Pov. Elena
Nel bosco mi sedetti contro un albero in un punto non preciso, iniziando a pensare a quanto successo. Ero un mostro e di sicuro tutti i ragazzi con cui avrei dovuto lavorare avrebbero rifiutato. Ancora una volta avevo allontanato le persone da me. Sentii le lacrime iniziare a scendere. Volevo fermarle, ma non ci riuscivo. Non sapevo bene il perché di quel pianto, ma si dice che quando non lo sai è perché ne hai troppi per focalizzarti su uno solo. Volevo sparire. Ero spaventata da me stessa, volevo andarmene da lì. Se avessi fatto del male a qualcuno? O peggio se avessi ucciso delle persone? Mi faceva male la testa e il mio respiro era irregolare a causa dei singhiozzi.
Misi una mano sul terreno e vidi delle cose strane: dei ragazzi che combattevano contro un toro metallico che era passato proprio di lì, un mostro enorme che mi fece percepire il tempo scorrere pianissimo, un figlio di Ermes che parlava con lui. Poi quel ragazzo lo vidi a terra, morto, mentre il mostro cercava di uccidere altri. Vidi anche altre scene di duelli andati male, riconoscevo il posto, era proprio il campo in cui mi trovavo. Poi, come se non bastasse vidi una figura strana, incappucciata che gettava contro di me un coltello. Mi prese in pieno nell'addome.
Tolsi la mano dal terreno e feci un urlo spaventato. Non capivo cosa fosse successo, ma era stato orribile. Dovevo assolutamente imparare a controllare i miei poteri, oppure sarei impazzita.
"Chirone! L'ho trovata!" Sentii urlare alle mie spalle. Era il figlio di Efesto, Quentin.
"Stai bene? Hai una faccia strana." Mi sarei voluta fiondare tra le braccia di qualcuno, ma non lo feci: sapevo che avevano paura di me, non volevo peggiorare le cose. Mi alzai dicendo:
"Sto bene. Vi serve qualcosa?"
"Elena, dati i recenti avvenimenti ho deciso che alla mattina ti allenerai con le armi, al pomeriggio con i tuoi poteri. Iniziamo subito."
"No. Non voglio fare del male a delle altre persone."
"Infatti ti allenerai su dei mostri e su dei cloni."
"Cosa?"
"I figli di Efesto possono creare dei cloni perfetti di persone, con i fuoco di loro padre possono dargli vita. Ti allenerai su di loro, poi andremo nel bosco e affronterai dei mostri. Se ci va di fortuna potremmo addirittura trovare un cucciolo di idra."
Lo seguii in silenzio. Dopo un po' decisi di doverglielo dire.
"Chirone, ho visto una cosa strana quando ho toccato il terreno prima. Ho visto delle scene strane." Gli raccontai tutto, senza omettere particolari.
"Hai visto l'ultima guerra che c'è stata qui al campo: quella contro Crono 10 anni fa. Il ragazzo che hai visto era Luke Castellan, figlio di Ermes. Ci ha traditi per Crono, per poi pentirsi e sacrificarsi per il campo. Mi domando cosa tu abbia visto dopo, ma di sicuro non è nulla di buono."
Intanto eravamo arrivati in uno spiazzo, dove notai diverse persone che si comportavano in modo strano. Sembravano come in trans, stregate da qualcuno o da qualcosa.
"Bene, iniziamo con le parti semplici. Loro ti attaccheranno e tu ti dovrai difendere solo con i tuoi poteri. Pronta?" Annuii e lui fischiò richiamando l'attenzione dei cosi. Come sotto incantesimo mi vennero contro, pronti ad attaccarmi. La paura mischiata all'adrenalina presero il sopravvento. Li fissai negli occhi uno ad uno e, mentre lo facevo, crollavano a terra morti. Quando Chirone fischiò di nuovo si rialzarono e ne arrivarono altri.
"Il bello dei cloni è che puoi usarli tutte le volte che vuoi, fino a che non si distruggono." Detto ciò ricominciai di nuovo. Schivavo colpi e fissavo le creazioni dei figli di Efesto negli occhi. Ancora una volta crollarono tutti. Feci l'esercizio ancora e ancora, ogni volta aumentando il numero di avversari.
"Chirone, quanti ne avete?"
"Un'intera legione. In caso di attacco." Ero abbastanza stanca, ma continuai comunque. Il desiderio di non essere un pericolo per gli altri era più forte di qualsiasi tipo di stanchezza.
Ad un certo punto il numero di persone era veramente tantissimo. Mi avevano circondato, ero in trappola. Agii di istinto: chiusi gli occhi e pronunciai la parola "Thanatos" (morte, in greco). Sentii una scossa provenire dal terreno, e quando riaprii gli occhi constatai che una voragine si era aperta nel terreno e stavano uscendo degli scheletri enormi. Inizialmente mi preoccupai, ma poi vidi che uccidevano anche loro i cloni, con l'unica differenza che loro li facevano a pezzi. Un volta terminato tornarono da dove erano venuti e la voragine si richiuse.
"Molto bene, per oggi direi che può bastare. Ah, un ultima cosa. Venite fuori!" Disse guardando un punto in cui c'erano dei cespugli. Alcuni ragazzi uscirono da lì dietro. Erano Chanel, Anne, Ryan e Jordan, Quentin e i tre figli di Afrodite.
"Ragazzi, sono molto più vecchio di voi e ci sento bene. Siete pregati di non dire nulla di ciò che avete visto. Elena non sa ancora controllarsi e se qualcuno dovesse provocarla per qualunque motivo la situazione potrebbe essere critica." Sembravano in imbarazzo. Non li guardai negli occhi quando ci passarono vicino. In parte mi vergognavo di ciò che avevo fatto alla figlia di Iride, in parte avevo paura di ferirli.
Tornai nella mia capanna e mi feci una doccia. Mi cambiai e andai in pagoda.
"Ele, sta sera andiamo a fare un giro all'arena, vieni?" Propose Anais. La guardai stranita, come se avesse detto una scemenza.
"No, non abbiamo paura di te. Sappiamo tutti quanto possono essere stronzi i nostri poteri quando non li controlliamo." Sembrava avermi letto nel pensiero.
"Va bene, a che ora?"
"Solito, 21.30 ti passiamo a chiamare, così andiamo tutti insieme." Annuii, per poi andare nella capanna. Mi sedetti sull'altalena e mi dondolai piano. Mi sentivo libera con il vento tra i capelli. Era il mio posto speciale: tutti i pensieri se ne andavano quando mi sedevo lì, solo il silenzio del bosco era a farmi compagnia. Il tempo volava, infatti, dopo quelli che mi sembravano solo 10 minuti Joaquin entrò e mi disse che erano tutti lì fuori.
Un po' a malincuore mi alzai e li seguii nell'arena, dove anche altri gruppetti erano già lì a parlare tra loro.
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L'ultima figlia di Ade
FanfictionElena, ragazza solitaria e dal passato turbolento, arriva al Campo Mezzosangue grazie alla sua migliore amica Carly. Scopre di essere figlia del dio degli inferi, Ade, e di essere l'ultima dei suoi fratelli. Al campo, oltre che ad allenarsi per acc...