Sono appena arrivata, e mi sembra di essere su un altro mondo. Spero mi aiuti a ripartire da capo.

Il Belgio sembra abbastanza interessante finora, è disseminato di stupendi palazzi e molti viali, tutto caratterizzato da una natura ben curata. Per quanto riguarda il tempo, il meteo non mentiva: tira un po' di vento ed è nuvoloso, ma si vedono già i fiori spuntare. Dovrò comunque abituarmi alle piogge frequenti, sperando che non si differenzi troppo dall'Italia.

Ora devo solo raggiungere Roeselare, sperando di non metterci troppo, e di non perdermi ammirando il panorama. Arrivata nella mia nuova città, mi dirigo verso il mio nuovo appartamento, e mi fermo a chiedere indicazioni, di tanto in tanto, perché il navigatore fa i capricci.

Arrivata a Roeselare, dopo due orette circa di camminata poiché i soldi, da oggi, sono ufficialmente razionati, arrivo davanti al palazzo: un bel edificio dall'aspetto regale ma allo stesso tempo semplice. È di color panna molto chiaro, con colonne dallo stile corinzio lungo il porticato, che affianca tutto il perimetro esterno del condominio. Per quanto riguarda l'entrata, la porta d'ingresso è di legno massiccio, scuro e intagliato con ghirigori molto raffinati.

Il giardino all'inglese, invece, è ben curato, e sono presenti molti alberi, aghifoglie e non, e molte aiuole con fiori molto curati. In alcune zone ci sono anche alcune statue classiche e romane.
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Attraversato quindi il bel giardino attraverso il vialetto, suono il citofono a nome di "Vermeersch, Laurent, Van Den Broeck, Dumont" scritto tutto stretto.

Mi risponde la voce di un ragazzo, dicendo una parola che mi sfugge. Spero che non parlino in modo complicato in olandese. Rispondo quindi con un incerto: -sono Sascha Martini..-

-certo, ora ti apro!-

Mi apre la porta e io salgo, cercando il numero 17. All'interno è elegante e sobrio, con qualche specchio dalla cornice dorata e qualche vaso con fiori dai colori tendenti al pastello.

Prendo l'ascensore, e al terzo piano trovo l'appartamento. Cerco di non ascoltare il cuore che mi martella nel petto, e dopo un paio di secondi busso alla porta.

- Sascha, è un piacere conoscerti! Spero di essere comprensibile, non vorrei crearti problemi -

- Va bene, e ti chiedo scusa se sbaglierò le parole- rispondo, e questo ragazzo mi abbraccia.

- Yeah, non preoccuparti! Io sono Jacques, e ora ti presento gli altri-

Entriamo in casa, ed appoggio i bagagli a terra, poiché Jacques mi dice di venire a conoscere gli altri.

- Loro sono Christian, Vincent e Dominique- mi dice, indicandoli.

- Ciao, sono Sascha. Sono felice di conoscervi-

- Ei Sascha, tu sei italiana, giusto?- mi chiede quello che dovrebbe chiamarsi Christian.

- Sì, perché?-

- Ho sentito dire che l'Italia è bellissima, quindi perché sei qui?- a questa domanda mi viene il panico, perché non ho ben capito cosa ha detto.

-scusami davvero, puoi ripetere?-

- certo. Se l'Italia è davvero bella, perché sei venuta in Belgio?-

- Oh, in Italia non ho trovato un lavoro, così ho cercato un lavoro... all'estero- per un attimo mi sento dispiaciuta a mentire, ma cerco di non pensarci troppo.

- Bene, siamo davvero contenti che tu non abbia trovato in Italia. Sembri simpatica-

Questa gente sembra abbastanza apposto, spero non siano troppo strani.

- Jacques, mi puoi dire qual è la mia stanza? Sono un po'... stanca. poggio le mie cose e torno- dico, e mi risponde con cortesia, come ha fatto dal primo momento.

Mi conduce ad una stanza spoglia, con un letto a una piazza e mezza, due comodini ai lati, una scrivania e qualche mensola.

- Ti piace?-

- È perfetta- rispondo, quindi poso i bagagli a terra e mi siedo sul letto.

ciascuno al prun de l'ombra sua molestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora