𝓦𝓱𝓪𝓽 𝔀𝓮 𝓬𝓪𝓷 𝓭𝓸? ~3~

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Anna's pov.

Ogni giorno era sempre così: arrivavamo a scuola e vedevamo quei due bastardi insultare i nostri amici. Era passata all'incirca una settimana e noi non sapevamo più che fare per aiutarli. Avevamo pensato di parlarne col preside o con gli insegnanti, ma Stre ci aveva pregati praticamente in ginocchio di non farlo. Non sapevo perché non volesse, ma noi, a malincuore, rispettammo la sua decisione. Neanche Giorgio era d'accordo, d'altronde lui diceva sempre di stare bene, ma io ero la sua migliore amica e capivo quando diceva menzogne. Non ero mai riuscita a spiegarmi la sua paura di mostrarsi per quello che era realmente. Era bravo a mentire. Purtroppo, però, di fronte a quei ragazzi non riusciva proprio a controllare le sue emozioni e la timidezza aveva la meglio sul resto. 

Appena mi risvegliai dai miei pensieri mi resi conto che coloro che tenevano tanto occupata la mia mente in quel periodo non erano con noi e ciò significava solo una cosa.

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No pov.

<<Ma ci riuscite a parlare?>> domandò il ragazzo dalle ciocche azzurre senza ottenere risposte. <<Quando io faccio una domanda, voglio una risposta>> spiegò infastidito. Intimorito Giorgio sussurrò un flebile <<S-si>>, mentre Strecatto prolungò il suo silenzio destinato a non durare ancora a lungo. <<E tu rispondi o vuoi un invito?>> chiese il rosso ironicamente ma tornando serio poco dopo. All'ennesimo riscontro mancato da parte del biondino, Cico perse la già poca pazienza che aveva in corpo e lo spinse contro la parete del bagno bloccandolo con le mani. Probabilmente spaventato dal gesto improvviso, il più piccolo iniziò a singhiozzare e questo provocò parecchie risate da parte dei due bulli. Intanto Alex bloccò il castano impedendogli di aiutare l'altro. 

<<Parla>> ordinò con tono minaccioso il più alto facendo sobbalzare Stre. Ma nonostante la paura, quest'ultimo non riuscì ancora ad aprire bocca. In un attimo avvertì un forte dolore allo stomaco dovuto ad un pugno sferrato dal ragazzo che lo teneva saldamente incollato al muro. <<Ti ho detto di parlare>> ripeté lasciando intendere che quella sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe detto. <<T-ti p-prego- l-lasciami->> fu l'unica cosa che riuscì a mormorare. Soddisfatto, il più grande allentò la presa e, dopo aver intimato loro di non riferire a nessuno l'accaduto, i due andarono via lasciando soli i poveri ragazzi.

<<Stre, stai bene?>> chiese l'amico preoccupato. <<Mi fa un po' male ma non è niente tranquillo->> mentì. La verità era che faceva più male di quanto volesse fargli credere. <<Ti porto in infermeria>> ribatté non credendo quella farsa.

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Giorgio's pov.

Dopo aver accompagnato Strecatto, chiamai i nostri amici. Mentre li aspettavo cercavo di pensare ad una scusa per giustificare il fatto che ci trovavamo lì. Non potevo assolutamente rivelargli ciò che era realmente accaduto. Iniziavo a temere davvero quei due, soprattutto Cico. C'era qualcosa in quel ragazzo che mi faceva tremare solo avendolo vicino. 

<<Giorgio, che è successo?> le mie riflessioni furono interrotte da una voce femminile a me molto familiare. <<Stre è inciampato ed ha sbattuto contro lo spigolo di un banco>> avrei potuto inventare una bugia decisamente migliore ma mi aveva colto alla sprovvista. Dopo avermi fatto tutti il terzo grado, Anna mi chiese di seguirla ed io lo feci. <<Sono stati quei ragazzi vero?>> era troppo sveglia per bersi una balla del genere, ma non potevo cedere. Continuai ad insistere e neanche lei si arrese facilmente. <<Gio, noi vogliamo aiutarvi, ma se non c'è lo permettete cosa possiamo fare?>> disse disse in un sospiro. <<Non dovete fare niente>> non lo facevo solo per me, ma anche per il biondo. Non volevo che gli succedesse qualcos'altro.

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