L'allenamento era fondamentale in tutti gli sport. Anche nel tiro a segno. Indipendentemente dalla disciplina praticata, la costanza e la dedizione erano indispensabili per progredire, per il miglioramento delle proprie capacità e delle proprie prestazioni.
Attraverso sedute di allenamento dry fire, ovvero con armi da fuoco completamente scariche, si allenavano le tecniche di base e i fondamentali del tiro a segno. L'obiettivo restava quello di abbassare il tempo di esecuzione e ottimizzare i movimenti che queste tecniche comportavano, ripetendo quelle mosse che risultavano più difficili, mirando al raggiungimento dell'eccellenza.
Per eccellere nel tiro però non bastava apprendere solo la parte che riguardava l'esecuzione tecnica. La cura del proprio corpo era anch'essa indispensabile. La parte alta del tronco, le spalle, le braccia e i muscoli del collo dovevano essere in perfetta forma. Ovviamente, quando si andava a lavorare sulla forza e sulla resistenza, non bisognava dimenticarsi che non era possibile allenare un solo gruppo muscolare alla volta. La forza necessitava di stimoli differenti e di graduali adattamenti del sistema nervoso centrale e periferico. Il corpo andava allenato a trecentosessanta gradi, con una multifrequenza settimanale, una attivazione muscolare mirata e un'impeccabile distribuzione dei carichi nei vari mesocicli.
Nulla di impossibile, serviva solo, appunto, tanta determinazione e tanta perseveranza.
Il professore la scorsa settimana aveva sostenuto a lezione che la forma fisica fosse sì imprescindibile, ma non era affatto al primo posto. Infatti, se bisognava proprio essere scrupolosi, la forma fisica giocava solo un venti/trenta percento massimo come contributo alla prestazione finale. Il resto era tutta tecnica.
Inutile sottolineare che prima ancora della tecnica c'era tanta teoria, che non andava mai trascurata, per nessuna ragione. I fondamentali erano la base degli allenamenti.
Altrettanto si poteva dire della preparazione psicologica. Molto sottovalutata da quasi tutti i soldati dell'Accademia, in realtà era quella che predisponeva ad affrontare la competizione, a controllare l'ansia da prestazione e a gestire la motivazione.
Tutto questo preambolo non era stato inutile come avevano commentato alcuni dei suoi compagni di classe, era stato per Ulrik esplicativo e illuminante.
Tornando all'allenamento in bianco, bastava allenarsi con costanza, anche davanti a uno specchio, in modo da poter giudicare in prima persona se la tecnica fosse eseguita in maniera corretta. Il gesto doveva divenire automatico.
Solo quando il corpo aveva memorizzato la sequenza dei movimenti, si poteva passare a un allenamento a fuoco.
C'erano in realtà, anche lì, due livelli differenti. Infatti era possibile distinguere tra discipline statiche e discipline dinamiche. Le dinamiche prevedevano l'uso di fondine e porta carichi, un esempio era il tiro rapido sportivo.
La prima disciplina, invece, serviva sempre per lavorare sui fondamentali e dedicare il giusto tempo agli automatismi necessari per la corretta esecuzione del tiro.
Normalmente ci si posizionava a quarantacinque gradi rispetto al bersaglio. Ma questa regola andava modulata a seconda della propria conformazione fisica: ad alcuni sarebbero potuti servire più gradi, ad altri meno.
L'impugnatura era centrale, anche qua, se non si possedevano le basi teoriche, non si poteva andare da nessuna parte.
Infine, dopo essersi preparati a puntare, bisognava trovare il giusto allineamento occhi, tacca della mira, mirino e bersaglio. Le spalle non dovevano essere contratte, dovevano rimanere lontane dalle orecchie, il corpo era teso ma non rigido.
La respirazione era un altro argomento molto complesso. Il professore aveva insegnato loro con alcuni semplici esercizi derivati dallo yoga come fosse possibile riuscire a sentire il suono del proprio respiro che entrava nei polmoni e usciva dalle narici. Le risatine di alcuni ragazzi l'avevano distratto e non era riuscito assolutamente a concentrarsi. Avrebbe replicato quelle tecniche in camera la sera stessa, in solitudine.
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UMANA ∽ Ritorno sulla Terra
Science FictionUna squadra di giovani esploratori sbarca sul pianeta azzurro dopo che quest'ultimo era stato abbandonato per più di mille anni. L'arca sta finendo le risorse, la Terra è la sua ultima possibilità. Il pianeta è cambiato, gli animali si sono rapidame...