Semplicemente Giulia

Capitolo 1.

Un brivido piacevole mi percorre la schiena quando metto i piedi nell'acqua fresca del laghetto. Ascolto il fruscio delle piante alle mie spalle, mentre un raggio di sole mi scalda il corpo e proietta la mia ombra sull'erba. Amo questo posto, non me ne andrei mai. Il silenzio che mi circonda, gli odori di  fine estate e il vento che soffia flebile mi ricordano da dove vengo, chi sono. Anche se qui ci abitano poche persone, neanche mille, amo vivere qui, in pace, tra la mia amata natura.
Mentre la mia mente percorre questo piacevole filo di pensieri le campane del pesino rintoccano le diciotto e mi riportano alla realtà. Così mi alzo, con malincuore rimetto le scarpe e monto su Furia, il mio cavallo, per dirigermi verso casa. Il cammino non è molto lungo, ma Furia mi accompagna ovunque, è il mio fedele amico; anche se ormai ha diciott'anni è ancora agile e forte e il suo manto di un marroncino chiaro gli conferisce tutt'altra età. Siamo cresciuti insieme, infatti siamo nati di solo pochi giorni di distanza, io il dodici e lui il quindici marzo.
Intanto il sentiero si fa sempre più tortuoso, ma dopo una buona mezz'ora finalmente intravedo il vialetto sterrato che conduce a casa mia. Il cancello come al solito è aperto e vedo mia madre sdraiata sul dondolo a leggere un libro. Appena sono abbastanza vicina alza lo sguardo e mi saluta per poi ritornare nella sua lettura. Intanto mio padre sta scaricando la legna dal suo furgone e la porta in garage. Lascio Furia nel boxe con un po' di cibo e vado a fare la doccia. Apro il rubinetto e lascio scorrere l'acqua aspettando quella calda, intanto penso a come sia già passata un'altra giornata estiva e che tra poco inizierò di nuovo la scuola, niente più lunghe passeggiate, niente più laghetto, niente più caldo.
Il getto d'acqua calda mi travolge, i miei pensieri volano via veloci e la malinconia inizia ad assalirmi.