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Marta salì nella sua amata Porsche Panamera e realizzò di non averla mai vista da quel punto di vista. Di solito era sempre lei a guidare: "Non so se posso fidarmi della tua guida. Ce l'hai almeno la patente?" chiese ironica preoccupata per la sua macchina:" Senti baby, ho una cadillac fleetwood dell'87 quindi sono più io a doverti chiedere se sai guidare." rispose con un mezzo sorrisetto mentre inseriva la retro. Mi fece un occhiolino veloce poi ruotò leggermente il busto per guardare dietro e iniziare la manovra. Marta non sapeva dove esattamente fossero diretti, ma lui sapeva la strada quindi si fidò e silenziosamente trascorse quel breve tempo a guardare fuori dal finestrino abbassato facendo per la prima volta caso alle persone, alle case, ai bambine e alle strade che la circondavano:"È li avanti l'indirizzo che mi ha dato mio fratello." si accostò e spense il motore. Prese il telefono e lei si immaginò che gli stesse inviando un messaggio. Dopo pochi secondi si girò verso di lei e si rimise il telefono in tasca:"Ora ci raggiunge." era tornato serio come quando si erano incontrati fuori dal negozio quel pomeriggio: faccia un po' imbronciata e atteggiamenti da strafottente arrogante. Marta si raddrizzò, lo osservava mentre lui guardava la strada: si sistemò i capelli e incrociò le gambe: "Eccolo. Cerca di non parlare." lei fece spallucce e annuí. Non è che non le sembrasse strano quel suo modo di trattarla, ma lasciò correre e cercò di capire quello che era sul punto di fare. Diego riaccese il quadro della macchina e sì assicurò che entrambi i finestrini fossero abbassati. Poco dopo 3 ragazzini abbassarono leggermente il capo un po' intimiditi e guardarono Marta, ma il loro viso si rilassò quando videro chi c'era accanto a lei :"La casa è li avanti, DH. Ti aspetto lì." disse uno. Aveva un viso molto simile a quello di Diego, apparte i tatuaggi e i capelli che portava più lunghi. Inoltre erano tutti e tre travestiti; quello che immaginò essere il fratello aveva un costume che richiamava la Grecia: una tunica bianca mono spalla e una corona di foglie color oro. Accanto a lui c'era un ragazzo bassino vestito da vampiro e una ragazza molto carina, con due trecce di capelli che le ricadevano sulle spalle: era una contadina. Diego annuì velocemente e probabilmente non notò gli stessi dettagli che vide Marta. Quando la macchina tornò in movimento lei si voltò e lo guardò: la sua espressione era diventata molto cupa, sembrava tremendamente arrabbiato. Per un attimo Marta pensando a cosa ci facesse lì con degli sconosciuti, si irrigidì leggermente e continuò a guardarlo:"Ti devi rilassare, baby. Non è questo il quartiere di cui avere paura. C'è tutta gente ricca come te qui." utilizzò un tono relativamente dolce e sarcastico. Lei gli sorrise leggermente e si lasciò intenerire dai suoi occhi nocciola che risplendevano sotto la luce di un lampione. Ad un certo punto però, fermò di colpo la macchina e tirò il freno a mano con forza. Nel giro di qualche secondo stava aprendo lo sportello della macchina e con grande prepotenza si dirigeva verso la casa alla destra di Marta. Così lei lo seguì con lo sguardo e notò che Diego stava andando incontro al ragazzo con la tunica bianca che dava spalle alla macchina. Pensò che stesse parlando con qualcuno ed effettivamente era così perché quando si spostò intravide un altro ragazzo non travestito che si rilevò spaventato alla vista di Diego che gli andava incontro. Il fratello si spostò e Marta notò che le lanciò un'occhiata poi non capì cosa stava succedendo poiché era distante e poi perché appunto vedeva solo le grandi spalle di Diego.

Marta allora poggiò le braccia incrociate sul finestrino e le utilizzò per appoggiarci il mento: non sapeva come funzionassero le cose lì, è vero, ma realizzò che ciò che l'aveva portata lì quella sera non era l'ordinamento sociale che regnava in quella città, bensì Diego. Era incuriosita dal suo mondo, dai suo modi di fare e da tutti quei pensieri che secondo Marta, non esponeva. Guardava la sua corporatura alle spalle e si rese conto che era davvero grande in confronto agli altri ragazzi: non era palestrato e non era grasso, ma quelle magliette e quei pantaloncini larghi che indossava lo rendevano una figura piuttosto imponente. Al contrario trovava ridicole le calze bianche tirate su fino al ginocchio, ma pensò che allo stesso modo, lui potesse trovare ridicolo che si vestisse in giacca e pantalone elegante ogni giorno, quindi erano pari. In quei due minuti in cui Diego conversò di non si sa cosa con l'amico del fratello, Marta pensò a quanto la incuriosisse: lei aveva quell'aria per cui chiunque la conoscesse si sentisse a suo agio e iniziasse a parlare di se dunque il fatto che lui rimanesse così enigmatico con lei, non faceva altro che farla interessare di più. Quello che le sfuggiva, però, era che quell'interesse maturato era generato dal suo bisogno di aiutare chiunque fosse in difficoltà, senza però sapere che in quel caso non c'era molto da fare.


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