Fleamont and Euphemia's Sons

650 25 38
                                    



(Una minima annotazione: in giro per il web ho visto questo headcanon secondo cui i Potter, o almeno Euphemia, fossero indiani (questo andrebbe a giustificare perché tutti insistessero sul fatto che Harry somigliasse al padre e la vergogna dei Dursley). Visto che la cosa mi aggrada alquanto, vi ho fatto qualche riferimento, ma ovviamente ognuno è libero di fare come preferisce.  Buona lettura)


Euphemia Potter aveva due figli. 

Ne aveva appena seppellito uno, morto insieme alla moglie e l'altro era appena stato trascinato ad Azkaban.

Ingiustamente. Il suo Sirius si sarebbe fatto ammazzare prima di tradire James.

Non aveva un aspetto minaccioso, era una donna piccolina e di una certa età, ma spalancò le porte del corridoio camminando spedita, l'estremità dal suo sari che le svolazzava dietro e la professoressa McGranitt che teneva il passo mentre provava a parlarle.

"Euphemia, lo capisco perfettamente, ma-"

"Proprio perché lo capisci, dovresti appoggiarmi anziché ostacolarmi, Minerva" la interruppe tagliente.

Fleamont al seguito camminava a passo più lento per non sballottare il bambino che teneva in braccio.

"Tu li conoscevi perfettamente, li hai visti crescere, credi davvero che Sirius farebbe una cosa simile?" chiese alla professoressa. In sette anni di scuola di quei discoli si erano sentite piuttosto spesso.

"La guerra cambia le persone, non possiamo essere-"

"Minerva, sì o no"

La professoressa sbuffò rumorosamente.

"Non so cosa pensare, Euphemia. Ho voluto bene a quel ragazzo come a pochi altri e vederlo così, insomma hai visto anche tu quella foto... non lo so"

"Se non vuoi essermi di aiuto, ti chiedo quanto meno di non ostacolarmi. Voglio parlare con Albus" disse definitiva e Minerva pensò che quanto meno James non aveva ereditato la cocciutaggine della madre, per poi essere pervasa dalla tristezza. Chissà se sarebbe mai riuscita a superare la morte di Lily e James.

"Va bene, aspettate qui" concesse alla fine la professoressa e si allontanò.

I due coniugi si avvicinarono l'uno all'altro, Fleamont stringeva il piccolo Harry e la guardava preoccupato. Avevano passato così poco tempo con lui, con James e Lily che si erano dovuti nascondere prima che nascesse, era meglio non rischiare di essere seguiti.

Era un bambino bellissimo, uguale a James alla sua età, ma con un paio di occhi di un verde spettacolare. Aveva anche una grossa ferita sulla fronte, l'unico segno della tragedia a cui era sopravvissuto.

Fleamont guardava la moglie preoccupato e il bambino percepiva la tensione, comportandosi in maniera piuttosto irrequieta, ma silenziosamente.

Si erano dati giusto il tempo di seppellirli e finito il funerale erano corsi ad Hogwarts, con addosso ancora gli stessi abiti.

"Ci riprenderemo Sirius, tesoro, fosse l'ultima cosa che faremo" sospirò Fleamont, un po' ad Harry un po' a sua moglie.

Dopo diversi minuti la professoressa tornò e li guidò fino all'ufficio del preside.

"Signori Potter, non pensavo di vedervi così presto" disse l'uomo con la sua solita e finta aria trasognata.

"Anche noi speravamo di non doverci trovare in questa situazione" iniziò Fleamont con tono tagliente.

Fleamont and Euphemia's SonsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora