chapter 1

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22 novembre 1993

Questa volta James era impazzito del tutto. Aveva bevuto troppo alla festa del diciottesimo di suo fratello Liam, e adesso ero io a doverne avere a che fare, come sempre.
James è sempre stato un uomo violento con me. Ma quando era ubriaco, era ancora peggio.

Stavo dormendo nel nostro letto, ovviamente da sola, essendo che il mio suddetto parter era alla festa.

ore 01:03

Sento suonare il citofono. Mi alzo e vado a vedere chi fosse.
Appena vedo James apro il garage e torno a letto.
Poco dopo udii i suoi pesanti passi sulle scale, cercando di capire dal loro suono come sarebbe andata a finire questa volta.
Entrò nella camera e vidi sul suo volto le goti arrossate dall'alcol.

-buonasera amore, come è andata la festa?

dissi tentando di restare il più tranquilla possibile, mentre l'uomo si avvicinava.

-bene.

-sono felice per te allora.

-ho detto che è andata bene!

-si James..ehm..scusami.

Ad aggravare la sua situazione in quel momento c'era la sua personalità multipla. Prima di rispondergli infatti dovevi capire con chi stavi parlando: se con la sua parte naturale, violenta e introversa o con il suo lato dolce, sensibile ma irritabile.

Incominciò a spostare le coperte con movimenti dinamici,impazienti, per poi sedersi a qualche centimetro dal mio corpo freddo, pieno di cicatrici.

-cosa hai fatto in mia assenza Stephan?

-ho sistemato e pulito la casa.

-non mentirmi.

-non ti sto mentendo caro.

-invece sì. Mi prendi per un idiota Hammerson?

Mi prese dal collo costringendo il mio corpo a sedersi, con le spalle contro al muro.

-adesso mi dici cosa hai fatto, per filo e per segno, capito?

- s..si

-ecco. Inizia a darmi il tuo telefono. Voglio proprio vedere chi hai chiamato mentre ero via.

-A..amore su..è..e tardi non credi..?
Stavo tremando. Se vedesse la chiamata che ho fatto alla polizia, mi ucciderebbe.

-muoviti.

-penso di..di averlo lasciato in cucina..vado a prenderlo, ok..?

-No. Resta qui. Vado io.

Appena l'uomo uscì dalla stanza mi precipitai alla finestra per vedere se fossero arrivati i miei salvatori. Ma di loro nessuna traccia.

Lo sentii correre verso la porta urlando il mio nome.
Ero in preda al panico.

Questa volta era finita per me.

Lo vidi sulla porta con in mano il mio telefono sulla schermata delle chiamate compiute, mentre nell'altra impugnava una pistola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 21, 2020 ⏰

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