CACTUS

408 41 8
                                    

Hermione's pov

L'aula di pozioni è sempre stata una delle mie preferite.

Tetra, buia e maleodorante.

Era così per la maggior parte degli studenti.

Forse lo era davvero, tetra, buia, maleodorante. Ma a me piaceva così.

Da quando sono diventata la sua apprendista sono riuscita a renderla un po' più mia, a poco a poco.

Per prima cosa ho portato un piccolo cactus, che avevo posizionato in un vasetto rosso. L'ho lasciato con fare indifferente sulla sua scrivania. Infondo, era l'unico tipo di pianta che poteva sperare di sopravvivere nei sotterranei.

"Hai rubato questo...coso alla Professoressa Sprite?"

"No, è un cactus"

La conversazione finì lì e, sorprendentemente, il cactus non venne spostato. Qualche volta notavo che osservava la pianta con fare sospettoso, quasi come se fosse un'arma di distruzione di massa. Che non avesse mai visto un cactus? Effettivamente suo padre era un babbano, ma non mi dava l'idea di un uomo con il pollice verde.

"Il cactus è una pianta grassa, non ha bisogno di essere annaffiato più di tanto"

Un giorno glielo dissi, sembrava essere curioso, ma sicuramente non mi avrebbe chiesto niente. Il suo sguardo mi sfiorò per un attimo, prima di tornare alle sue scartoffie. Un classico.

Una notte lo trovai in giro per i corridoi durante il mio turno di ronda. Sembrava distrutto e le occhiaie ormai gli sfioravano gli zigomi.

"Incubi?"

"Qualcosa del genere"

Tornò nella sua stanza, senza aggiungere altro. Un altro classico.

Il giorno successivo decisi di preparagli la bevanda della Pace. Era sabato e mi alzai di buon'ora. Arrivai nel laboratorio deserto e presi gli ingredienti: pietra lunare in polvere, biancospino, sciroppo di elleboro, infuso di tiglio e fiori di valeriana. Feci sobbollire l'infuso di tiglio per qualche minuto per poi versare l'essenza di elleboro. Bisognava far bollire il tutto per una ventina di minuti, così mi misi a sedere su un banco a leggere un libro di pozioni avanzate che avevo trovato nella sezione proibita qualche giorno prima. Alzai lo sguardo e mi misi ad osservare il cactus: era così bello avere qualcosa di mio in quell'aula. Quella pianta, prima, si trovava nel salotto della casa dei miei genitori. Era ormai l'unica cosa che era rimasta della mia vita normale: quella casa era stata venduta e i miei genitori erano rimasti permanentemente in Australia.

"Cosa fai?"

Sobbalzai. Possibile che fosse già sveglio?

"Guardavo il cactus"

Fece un'espressione che, a ripensarci ora, fu abbastanza comica.

"E preparo una pozione"

"Ah, davvero? Non l'avrei mai detto"

Lo disse alzando il suo solito sopracciglio e guardando il calderone che sobbolliva. Mi alzai velocemente e aggiunsi i fiori di valeriana e la pietra lunare con un movimento di bacchetta, per poi prendere il mestolo e girare tre volte in senso orario e una in senso antiorario.
Sorrisi timidamente. Lui continuava a guardarmi impassibile.

"Bevanda della Pace"

Lo dissi prendendo una fialetta e versando il contenuto del calderone all'interno. Poi gliela porsi.

"Non era necessario, Granger"

"Lo so"

La prese e tornò, come sempre, dietro alla scrivania a correggere i compiti degli studenti.

CACTUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora