La sala dei Serpeverde era semi-vuota a causa dell'ora tarda, e ormai la maggior parte dei ragazzi erano nelle proprie camere contenti di poter finalmente dormire. Le giornate ad Hogwarts erano sempre vivaci e spossanti, e la notte era un momento di riposo al quale nessuno poteva rinunciare.
Solo Malfoy ed i suoi amici erano rimasti svegli, e in quel momento sedevano comodi nelle poltrone davanti al camino caldo della sala.
<<Stupido Potter. Crede davvero di essere un eroe? Bhe è solamente un fallito>> Sbottò il biondo, allungando le gambe sul tavolino in legno davanti a lui e assumendo un'espresione di assoluta sfacciataggine, non troppo diversa da quella che esibiva sempre.
Tiger e Goyle annuirono obbedienti, mentre Blaise guardava il suo amico con tono di accusa. Non sopportava che Draco parlasse in quel modo, quando sapeva che probabilmente quel suo parlare tanto era dovuto a ben altro.
<<Sei solo invidioso del suo coraggio.>> Biascicò, infatti, trattenendo uno sbadiglio.
<< Hai detto qualcosa, Zabini?>> Chiese allora Draco, fulminandolo con gli occhi grigi.
<<Fa' pure finta di niente, e continua a farneticare. Io me ne vado a dormire.>> Rispose stancamente il moro, e portando la mano alla nuca, disinvolto,andò via strisciando i piedi per terra.
<<Coglione.>> Mormorò Draco, ma lo seguì ugualmente verso i dormitori, lasciando soli Tiger e Goyle.Quella mattina il sole era più chiaro del solito, nascosto dietro le grosse nuvole scure, che promettevano pioggia.
Hermione camminava tranquilla per i corridoi della scuola, mentre Harry accanto a lei blaterava qualche piano dei suoi per distruggere l'Oscuro Signore. Ovviamente lei annuiva, per farlo felice, ma non lo ascoltava più di tanto.
In realtà i suoi pensieri tormentati, gravitavano intorno ad un unico soggetto, ovvero al ragazzo che da sei anni aveva catturato il suo cuore... dal momento in cui avevano varcato insieme l'ingresso della scuola. Eppure nemmeno lì, pensò Hermione, i loro sguardi si erano incontrati. Quello che provava era un affetto privo di senso e di significato, al quale si era aggrappata per così tanto tempo da non ricordare nemmeno più il motivo per il quale avesse cominciato a sentirsi in quel modo.
<<E poi George mi ha detto: e se gli regaliamo una scatola piena di pasticche vomitose e mentre fanno effetto noi lo colpiamo con un bell'Avada Kedavra?>> Continuò Harry esaltato, scoppiando a ridere per la sciocchezza che George gli aveva rifilato. <<Ti rendi conto, Herm? Insomma, deve essere proprio matto, e Fred continuava anche a dirgli che aveva ragione.>> Continuò sospirando, e cercando di rimprendersi dall'attacco di risa che quel racconto gli stava causando.
<<Sono solo due ragazzi immaturi. Dovrebbero cercare almeno di prendere questa guerra sul serio! Non sarà una gita in campagna...miseriaccia!>> Sbuffò lei spazientita, utilizzando lo stesso termine che Ron le aveva sempre rifilato, e che adesso sentiva ancora più spesso, da quando si erano "fidanzati". Probabilmente la sua compagnia le stava facendo male, forse le stava facendo calate addirittura il quoziente intellettivo.
Proprio in quell'istante, mentre si agitava pensierosa, vide il vero soggetto sel suo interesse: le spalle larghe e allo stesso tempo esili del ragzzo erano appoggiate al muro, il corpo che negli anni era diventato più snello e scolpito, anche se l'uniforme scolastica non gli rendeva affatto giustizia, la camicia sbottonata insieme alla cravatta sciolta e appoggiata alle spalle... Si ritrovò poi a guardare il suo viso, la bocca che si curvava in uno dei suoi ghighi ma, i suoi occhi di un grigio chiaro da far invidia al cielo plumbeo, costantemente accesi da una fiamma di superiorità, e i suoi capelli biondi, quel biondo da fare invidia anche alla più bella delle ragazze.
Sì, lui era proprio Draco Lucius Malfoy, e contro tutti i principi, Hermione aveva una cotta per lui.
Per un nano secondo pensò che lui la stesse guardando, ma poi seguendo il suo sguardo si ritrovò ad osservare il suo migliore amico, che -si accorse solo allora- aveva smesso di parlare e ora guardava le sue scarpe come se fossero la cosa più interessante al mondo. Scossè la testa. Da quando quei due si guardavano in quel modo? Era successo qualcosa che lei non sapeva?
<<Avviati pure in sala grande, io vado in bagno...>> Balbettò il moro in tono di scuse e scappò via non aspettandosi una risposta. Non che Hermione ebbe il tempo di dargliela, perché appena tentò di aprire bocca, lui era già troppo lontano per sentirla.
Hermione sospirò, cercando di nuovo Draco con lo sguardo. Lui si era allontanato dal muro e camminava deciso verso la direzione opposta alla sala grande.
<<Vuoi un autografo, Mezzosangue?>> Le rivolse un sorrisetto sfacciato, passandole affianco con aria di scherno.
<<Che simpatico.>> Rispose lei, sarcastica, ma notando che lui la stava ignorando, allungò il passo e attraversò il grande portone della sala grande, con uno sbuffo.
Cosa avevano da fare tutti in bagno? Non ci andavano la mattina in camera?
<<Heeerm.>> Si voltò, incontrando lo sguardo allegro di Ginny, che dal tavolo stava sventolando una mano in aria, chiedendole implicitamente di raggiungerla. Accanto a lei c'era Ronald, ed Harry.. bhe lui era in bagno. Così come Draco. Raggelò quando il pensiero di quei due insieme da soli le venne alla mente. Doveva avvertire Ron? Doveva andare a vedere di persona se quei due se le stessero dando di santa ragione? Eppure lo sguardo che Draco aveva rivolto a Harry, le era sembrato più docile del solito, non c'era alcuna minaccia nei suoi occhi...
Chissà perchè questo, invece di tranquillizzarla, la fece preoccupare ancor di più. Stette comunque in silenzio e si sedette accanto a Ginny, sorridendo. Si fidava di Harry.Draco camminò velocemente verso il bagno. Con un gesto secco aprì la porta, pronto a parlare, ma dovette rinunciare, quando una visione disgustosa si presentò davanti ai suoi occhi. Harry e Cho Chang si stavano baciando con trasporto, talmente presi l'uno dall'altro da non rendersi conto che lui fosse entrato nella stanza. Draco trasalì. In quello stesso bagno l'anno precedente Harry aveva cercato di ucciderlo, e in quel momento, mentre guardava le labbra del moro muoversi su quelle della ragazza, si ritrovò quasi a provare lo stesso dolore.
Appena formulato quel pensiero, scosse la testa, vergognandosi di se stesso.
"Sono un Malfoy, cazzo. Non può piacermi Harry Potter, dovrebbe essere il mio nemico" Si ripetè nella testa tentando di autoconvincersi. Ma sapeva anche lui che quel ragazzo lo attraeva dal loro primo incontro: i suoi occhi verdi, gli occhiali sempre storti sul naso e la cicatrice coperta lievemente dalla massa informe di capelli neri perennemente scombinati.
Da quando poi Blaise lo aveva accusato di essere invidioso di lui, il biondo si era fatto un esame di coscienza e aveva deciso di ammettere a se stesso che si, era invidioso. Era invidioso da morire. E non perché voleva essere come lui, ma perché voleva averlo più di ogni altra cosa.
<<Oddio Potter, che schifo! Siamo in un luogo pubblico!>> Sbottò il Malfoy riacquistando la sua stronzaggine. Se c'era una cosa che non avrebbe mai perso, quello era il sarcasmo, era certo che usandolo si sarebbe salvato da ogni situazione, e quel momento ne era la prova.
Harry sembrò non ascoltarlo, ma spostò il auo sguardo dalla ragazza, per puntarlo dritto negli occhi grigi del serpeverde che per un istante si perse al loro interno. Che diavolo combinava quel Potter? Stava cercando di provocarlo? Se era quello il suo scopo, ci stava riuscendo benissimo. Draco sentiva ogni nervo de suo corpo tendersi dolorosamente, mentre il moro non accennava a staccare gli occhi da lui, così come le labbra dalla ragazza.
<<Goditi la limonata, se è quello che vuoi.>> Draco alzò gli occhi al cielo, poi con una faccia schifata girò sui tacchi e lasciò la stanza. Sarebbe voluto andare via il più velocemente possibile, ma quello che riuscì a fare, fu soltanto appoggiarsi ai mattoni freddi del muro fuori dal bagno, incapace di muovere un solo muscolo.
<<Cho! Cho! Basta. È inutile continuare questa storia. Io non voglio questo. Io non voglio Te. È ingiusto continuare a prenderti in giro così...>>
Urlò Harry, arrivando alle orecchie del biondo, che ancora sostava davanti alla porta.
<<Harry, io credevo che...>> Provò a dire Cho. Lui la bloccò nuovamente.
<<Sì, e mi dispiace, ma c'è un'altra persona che mi piace, e non voglio più che fraintenda.>> Confessò. Al biondo bastò questa frase, per avviarsi soddisfatto alle lezioni con un sorriso sul volto. Non sapeva di chi stesse parlando, ma aveva la chiara intenzione di scoprirlo.
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Titanium || Drarry (REVISIONATA)
Fanfiction"Sarebbe colpa mia? Sarebbe colpa mia se siamo i due lati opposti della medaglia? Se io sono il ragazzo che Voldemort cerca di eliminare e tu un figlio di mangiamorte? È colpa mia se tu dovresti cercare di uccidermi consegnandomi ai tuoi ma ti ostin...