Capitolo 1 - Come together, right now, over me.

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Sto imparando a vivere la mia vita senza di lui. Una storia che è finita senza avere un vero e proprio inizio. Ricordo ancora le incertezze, le gioie incontenibili e le altrettante immense delusioni. Gli sguardi, i suoi baci sul mio collo, le nostre piccole, dolci, abitudini... eppure, a un certo punto, nonostante ci speri, nonostante lo neghi a te stesso, devi ammettere che anche le storie importanti, l'amore più grande, deve essere superato; a un certo punto devi andare avanti. Giugno 2018, il momento più brutto della mia vita, il momento in cui ho dovuto obbligarmi a dire "addio" definitivamente a Louis Tomlinson.

Adesso viviamo la nostra vita essendo amici... come se questo possa essere possibile.

Da anni ormai ci inseguiamo, in un gioco continuo che ci avvicina e allontana continuamente. E' convinto che i nostri siano atteggiamenti normali, che le amicizie più speciali esistano e non si possano avere con tutti.

"Trovare un amico nella vita che sia ciò che ti completa è una delle più grandi fortune". È questo che mi ha ripetuto Louis, che si è ripetuto per anni, fino a convincersene. Le manifestazioni d'affetto, i baci fortuiti che dalla guancia si trasformavano in piccoli morsi che contornavano il mio labbro inferiore, l'eccitazione e l'incertezza dei nostri incontri, non sono altro che amicizia a detta sua. A un certo punto ho iniziato a crederci anche io.

Non è facile e nonostante la mia testa avesse ben chiara che quella fosse una storia impossibile, una parte del mio cuore sarebbe stata sempre, sinceramente sua.

E' passato quasi un anno, Maggio 2019. Lo scorso anno è scivolato velocemente tra gli impegni del tour e la composizione del nuovo album. Parlerà di lui, parlerà di me, parlerà di me senza lui. "Fine Line" è il mio percorso. La mano tracciava le linee delicate inconsciamente e, come in un sonno mistico, mi sono ritrovato a dare forma ai miei pensieri su carta.

Mi sono chiesto tante volte se fossi io la persona sbagliata. Mi sono sentito così solo in questi anni perché, nonostante le persone che ho sempre avuto accanto, sentivo sempre un vuoto dentro.

La solitudine spaventa tutti, spaventa me.

A un certo punto però mi chiedo... e se fosse lui il problema? E se non dipendesse da me?

È incredibile come le fan siano ancora vicine agli one direction e, come ci chiamavano, ai "Larry Stylinson". Mi capita di leggere qualche commento, qualche gossip di rado, qualche teoria fantasiosa che però un fondo di verità ha. Tra le tante, una ha catturato la mia attenzione; molte di loro hanno iniziato a parlare di una canzone, "Changes". Non è di Louis, ma l'ha scritta anche lui. Questa canzone sembra rappresentarlo: la sua incapacità di accettare se stesso che ha portato inevitabilmente alla fine di "noi", la voglia di cambiare... Non voglio illudermi, non voglio rimanerci male, lui non cambierà mai, però...

"Signori e signore è il comandante che vi parla. Ci prepariamo all'atterraggio a Fiumicino. La temperatura è mite, 20°, soleggiato. Vi ringraziamo nuovamente per aver scelto di volare con noi quest'oggi." Dall'altoparlante la voce fuoricampo del pilota interrompe i miei pensieri. Dall'oblò dell'aereo, superata la coltre di nubi, si intravedono i primi contorni della città eterna. Sono stato altre volte a Roma, ma non l'ho mai vissuta a pieno, non c'è mai stato il tempo. Anche questa volta, starò qui giusto un paio di giorni per la Gucci Campaign. Ancora mi chiedo come facciano le mie fan a sapere tutti i miei spostamenti; appena atterrati, erano già li fuori ad aspettarmi con i cartelloni e urlanti emozionate il mio nome; non riuscirò mai ad abituarmici completamente.<<Harry please a photo>> <<Harry look here>> <<Harry....Harry>>, tra le voci confuse e le varie richieste, una ragazza ha attirato la mia attenzione. Aveva una maglietta bianca semplice, con la scritta nera in corsivo: "it is what it is".

<<Harry è troppo tardi, dobbiamo andare via, ci aspettano>>. Paul, la mia guardia del corpo, con tono fermo e movimenti decisi, ha aperto un varco tra la folla per entrare nella nostra auto. L'albergo, a pochi passi dallo shooting fotografico, si affaccia su Castel Sant'Angelo. Oggi avrei avuto la giornata libera.

Nonostante i vestiti più sobri del normale, il pantalone scuro anni '50 e la camicia a maniche corte arancione non mi fanno passare di certo inosservato. Decido allora di rispolverare un vecchio look, più comune, che mi riporta indietro nel tempo: oggi voglio godermi il mio pomeriggio di libertà. Jeans stretti neri, camicia larga bianca a righe nere, stivaletti ...

Spotify stava riproducendo 'Come together', il sole faceva capolino dalla tenda chiara della camera. "He wear no shoeshine he got, toe-jam football he got, monkey finger he shoot.." Il rumore del campanello mi distoglie dall'acuto che già avevo in testa.

"Sarà Paul, non condividerà la mia scelta di andare in giro per la città e vorrà dissuadermi". Abbasso la maniglia e tiro la porta con gli occhi persi nel vuoto, pronto per la filippica e, nel frattempo, la musica si spandeva in camera"He say 'I know you, you know me, One thing I can tell you is you got to be free".

Metto a fuoco solo una scatola nera, tenuta da una persona. Alzo lo sguardo lentamente, passando da un paio di jeans, a un braccialetto di pelle che copriva a malapena parte del tatuaggio sul braccio destro, una camicia bianca, barba appena accennata e, quando John Lennon attacca con "Come together, right now, over me", i miei occhi incontrano un paio di occhi azzurri, che avrei riconosciuto tra mille. Louis era lì davanti a me.

<<Hi>> mi ha detto, semplice e conciso, aprendo contemporaneamente la scatola che conteneva un paio di Vans nere con la striscia bianca.

Cerco di trattenere l'evidente sorpresa visibile sul mio volto e, nell'improvviso stupore, <<che sono quelle?>>. L'unica frase che sono stato in grado di formulare è stata questa.

<< Vieni a fare un giro con me. Indossa queste; ti ho portato anche dei miei vestiti, così passeremo inosservati entrambi. Per oggi, solo per oggi, non pensare a niente e dimmi solo di si.>>

Solleva da terra una busta di vestiti, con un paio di jeans scuri, una maglietta bianca degli Artic Monkeys e un giubbottino nero. La mia capacità di giudizio cede davanti a lui. Tutto quello che so fare è prendere quei vestiti, spogliarmi del mio solito look, mettermi un paio di rayban neri e seguirlo.

<<Prima di andare...>> continua Louis <<...indossa questo>>. Passandomi una mano tra i capelli per sistemarmi un improponibile ciuffo, mi sistema un suo cappellino nero con la visiera in testa.

<<Ora possiamo andare>>.

    




--- commento: fatemi sapere cosa ne pensate. è la prima fanfiction che scrivo quindi ogni suggerimento è ben accetto :D ----

Nonostante tutto - Harry e LouisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora