{Sooyeon's POV}
Suona la campanella dell'ultima ora.
Tutti i miei compagni si alzano dai loro banchi, io intanto metto i libri nello zaino.
«Ehi, oggi non posso riaccompagnarti a casa perchè io e Chenle andiamo a pranzare insieme... scusa» Ryujin si rivolge a me con un'espressione triste sul viso. Le sorrido.
«Non preoccuparti, sai che mi piace camminare» mi alzo anche io e ritorno al mio armadietto, mentre Ryujin mi segue. «Domani andiamo a pranzo insieme? Così non avrò sensi di colpa» mi dice con una faccina dolce. «Se la smettessi di farmi aegyo, dato che il mio cuore è debole, va bene» rispondo guardandola. «Non ti prometto nulla~» alzo gli occhi al cielo sorridendo, per poi posare i libri. «Uh?» cade un foglietto dal mio armadietto. Lo prendo e guardo cosa c'è scritto: ';)'.
C'è solo una faccina che fa l'occhiolino, nient'altro. «Mh? Cos'è quello?» Ryujin mi prende il pezzo di carta dalle mani per analizzarlo. Lo fissa per un po', per poi sgranare gli occhi.
Me lo fa rivedere. «Sai cos'è questo?» dice con voce sorpresa. «Ehm... no? Cos'è?» rispondo con fare interrogativo. «È da parte di un ragazzo che veniva in questa scuola fino allo scorso anno. Beh, il suo modo per far colpo su tutte era dare alle ragazze questi bigliettini in cui faceva l'occhiolino. Ma non capisco come mai tu ne abbia uno se nemmeno lo conoscevi...» spiega pensierosa.
«Vabbè, non ho tempo per pensarci, andiamo» dico per incamminarci verso l'uscita. Noto un ragazzo che mi fissa e che alla fine viene verso di me.
Io cerco di far finta di nulla salutando Ryujin e andando per la strada di casa mia, ma quel ragazzo mi segue. Accelera il passo fino a posizionarsi davanti a me, azione che mi fa fermare sul posto. Lo osservo meglio.
È davvero carino, ha i capelli azzurri e degli occhi bellissimi. Quasi mi ipnotizza.
«Ehm... ciao?» cerco di capire cosa vuole. «Il bigliettino» dice soltanto. Prendo il foglietto di carta trovato poco prima dalla tasca e lo ricontrollo, per poi riguardare la figura davanti a me, che vedo sorridere. «Me l'hai lasciato tu nell'armadietto?» glielo porgo. «Che intuito» lo prende e se lo rigira tra le mani.
«Davvero non mi conosci? Qualcun'altra sarebbe già impazzita» oddio che sfacciato, quasi mi viene da ridere. «Bah, io non ho mai sentito parlare di te...» dico guardando in basso. «Sei tipo una di quelle asociali che stanno fuori dal mondo e non se ne fregano di ciò che gira intorno a loro?» chiede, alla fine centrando in pieno ciò che sono. Non rispondo, probabilmente per l'imbarazzo. «Lo prendo come un sì» mi fa un sorriso compassionevole. «Non sei poi così male...» sussurra, avvicinando una mano al mio viso, credo per spostarmi un capello ribelle. Si avvicina anche un po'. Ma poi ritrae la mano e si allontana da me. Mi prende per il polso. «Su, muoviti». Mi trascina verso una macchina bianca e apre lo sportello per farmi salire. Un po' titubante, faccio come mi ha accennato e mi siedo sul sedile anteriore. Sale anche lui e accende l'auto. «Potresti almeno dirmi come ti chiami?» chiedo giusto per avere le idee più chiare. «Na Jaemin» si gira verso di me sorridendo, per poi tornare a guardare avanti e fare manovra per uscire dal parcheggio.
Inizia a prendere una strada a me conosciuta. Infatti, dopo pochi minuti arriva davanti a casa mia. «Dammi il tuo telefono» mi guarda. Io, confusa ed esitando, sblocco il telefono e glielo passo. Noto che digita qualcosa, per poi restituirmelo. «Chiamami, così salvo il tuo numero» faccio velocemente come mi dice e sento una suoneria. Riaggancio e rimetto a posto il telefono. Mi sgancio la cintura ed esco dalla macchina. «Beh... chiunque tu sia, grazie del passaggio» faccio un breve inchino per poi chiudere lo sportello. «Di nulla. A presto, Sooyeon» mi fa l'occhiolino e riparte per la sua strada.
Confusa su come faccia a sapere il mio nome, tiro fuori le chiavi di casa e le uso per aprire il cancello e poi la porta. Se quest'ultima era davvero chiusa a chiave vuol dire che mia madre sta dormendo. Faccio un sospiro e appendo la giacca sull'appendiabiti.
Mi stiracchio un po' e salgo in camera mia.
Svuoto lo zaino da quei libri pesanti che mi servono per studiare. Prendo il mio telefono e mi ricordo del ragazzo di poco fa. Vado nelle chiamate recenti e guardo meglio come si è memorizzato. 'Nana'.
Faccio spallucce e poso il cellulare.
Mi siedo alla scrivania e inizio a fare i compiti per domani, subito dopo aver fatto un sospiro.
•••
Mi stiracchio sulla sedia. Finalmente ho finito i compiti, non ne potevo più. Guardo fuori dalla finestra, perchè se c'è ancora bel tempo magari esco un po'. Ma il mio occhio cade su una figura ferma davanti a casa mia, sul marciapiede. Ha degli occhiali da sole addosso e il cappuccio. Sono piuttosto tentata di andare a vedere chi è e che cosa vuole. Ma mi limito a trovare altri vestiti da mettermi per uscire.
Prendo gli auricolari, il telefono e le chiavi di casa. Scendo le scale e vado alla porta, per poi uscire. Cammino fino al cancello ed esco anche da lì. Alzo gli occhi e per un momento incrocio quelli del ragazzo. Ma, appena mi vede, fa un piccolo saltello sul posto e prende un'altra direzione a passo svelto.
Metto gli auricolari ed inizio ad ascoltare un po' di musica, mentre seguo il ragazzo.
Viene sotto casa mia e poi se ne scappa... sospetto. Ogni pensiero su quel tipo annebbiano la mia mente, e forse un po' troppo perchè non mi accorgo che sto pestando delle foglie secche, facendo non poco rumore. Il ragazzo si gira verso di me, e un ciuffo ribelle di color blu si rivela da sotto al cappuccio. Sarà quello di prima? Nah, impossibile...
Si rigira subito e prende il telefono, accelerando ancora di più il passo. Vado più veloce anche io.
Passano circa due minuti e sento il clacson di una macchina vicino a me nonostante gli auricolari. Li tolgo e mi giro nella direzione del suono. Un attimo, è di nuovo quella macchina bianca?
Vedo il finestrino del guidatore abbassarsi. «Ya! Sali in macchina» noto che è il ragazzo che mi aveva accompagnata a casa. Con migliaia di domande in testa faccio come mi dice e mi siedo vicino a lui. Ricontrollo il tipo sospetto, ma è già scappato via. Sospiro.
«Come sapevi che ero qui?-» chiedo, ma mi interrompe. «Andiamo a prendere un frappé. O un gelato, altrimenti un caffè. Un tè? Cosa preferisci? Offro io». Rimango un po' allibita, ma cedo. «Andiamo a prendere un bubble tea» rispondo guardando la strada.
«Va bene~» dice canticchiando.
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𝑩𝑳𝑨𝑪𝑲 𝑯𝑬𝑨𝑹𝑻 || ʝ.ʝk
Фанфіки𝙳𝚘𝚟𝚎 𝚒 ⑦ 𝚕𝚊𝚍𝚛𝚒 𝚙𝚒ù 𝚏𝚊𝚖𝚘𝚜𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙲𝚘𝚛𝚎𝚊 𝚍𝚎𝚕 𝚂𝚞𝚍 𝚛𝚊𝚙𝚒𝚜𝚌𝚘𝚗𝚘 𝚕𝚊 𝚏𝚒𝚐𝚕𝚒𝚊 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚞𝚘𝚖𝚘 𝚙𝚎𝚛 𝚒 𝚝𝚛𝚘𝚙𝚙𝚒 𝚍𝚎𝚋𝚒𝚝𝚒. 𝙼𝚊 𝚕'𝚞𝚘𝚖𝚘 𝚘𝚍𝚒𝚊 𝚜𝚞𝚊 𝚏𝚒𝚐𝚕𝚒𝚊, 𝚙𝚎𝚛𝚌𝚒ò 𝚜𝚒 𝚛𝚒𝚟𝚎𝚕𝚎...