Capitolo. 1

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Spazio autrice.
Bella ragaaaaaa. Allooooora, non so se sapete ma in giro c'è una cosa piuttosto antipatica chiamata Coronaviruuuuus, e io tutto il giorno in casa mi annoio, quindi ho deciso finalmente di dimostrare al mondo intero che...NON SO SCRIVERE e SONO COMPLETAMENTE ANALFABETA, quindi se la storia non avrà senso e le parole saranno tutte sbagliate abbiate pazienza e capite una povera scema come me. Buona lettura ragazzuoli...
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POV Clary
Destro. Sinistro. Destro. Destro. Sinistro. Destro.
"Andiamo Frey! Su, forza! Colpisci più forte!" Mi incita Jace mentre alza le mani, con i mezzi guanti, sopra la mia testa.
Io non indosso i guantoni, dato che mentre siamo sul campo non li ho con me e quindi mi sembra un accorgimento inutile. Comunque, Jace dice che l'addestramento per pugili allena i riflessi, quindi io colpisco e obbedisco al mio coach... non che mio ragazzo. E già.
Sono cinque anni che stiamo insieme, dopo che io avevo perso i ricordi. È successo otto anni fa. Otto lunghi anni fa... mi sembra incredibile tutto quello che può succedere in otto anni. I primi tre anni sono stati difficili per me, e anche per gli altri. Io mi sentivo un'estranea ogni volta che varcavo la soglia dell'istituto, ma allo stesso tempo sapevo, dentro di me, che conoscevo la maggior parte di quelle persone, e sapevo chi erano quelli che contavano veramente per me. Simon, il mio migliore amico, poi Izzy, quella che sarebbe dovuta diventare la mia parabatai, non che moglie di Sim, con tanto di anello. Poi c'erano Alec e Magnus, e infine Jace.
Con Jace però era diverso, io sapevo che tra noi c'era stato qualcosa, qualcosa di grosso, importante. Lo sapevo perché ogni volta che parlavo con lui mi sentivo le farfalle nello stomaco, e poi anche perché Jace me lo ricordava ogni volta che poteva. Mi ricordava di quante ne avevamo passate insieme, di quanto mi amava, di quanto io lo facevo sentire compreso, perfetto, unico. E la cosa più dolorosa di tutto questo era che io sapevo di amarlo, ma non ricordavo nulla di tutto questo, nonostante tutti cercassero di farmi affiorare i ricordi alla mente; e ogni tanto ci riuscivano alla grande; a volte quando i miei amici mi parlavano, o mi facevano vedere delle vecchie foto, io avevo come dei flashback nella mente, e ricordavo avvenimenti, persone, insomma ricordavo qualcosa in più su di loro.

Ma poi, una mattina della primavera di cinque anni fa, Magnus mi svegliò entrando nella mia stanza all'istituto, mentre ero nel letto con un pigiama che chiamare leggero sarebbe un eufemismo.
"Magnus ma che vuoi" dissi io assonata, se non fosse stato gay e sposato con Alec mi sarei messa a urlare.
Lui cominciò a blaterare di incantesimi, e notti in bianco e cose da stregoni, e quando si calmò mi fece capire di aver trovato una cura alla mia, ehm diciamo amnesia post uccisione di demone. In pratica nel giro di due mesi circa io avevo riacquisito tutti i miei ricordi, e a parte un mal di testa da far paura cominciai a sentirmi veramente bene, finalmente mi sentivo a casa, con le persone che amavo e con il mio 'lavoro' da Shadowhunter.
Inutile dire che il più contento di tutti era Jace, che sprizzava gioia da tutti i pori ogni volta che mi vedeva entrare nell'istituto. Anch'io ero contentissima, ma fu solo allora che capii quanto fossi mancata a Jace quando non ricordavo nulla.

"Ehi!" urlo a Jace che ha deciso di risvegliarmi dai miei pensieri aumentando la velocità durante l'allenamento e quindi dandomi un pugno sul naso.

Jace ridacchia e poi chiede tentandomi:"Che c'è? La grande Frey si è appena fatta dare un pugno dal debole Jace! Un avvenimento da ricordare!"

"A si?"dico io rialzandomi, poi lo colpisco nello stomaco con il destro e in men che non si dica ci stiamo battendo a corpo libero.
Isabel entra in quel momento nella palestra dell'istituto, con una frusta di elettro nella mano destra e un'aria da "madre-che-osserva-i-suoi-figli-che-si-abbuffano-per-il-gelato". Noi due ci ricomponiamo un attimo e notiamo entrambi che ha un'espressione strana, non saprei se definirla terrorizzata-che-cerca-di-restare-normale oppure semplicemente stressata per il lavoro da istruttrice di nuovi shadowhunters.
Ah, si. Dato che Isabelle è incinta di quattro mesi Simon ha deciso per lei che era meglio riporre un secondo l'ascia di guerra nei confronti dei demoni e dedicarsi a un lavoro meno pericoloso.
Ovviamente Izzy non era d'accordo, ma Sim non ha voluto sentire ragioni; non l'ho mai visto in modalità iper-protettiva, ed è una cosa abbastanza, come dire... ehm, ecco... ecco sì, TERRIFICANTE.

Comunque, mentre io e Jace ci asciughiamo la faccia imperlata di sudore, Izzy comincia a parlare nervosamente di cose che riguardano l'istituto, la sicurezza, i Seelie ecc., roba in pratica che non ci interessa, ma ad un tratto Izzy si ferma di scatto, riprende fiato e si sedie sulla panca di pelle al lato della palestra. Jace lascia cadere il suo asciugamano a terra e io faccio lo stesso, poi ci fiondiamo vicino a Izzy, bombardandola di domande del tipo "Stai bene?-il bambino?-devo chiamare Simon?-vuoi un po' d'acqua?-stai per vomitare?".

Izzy si porta le mani alla faccia, mentre noi ci preoccupiamo sempre di più, poi dice:"Ragazzi. RAGAZZI. bambino sta bene, io sto bene. È una cosa molto più grave di questo. Deduco che non mi abbiate ascoltato per niente mentre vi parlavo dei problemi della sicurezza dell'Istituto e dei Seelie."

Io e Jace ci guardiamo, sollevati perché Izzy sta bene, ma allo stesso tempo spaventati, perché lei non è il tipo da preoccuparsi tanto che l'ho sentita anch'io attraverso la runa parabatai (si, io e Izzy siamo parabatai da tre anni).

Io mi giro verso di lei, poi le chiedo piano:"Iz, che succede?"

Lei mi guarda per un secondo, poi si girò verso Jace, poi torna a me e infine si alza e indica con un movimento del mento di seguirla, cosa che noi facciamo all'istante, giusto dopo aver preso le nostre magliette.
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Spazio autista.
Bela tuti ragazi e ragaze, e annnnnche questo eppisodio è giunto al tttttermine.
E niente, spero che vi sia piaciuto, so che sono analfabeta e non so scrivere, ma spero che vi sia piaciuto.

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