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-Allora ci vediamo- mi dice.

-Si, ciao- e lo stringo in un abbraccio.

Quello che è successo in aereo è stato molto imbarazzante, lui mi ha chiesto scusa e io gli ho detto che era tutto a posto.

Prendo il telefono e chiamo mia mamma.

Non risponde.

Provo con mio padre.

Parte la segreteria telefonica, allora scrivo a Maddy.

Io: Arrivata!!!

...

Maddy: Com'è andato il viaggio amore mio? Mi manchi un sacco!

Io: Anche a me manchi cucciolo. Tutto a posto il viaggio.

Preferisco non raccontargli di Nathan.

Io: Ora devo andare, ci sentiamo magari dopo.

Maddy: Ciao, ti amo!

Io: Anche io, ciao!

Decido di uscire a prendere una boccata d'aria, quando vedo mia mamma.

-Ma'- urlo e le corro incontro.

-Arya, oddio! Dov'eri finita? Stai bene? Ti hanno rapita vero? Hai mangiato? Come hai fatto? Oddio, tesoro che bello vederti- poi mi abbraccia, o meglio, mi stritola!

-Mamma, sto bene. Ora lasciami- e mi sciolgo dal suo abbraccio.

Ci raggiungono mia sorella e papà.

Do un buffetto sul naso a Vale e sorrido a mio papà. Poi ci dirigiamo verso l'area taxi.

Siamo in taxi da soli 10 minuti e mi sto annoiando a morte. Prendo il telefono, mi porto la cuffietta al orecchio e faccio partire la playlist dei WDW.

Penso.

So che non dovrei.

Penso a domani.

Al mio primo giorno di scuola.

A come mi vestirò.

Penso alla mia vita.

A come è cambiata negli ultimi cinque anni.

Penso a Maddy,

A se fossi ancora a New York.

Penso al mio passato.

Alla musica.

Penso la mio futuro.

Cosa farò.

Che altri posti visiterò.

Penso a oggi.

A che mancano 364 giorni a un altro trasferimento.

Come sempre.

Come deve essere.

E come purtroppo sarà.

E penso a me.

Arya Jon.

Una persona su 7 miliardi.

Che si sta ponendo questa domanda da quando è nata.

È questa la vita che voglio?

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