15/The romantic hero

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L'ampia Stanza era illuminata da una luce soffusa e debole, che attraversava flebilmente gli spazi sottili lasciati dalle tende tra una finta finestra e l'altra. Nell'aria della Stanza delle Necessità vagheggiava un pesante odore di chiuso e di polvere, unito a ciò che restava del sentore delle innumerevoli sigarette alla menta fumate la notte prima.

Blaise Zabini aprì gli occhi troppo presto anche quella mattina, ma stavolta non fu perché aveva trascorso con la sua rossa una dolce notte di passione.
Aveva passato tutta la sera precedente a discutere con Draco e Pansy, che gli avevano spiegato ogni dettaglio di una nuova sconvolgente verità: anche la mora era diventata una Mangiamorte, e quel giorno lo sarebbe stata da un'esatta settimana. Tra un ricatto e l'altro, anche la famiglia Parkinson aveva ceduto al desiderio incessante di gloria e rispetto e aveva prevedibilmente offerto sua figlia al suo Signore in cambio di essi. E per giunta, il Signore Oscuro aveva espressamente incaricato Pansy di prendere parte alla missione di Draco... Adesso sì che avrebbero dovuto organizzarsi, e la cosa spaventava non poco l'ansioso Serpeverde dalla pelle scura. Quel nuovo arruolamento rendeva la missione di Draco - e ora anche di Pansy - spaventosamente reale, e a lui, che vi era ormai irrimediabilmente coinvolto, veniva la pelle d'oca solo a pensarci.

Blaise, ancora stravaccato sul letto e con il viso sepolto in un grosso cuscino, lasciò che il suo sguardo semiaperto e assonnato vagasse per la Stanza e si posasse poi su Draco, che dormiva beatamente nel letto accanto, identico al suo. Blaise non ebbe cuore di svegliarlo dato che quella notte, come sempre, aveva faticato ad addormentarsi ed era rimasto in compagnia delle sue sole sigarette fino a tardi, così tardi che non lo aveva nemmeno sentito allontanarsi dalla finta finestra e andare a letto. Doveva essere da molto che Draco non dormiva sogni tranquilli, tormentato com'era da incubi e preoccupazioni, da molto che non dormiva come ora che, con gli occhi di ghiaccio nascosti dalle palpebre, il respiro regolare e l'espressione rilassata, sembrava quasi essere in pace.

Blaise sorrise amaramente a quella vista, piacevole ma allo stesso tempo così triste.
Aveva sempre cercato di sostenere il giovane Malfoy in ogni modo, fin dal primo momento in cui era venuto a conoscenza del terribile errore che il suo migliore amico aveva commesso. All'inizio dell'anno scolastico lo aveva tirato fuori a forza dalla sua stanza sigillata, mentre contemplava esterrefatto un pavimento costellato di vetri e Whisky. Poi lo aveva aiutato a riparare l'Armadio Svanitore (anche se la riparazione, in realtà, era tutt'altro che ultimata...) e infine, suo malgrado, aveva contributo anche a trovare un modo per adempiere ai suoi doveri portando a termine quella sua sanguinosa missione.

Ciononostante, c'era un pensiero che già dalla sera prima, quando finalmente era venuto a conoscenza dei veri fatti, lo tormentava: era il motivo per cui sia Draco che Pansy si erano rassegnati ai propri destini, arrendendosi a una totale sottomissione senza nemmeno ribellarsi. Questo restava per lui incomprensibile. Anche con tutti i racconti che si era sorbito sullo spietato ricatto di Violet e la minaccia all'eredità dei Parkinson, o sull'avvertimento di Voldemort riguardo la famiglia di Draco, il moro non riusciva proprio a capacitarsene. Credeva che la loro arrendevolezza altro non fosse che pura accidia, e che nulla, neanche la ricca eredità e i gioielli di famiglia di Andrew Parkinson valessero, ad esempio, quello che la sua amica aveva per sempre perduto: la libertà. Per non parlare di Draco: a detta di Blaise, avrebbe dovuto subito parlare con Silente della sua situazione e farsi aiutare. Per questo, quando l'amico aveva prontamente rifiutato, il moro era già giunto alla sua conclusione. La sua riluttanza a chiedere aiuto non nasceva dalla paura per la vita di Narcissa, o almeno, non completamente; la natura di quella sua negligenza risiedeva molto di più nell'abulia e nell'orgoglio. Tutte cose che il moro non riusciva a concepire... Un po' per questo, un po' per il suo temperamento innaturalmente ottimista, Blaise non avrebbe mai potuto capire le ragioni che avevano spinto i suoi amici a sacrificare le proprie volontà e ambizioni in nome di qualcosa di più importante.

I don't wanna die//DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora