Sophie entra in classe con il suo solito abbigliamento da cheerleader mentre i capelli biondi sono legati in una treccia. Si avvicina al suo banco, posa lo zaino e il borsone da allenamento e si dirige verso le sue amiche che sono in vena di pettegolezzi.
"Sophie! Che ci racconti? Cosa hai fatto nel weekend?" chiedono.
Sophie, in realtà, dopo aver deciso di diventare una cheerleader, non aveva considerato tutto il contorno: diventare popolare, essere osservata attentamente da tutti i ragazzi della scuola, finti amici e molta pressione perché tutti si aspettavano molto da lei, anche i professori.
"Nulla di che. Ho studiato e sono uscita con Maya" risponde distrattamente.
'Ma dov'è Maya? Non risponde ai messaggi da ieri sera. Mi sto preoccupando' Sophie è immersa nei suoi pensieri.
"Ancora con i libri aperti? Ma non ti annoi?" chiede Stephany.
"Certo. Un giorno vorrei andare al college e il cheerleading mi serve per prendere la borsa di studio!" dice con enfasi.
Le sue "amiche" la guardano scuotendo la testa. Non si aspettavano una simile risposta da Sophie, la ragazza più bella e brava della scuola.
"Quindi pratichi cheerleading solo per la borsa di studio?".
Qui Sophie capisce di essersi scavata la fossa da sola.
'Come mi è venuto in mente di raccontare a loro questo?' pensa diventando pallida.
"Ovviamente no. Mi piace moltissimo rappresentare la nostra scuola e tifare per i nostri ragazzi rugbisti!" esclama alzando le braccia al cielo.
"Mi dispiace ragazzi, sedetevi al vostro posto. Ho una comunicazione da farvi da parte del preside".
Sophie si volta a guardare il banco vuoto di Maya che ancora non è arrivata e si accomoda accavallando le gambe.
La professoressa entra in classe mogia e si appoggia alla cattedra con una mano mentre nell'altra tiene un foglio spiegazzato che si appresta a leggere:
"Cari ragazzi, vi comunico che ieri sera una nostra studentessa è stata ritrovata morta difronte a Central Park. Lei è Maya Wilkins. Il funerale si terrà fra due giorni. Siamo vicini alla famiglia e daremo le nostre condoglianze dedicando una partita di rugby in suo onore. Fatevi forza, il Preside".
Silenzio. Nessuno osa fiatare.
Sophie non riesce a pensare. Le sembra di galleggiare nel vuoto. Le testa è vuota ma piena di pensieri.
"Come è successo?" domanda.
Tutti si voltano e iniziano a fissarla con occhi pietosi. Immagina di sembrare una pazza con occhi sgranati dai quali sgorgano lacrime che iniziano a rigare le guance fino ad arrivare al mento e gocciolare sul suo top bianco e blu con il simbolo della scuola.
"Overdose" risponde semplicemente la professoressa.
'Come? Lei non poteva essere una drogata! Mi diceva sempre tutto! Come ha potuto farlo?'.
Sophie non riesce a pensare lucidamente mentre un ragazzo commenta:
"Dopotutto se l'è andata a cercare".
"Ma come ti permetti? È morta perché nessuno l'ha voluta aiutare! Nessuno aveva immaginato che potesse arrivare fino a questo punto!" urla piena di rabbia.
"E tu? Che hai fatto? Sbaglio, o eri la sua migliore amica?" il ragazzo non vuole proprio tacere.
Sophie si accascia e inizia a singhiozzare mentre Stephany le si avvicina e la abbraccia. Forte. Le sta aggiustando il cuore e rompendo le ossa. Quella ragazza, che credeva fosse un'amica di convenienza, la sta consolando.