, giusto?" annuí tornando a concentrarsi sulla guida:"anche tu hai un accento particolare però. Non sei di origini americane, vero?" girò la testa per guardarla e aspettò un secondo per rispondere:"i miei genitori erano messicani..." sembrava stesse osservando ogni suo movimento, sembrava la stesse studiando anche se stava semplicemente guidando. Invece lei rifletteva sul suo utilizzo di un tempo passato, come se i suoi genitori non ci fossero più: era ancora più curiosa. Nel mentre le squillò di nuovo il telefono, guardò e comparve il nome del signor Lewis, l'uomo per cui era volata nell'USA. Rispose molto cordialmente e lui iniziò a proporle le sue idee, esporle le sue paure, le sue raccomandazioni... insomma era una telefonata che serviva più a lui che a Marta. Continuava a contraddirsi, ma gli non gli diede peso: conosceva bene quella situazione e le capita quasi ogni volta. Quando il signor Lewis si fu sfogato, lei lo salutò molto cordialmente: "A presto, signor Lewis. Mi ha fatto piacere sentirla, per qualsiasi cosa non esiti a chiamare. Certo, entro domani le rimando la bozza. Buona giornata" riagganció la chiamata con un sorrisetto divertito mentre Diego la guardava stranito: "Ma che problemi ha questo?" Marta si mise a ridere: "Sei una psicologa?" le chiese continuando a guardarla:"No, no, in realtà sono un'organizzatrice di eventi e capita spesso di ricevere telefonate così quando i clienti vogliono investire milioni di euro in una festa di beneficenza. Il che sembra un ossimoro, ma hanno talmente tanta paura che l'evento fallisca che hanno bisogno di rassicurarsi parlando con l'unica persona a cui potrebbero attribuire la colpa nel caso fosse tutto un disastro." Marta sorrise notando di essere già quasi arrivati:" Tu che lavoro fai?" lui si girò verso il finestrino smettendo di guardarla, lei pensò di averlo visto con la coda dell'occhio fare spallucce:"te l'ho detto, proteggo il quartiere." la sua storia era davvero strana, ma non poté insistere più di tanto visto che erano arrivati:"Li infondo c'è casa mia. Spero ti piaccia il mare." parcheggiò la macchina nel vialetto e scese. Diego la seguì, ma impiegò più tempo a entrare in casa: sembrava spaesato. Marta trovò dolce il modo in cui si guardava attorno:"Porca miseria!"sussurrò mentre lei sorrideva aspettandolo davanti alla porta d'ingresso: "dai entra!" si allungò e gli prese il braccio per tirarlo verso di se. Diego si avvicinò e Marta entrò in casa:" Sono tornata, Lucía. Tutto bene?" la dolce signora sbucò da dietro il muro della sala da pranzo. Si sentiva un profumino delizioso di funghi:"Ben rientrata, signorina Ferrari e benvenuto, signore..." sorrise e abbassò leggermente il capo in segno di rispetto: "...vi porto qualcosa da bere o da mangiare?" Diego si guardava intorno anche se non sembrava più molto spaesato:"Si, ti ringrazio. Intanto andiamo in terrazza, a me porteresti del the freddo, per favore?Lascio qui chiavi della macchina, ti dispiace pensarci tu alla spesa che ho lasciato dentro? Diego tu vuoi qualcosa da bere o da mangiare?" lui si voltò di scatto verso Marta quando citó il suo nome, faceva fatica a star dietro alla quantità di parole che quella ragazza diceva ogni volta che apriva bocca: "Quello che hai detto tu, va bene..." fece una pausa:" grazie..." lei ridacchiò:"Tu che bevi the freddo? Ma per favore! Vuoi una birra?" Diego fece un mezzo sorriso che si spense subito:"Si, grazie." Lucía annuì e velocemente sparì dietro il muro da cui era apparsa.
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Prendiamoci Cura;
Random"Due vite opposte, due cuori attratti." Una giovane ragazza in carriera si trasferisce per motivi lavorativi in un piccola cittadina sul mare dove ha intenzione di stare per qualche mese. Lì scoprirà la vita di strada, si confronterà con una realtà...