Savage |Oneshot| Boyxboy

Capitolo 1

Salve! Ho delle precisazioni da fare prima della lettura che però scrivo a fine capitolo per comodità, perciò leggete prima giù per favore.

I due si incamminarono verso casa sua di Bruce, lui era particolarmente nervoso, non riusciva a smettere di asciugare le proprie mani sulla felpa della squadra. Non aveva mai invitato uno dei suoi amici, ma Jay era diverso, a lui non avrebbe dato fastidio il caos di casa sua.

Appena Bruce inserì le chiavi nella toppa del portone, Jay si accorse dell’eccessivo rumore proveniente dall’abitazione. Entrarono e il castano si inginocchiò verso quello che doveva essere il soggiorno, Jay lo guardò stranito ma dopo pochi secondi un bambino, di circa 4 anni, si tuffò tra le braccia di suo fratello.

“Com’è stata la tua giornata a scuola?” chiese Bruce a quell’ammasso di ricci biondo scuro.

“Una vera noia! Le maestre ci hanno fatto cantare tutte le canzoni della recita almeno sei volte. Domani non voglio andarci.” Il maggiore lo guardo alzando il sopracciglio destro, un gesto che faceva spesso per esprimere il suo disappunto. “D’accordo ci andrò, ma oggi voglio fare merenda con i pancakes!”

A quel punto il piccolo, ancora tra le braccia del fratello, si girò verso Jay, che gli sorrise, e disse “E tu chi sei?” Bruce si alzò portando con sé il bambino “Liam, lui è il mio amico Jay è uno dei miei compagni di squadra, su, dagli la mano come fanno i grandi.”

Finite le presentazioni si incamminarono verso il salotto, dove una ragazzina dai lunghi capelli dello stesso colore di Bruce, stava leggendo un libro con gli auricolari dai quali fuoriusciva una leggera musica, appena si accorse della presenza del biondo sgranò gli occhi e nascose il viso nel suo libro. “Lei è Kate, non è molto socievole con gli estranei.”

“Mamma avevi promesso di aiutarmi” si lamentò un bambino dalla cucina.

“Teddy non posso smettere di lavorare, e lo sai, devo tenere d’occhio tua sorella. Chiedi una mano a Bruce, l’ho sentito rientrare.”
Proprio in quel momento il trio entrò in cucina, Bruce fece sedere Liam vicino al grande tavolo e andò a salutare sua madre, intenta ad imboccare la piccola della famiglia che lui baciò sulla fronte.

“Teddy-Bear, di cosa hai bisogno mostriciattolo?”

“Ti ho detto di non chiamarmi cosi! Ormai non sono più un bambino, ho quasi 7 anni, mi devi chiamare Ed.”

Jay restò in disparte non sapendo bene come comportarsi, lui viveva da solo con i suoi genitori mentre Bruce era circondato da fratelli, che continuavano ad apparire come funghi.

“Bruce, tuo fratello deve costruire un modellino per la fiera di scienze, puoi pensarci tu?” disse la madre, poi si girò verso il biondo e gli sorrise “tu devi essere Jay, scusa il disordine ma mio figlio mi ha avvertito poco fa e non ho avuto modo di pulire molto. Io sono Lorna, è davvero un piacere conoscerti, non ha mai portato nessuno a casa…” Bruce la fermò, prese Jay per un braccio e disse “Va bene, ci penso io a Teddy, ma adesso saliamo in camera.”

“Ti ho detto di chiamarmi Ed!”

Salirono le scale e si ritrovarono in un lungo corridoio, le cui pareti erano piene di foto, dopo aver superato alcune porte chiuse arrivarono nella stanza di Bruce. Jay si guardò intorno, era nella camera di Bruce, il suo armadio, il suo specchio, la sua scrivania, la sua collezione di action figure, il suo letto…cavolo, il suo letto! Bruce indicò proprio il letto ad una piazza e mezza e lo invitò a sedersi.

“Devo cambiarmi, non sopporto più questi jeans. Vuoi una tuta anche tu?” Jay scosse la testa, non avrebbe mai potuto indossare qualcosa di Bruce nella sua stanza, sul suo letto, lo osservò mentre prendeva un pantaloncino sportivo nero e quando il castano iniziò a spogliarsi con nonchalance lui si girò ad osservare la stanza. Non che non lo avesse mia visto in mutande, anzi, dopo ogni allenamento si lavavano nelle docce della scuola, ma Jay cercava sempre di evitarlo, sceglieva il posto più lontano possibile o inventava qualche scusa per potersi lavare dopo.