Mi sentivo perennemente solo. Ecco il mio più grande segreto. La solitudine. Riesce a divorati da dentro quasi come un tumore. Anche se sai che non è così ti senti solo perché è questo che succede quando sei depresso. Ti senti vuoto, triste, solo, ti angosci per ogni cosa, sei spesso in ansia anche per cose inutili, ti senti un peso sopra i polmoni e perdi interesse per qualsiasi cosa per poi rimane ore e ore a fissare il soffitto steso a pancia in su sul letto. Questo è quello che provo ogni giorno quando il sole cala anche se trenta minuti fa le tue labbra sono state sfiorata per sbaglio dal uomo di cui sono perdutamente innamorato non riesco ad uscire da quel baratro di tristezza che mi perseguita da quel fatidico giorno in cui tutti i miei ricordi sono andati perduti insieme alla mia felicita. Se solo May e il signor. Stark scoprissero del male che mi faccio potrebbero avere un infarto, ma io ne ho bisogno. ho bisogno di trasportare il male psichico al male fisco per stare dieci minuti meglio per dare un senso al dolore che sto provando. Nessuno dovrà mai scoprirlo, sono riuscito a tenerlo nascosto fino ad oggi e devo dire che sono un bravo attore interpreto perfettamente il Peter Parker che tutti conoscono gentile, spensierato, gioioso e che riesce sempre a strapparti un sorriso, anche se devo ammettere che le felpe a maniche lunghe fanno la sua parete per nascondere i terribili segni che mi lascio ogni sera, spero solo che in estate non si notino troppo o che faccia abbastanza fresco per indossare la giacca e non farli vedere, mi vergogno da morire ma non ne posso fare a meno potrei parlare con qualcuno ma loro non capirebbero e verrei solo criticato alle mie spalle e guardato con pietà da gli altri, e io non voglio questo. Quindi rimango ancora nel mio letto a fissare il soffitto che sembra sempre più interessante, alla fine mi decido mi alzo da quel letto che non è più comodo come una volta è trascino i piedi per la mancanza di energie mentre mi dirigo nel bagno della mia camera, e piccolo e c'è l'essenziale un lavandino con dei mobiletti è uno specchio, una doccia e un bagno. Tutto su i toni del bianco. Chiudo a chiave la porta alle mie spalle non vorrei che May si svegliasse e mi venisse a controllare, appoggio le mani sul lavandino e mi guardò allo specchio o delle occhiaie profondissime orami e da più di un mese che non dormo bene il massimo di ore in cui sono riuscito a riposare sono state quattro ore sotto effetto di sonniferò. Sono disgustato da me stesso e come se vivessi in un corpo che non sento più mio , il Peter Parker di cui tutti mi parlano e che tutti amano e molto diverso da me forse fin troppo diverso . Apro il secondo cassetto del mobiletto bianco, appoggio la mano al suo interno e subito la sento sotto le dita piccola affilata, fredda e familiare, la prendo tra le mani e mi soffermo a guardarla ha ancora qualche macchiolina rossa causata dalla serata precedente in cui ero troppo stanco per lavarla bene. La fissò per minuti interi mentre decido il da farsi e alla fine dopo cinque minuti prendo la mia decisione ovvero la solita, appoggio il piccolo arnese sul lavandino e mi alzò le maniche della felpona nera con cui dormo e che profuma ancora del dolce abbraccio che Tony mi ha dato questa sera, se fosse qui in questo momento mi odierebbe più di quanto già non lo fa, d'altronde gli ho rovinato la vita ora oltre che della sua famiglia deve occuparsi di me uno stupido ragazzino che potrebbe anche morire se solo ci riuscisse, lascio scoperte le braccia dove sono incisi migliaia di piccoli segni alcuni più piccoli,altri più lunghi, alcuni più profondi, altri meno , altri in orizzontale, altri obliqui e altri in verticale per quelle poche volte che aveva provato a farla definitivamente finita ma non ci era riuscito per la velocità con cui il mio corpo si autocura una manna dal cielo quando qualcuno vuole farti fuori, ma un vero incubo quando sei tu che vuoi farla finta . Afferrò L'oggettino di metallo tra l'indice e il pollice della mano destra e come un violinista passa l'arco sulle corde del proprio strumento, io passo quella piccola lama sul mio braccio sinistro incidendo segni profondi che per un secondo mi fanno sentire meglio mi fanno sentire il dolore fisico e non quello mentale, mia fanno sentire vivo faccio la stessa cosa con l'altro braccio e la sensazione è la stessa. Dopo avere fatto un bel po di passate, sciacquo L'arnese per farlo ritornate là suo colore naturale, lo poso nel cassetto e poi pulisco il lavandino dove sono presenti numerose chiazze che contrastano con il candido bianco, abbasso le maniche della felpa e mi guardò ancora allo specchio e sono sempre più disgustato dal mio riflesso e mi chiedo come le persone possono riuscire a guardarmi provo vergogna per quello che succede ogni sera in questo bagno ma non posso farci niente. Mi fiondò fuori da quel bagno con un fortissimo mal di testa forse non dovevo farli così profondi, prima di svenire riesco a rinfilarmi nelle calde coperte, e i miei occhi finalmente si chiudono. La svegli rimbomba nelle mie orecchie sono le sette ma non ce la faccio ad alzarmi questa mattina, dopo dieci minuti entra May nella camera - peter se non ti alzi farai tardi a scuola- io con la voce ancora impastata per via del sonno dico -non c'è la faccio May non mi sento bene ho mal di testa- lei si avvicina a me è mi appoggia la mano sulla fronte -vabbene pete per oggi stai a casa ma oggi io devo andare a lavoro, fatti sentire ogni due ore se no chiami Tony d gli dico di venire a casa e niente spiderman oggi- disse con tono serio - ah e prepara la valigia domani mattina partirai con Tony per malibu - annui, lei mi lascio un bacio sulla fronte di poi uscì di casa. Sapevo che non mi sarei più ti addormento quindi decisi di prendere il cellulare ed avvisare Ned che non sarei andato a scuola oggi poi
mi avvicinai all porta e la chiusi a chiave non so il perché ma mi faceva sentire al sicuro. Dopo aver scritto il messaggio noto una notifica sul cellulare era il signor. Stark mi chiedeva come stavo, non avevo nemmeno le forze di rispondergli visualizzai il messaggio, lasciai il telefono sul comodino mentre io mi raggomitolavo tra le coperte in posizione fetale, fissavo il vuoto mentre mi passavo le dita sopra i piccoli taglietti partivo da quelli più vecchi è lontani dal polso fino ad arrivare a quelli più vicini e nuovi con ancora dei residui di sangue secco, mi isolai completante dal mondo mentre ripetevo quei movimenti sulle mie braccia l'unica cosa che sentivo erano le notifiche del telefono in lontananza è alcune lacrime inumidirmi il viso. non avevo idea di quanto tempo passai in quello stato finché non sentì bussare alla porta di casa, non mi alzai non volevo. Capi che era il signor Stark quando la porta venne aperta dalla chiave di riserva che aveva uno stupido portachiavi rumorosissimo e un passo pesante e veloce si introdusse nel appartamento, si fermò davanti alla mia porta e busso dicendo - hey pete ci sei? Tua zia mi ha chiesto di controllare se fossi ancora vivo - ed eccola qui la vergogna che avevo per quello che era successo io che rovinavo la vita del signor.stark di nuovo volevo versante dire che stavo bene ma le parole non volevano uscire - pete ci sei ?- disse continuando a bussare alla porta, non riuscivo a rispondere non volevo che si preoccupasse - ok pete sto aprendo la porta vedi di farti trovate lì dentro se no sono guai - provo ad aprire la porta ma era chiusa a chiave, quando capi che non si sarebbe arreso alzai le maniche della felpa fino a nascondere le mani, mi alzai il cappuccio e strinsi i lacci della felpa - pete apri la porta prima che te la sfondo- non riuscivo a muovermi ero come paralizzato - ok pete adesso mi hai stancato sfondo la porta- Tony diede calcio fortissimo alla porta che si apri, io per la paura strizzai gli occhi e mi alzai la coperta fin sopra le orecchie, riuscì a sentire Tony dire- bhe se stavi dormendo potevi dirmelo- si avvicinò a me è si sedette ha i piedi del letto, scostò la coperta di sopra al mio volto e io finalmente apri gli occhi - ti ho svegliato pete?- non risposi mi limitai ad annuire per fingere che fino a un momento prima stessi dormendo - vestiti io vado a preparare la colazione- mi diede un bacio sulla guancia e poi uscì dalla mia camera. Come uno zombie mi alzai dal letto e trascinando i piedi andai nel mio bagno, mi buttai sotto una doccia di acqua incandescente e poi mi avvolsi nel accappatoio bianco, era così rassicurante quasi come un abbraccio sincero, mi avvicinai allo specchio e mi diedi un occhiata un idea sfioro la mia mente, quella di rifarlo ma pensare che tony fosse dall'altra stanza e potesse sfondate anche la porta del bagno non mi rassicurava per niente,non volevo attirare l'attenzione come uno stupido dodicenne. Mi vestii come al solito jeans blu è una felpa di almeno due taglie in più nere, arrivai in cucina dove c'era Tony intento a preparare dei pancake - spero che ti piacciano i pancake, non so preparare altro pultroppo - disse con un sorriso che inevitabilmente mi fece arrossire leggermente- grazie i pancake vanno bene, anche se non c'era bisogno che venisse qui- cavolo ma dove era tutta questa parlantina quando mezz'ora fa mi ha sfondato la prua - non preoccuparti pete per me e un piacere vederti e preparare la colazione al mio amichevole spiderman di quartiere - so che menti Tony e che lo dici solo per farmi felice e in realtà mi odi come il resto delle persone perché ti ho rovinato le giornate. Mi sedetti al bancone ad isola su cui avremmo fatto colazione e poi dissi - mi dispiace per ieri non volevo disturbarti- tony mise i pancake nel piatto e poi disse - ne abbiamo già parlato pete non mi hai disturbato e se ricapita una cosa del genere non esitare a chiamarmi- gli Poggio due piatti sul bancone e poi prese due tazze in una verso del latte con i cereali mentre nel altra del caffè. Fecero colazione nel più totale silenzio e gli sguardi Tony fecero capire peter che stava per chiedergli qualcosa -riguardo a ieri notte...- subito dissi - non so cosa mi è preso non preoccuparti sto bene e preferirei evitare di parlarne- già dire che sta male dal giorno del incidente non è un ottima cosa. Tony abbasso lo sguardo -ti va se dopo ci vediamo un film insieme- dissi, non volevo d'estate sospetto e proporre un film mi sembrava un ottima idea lui annui felice. Passammo il pomeriggio a guardare vecchi film e a commentarlo insieme, sembravo quasi il vecchio peter anche se in realtà aspettavo solo che si facesse sera per tornare nel mio letto a fissare il soffitto bianco. Quando finalmente la sera arrivo Tony torno a casa dopo aver cenato con May e me del cibo tailandese , aiutai May a sparecchiare e poi finalmente mi infilai il "pigiama" e mi buttai a peso morto nel letto in attesa che May si addormisse, ormai non avevo più voglia di essere spiderman come non avevo voglia di essere Peter Parker, mi sarebbe piaciuto poter cambiare identità e rivivere la mia vita di nuovo senza legami col passiamo ricrearmi una nuova esistenza, cambiare nome e continente, mi sarebbe piaciuto vivere in Europa magari in Italia e perdermi in quelle immense città ricche di cultura e buon cibo vorrei perdermi tra le immense folle e svanire nel nulla in modo tale da non recare più dolore a chi mi sta intorno..... vorrei non essere nato o meglio non essere sopravvissuto quel fatidico giorno, vorrei riuscire a respirare senza sentire un enorme peso su i miei poveri polmoni che implorano solo un po' di aria fresca vorrei essere qualcuno . Ma non tutto ciò che vogliamo si può avere e quindi come mio solito da ormai un mese e mezzo torno nel bagno nella mia camera e apro il cassetto bianco.Questo capitolo è stato molto difficile da scrivere fatemi sapere cosa ne pensate. Tony si sarà accorto degli strani atteggianti di peter?
-c💕
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•F•O•R•G•E•T•
FanfictionNon riusciva a perdonarselo. Era colpa sua se fosse stato più attento non sarebbe successo, e lui non avrebbe dimenticato. Non avrebbe dimenticato gli ultimi sei mesi passati condividendo quel amore di vuoi nessuno era a conoscenza. E che era era ma...