Beppy mi ha salvato la vita

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Alessandra entrò in camera canticchiando, ignorando la sorella, la quale stava cercando di auto convincersi che in realtà non era affatto necessario che si alzasse dal letto quella mattina.

«Carote, carote, solo carote. Le regalo a mio nipote diventano banconote...»

«Satana abbi pietà di me e priva mia sorella della voce, grazie», borbottò Sam, coprendosi il volto con il cuscino a forma di cuore di High School Musical.

«Ma quanto siamo simpatiche oggi!», disse con tono sarcastico Alex, posando sulla sua scrivania alcuni libri: «Perché sei ancora a letto? Non hai lezione oggi?»

«Sì, ma più tardi», disse Samanta, sollevandosi di mala voglia a sedere: «Da quanto sei sveglia?»

«Poco», disse Alessandra, scrollando le spalle, poi si guardò intorno, spaesata per qualche secondo: «Mi sono dimenticata perché sono venuta di qua».

«Probabilmente per dare fastidio a me», le suggerì Sam, sollevando gli occhi al cielo.

Alex sorrise: «Oltre a quello, intendo!»

Sam le fece una boccaccia, dimostrando grande maturità.

Rimasero in silenzio per qualche secondo poi Alessandra sospirò e si diresse verso la porta: «Va beh, vado. Torno se mi viene in mente cosa volevo fare».

Sam ebbe giusto il tempo di canticchiare a sua volta la canzone "Carote", che la sorella le aveva ormai messo in testa, quando la porta della camera si spalancò di nuovo e una sorridente ed entusiasta Alessandra fece nuovamente il suo ingresso in camera.

«Ecco cosa volevo dirti! Volevo parlarti del mio sogno di questa notte!»

Sam alzò gli occhi al cielo; sapeva che non c'era modo di fermare la sorella, così le fece cenno col capo di raccontare.

Samanta aveva inizialmente pensato di non prestare attenzione a ogni singola parola che usciva dalle labbra della sorella, ma le fu alquanto difficile una volta che captò due parole specifiche: Giuseppe Conte.

Tutta l'attenzione di Sam all'improvviso era diretta al racconto di Alex.

«Questa notte ho sognato di assistere a un omicidio e i loschi figuri che l'avevano compiuto volevano uccidermi, in quanto unico testimone delle loro malefatte. Fuggendo, finisco in un ascensore e appena le porte si chiudono dietro di me, mi rendo conto dell'unico altro occupante dell'ascensore: Giuseppe Conte, in giacca e cravatta, che mi sorride. Lo supplico di aiutarmi e lui, con un coraggio che neanche James Bond, estrae una pistola dalla tasca dei pantaloni e mi accompagna verso l'uscita dell'edificio in cui ci troviamo. Solo che ci rendiamo conto che i loschi figuri mi hanno individuata, allora Beppy inizia a sparare, facendomi scudo col suo corpo. Mi becco una pallottola in una gamba, ma poteva andarmi molto peggio... Beppy mi ha salvato la vita questa notte».

Sam, con gli occhi sbarrati dalla sorpresa, rimase inizialmente senza parole, poi scoppiò a ridere, rotolando nel letto.

«Tu sei fuori di testa», riuscì a dire Samanta, tra una risata e l'altra.

«Lo so», disse Alex, non prendendo quello che doveva essere un insulto, come tale: «Io vado a bagnare i tulipani in giardino, vieni anche tu?»

Sam ci pensò qualche secondo, poi afferrò dal comodino la sua lettura a dir poco impegnativa, "New Moon", e annuì: «Dammi un attimo e arrivo».

Quando Samanta raggiunse Alessandra, quest'ultima era rossa come un pomodoro, mentre salutava Harry, che, da oltre la siepe, le stava facendo l'occhiolino.

«Hey piccioncini!», esclamò Sam, sedendosi sulla sdraio: «Fate come se non ci fossi», disse, aprendo il libro di fronte a sé per coprire la visuale di sua sorella e Harry, che flirtavano a colpi di sorrisi, sguardi infuocati e paroline dolci.

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