Amore mio, portami via

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E

Roma.
Da quanto tempo non mettevo piede in questa città magica?
Dopo lo scontro tra Edoardo e Niccolò, non persi neanche un attimo a progettare il mio ritorno in Italia.
Chiesi a mio fratello di prenotare il volo più vicino, poi preparai di fretta le nostre valigie.
Non volevo spendere neanche più un momento in America, volevo solo tornare a casa insieme a quello che ormai potevo definire il mio ragazzo.
Niccolò mi era sempre stato vicino, dovevo farlo almeno per lui.
Il giorno dopo avrei avuto dei colloqui per un nuovo manager, ma il primo giorno a Roma, l'avrei passato solo ed interamente con lui.
In quel momento eravamo appena scesi dalla macchina, stavamo camminando verso il bar della nostra prima uscita nel centro.
Allora ero solo una ragazza scontrosa che non si fidava di nessuno, che non riusciva neanche lontanamente ad amare, quante cose cambiarono in quei pochi mesi..

«ma mi stai ascoltando?»

A riportarmi alla realtà, fu proprio il ragazzo che avevo davanti, il mio ragazzo.
Faceva ancora tanto strano definirlo così, ma era realtà, per fortuna aggiungerei.

«scusa, che avevi detto?» chiesi poggiando la tazza di caffè sul tavolino e accavallando le gambe.

«volevo parlarti del musical..»

«ah già, se Mike non ha già fatto troppe riprese potrei anche ritornare, non ci vedo alcun problema e..»

«no Emma, non hai capito, ho lasciato le riprese appena sei partita per l'America» mi bloccò lui senza distogliere lo sguardo dai miei occhi.

«che..che cosa?» balbettai sbarrando gli occhi.

L'ultima cosa che volevo era che rinunciasse ad un film per stare con me, non doveva neanche sfiorarlo il pensiero di abbandonare tutto.

«io..io non ce la facevo a continuare.
Avrei dovuto baciare un'altra ragazza, poi è li che ci siamo conosciuti e non avrei mai potuto guardare quel set senza ricordare la prima volta che ti ho guardata» mi spiegò abbassando lo sguardo.

Io non dissi altro, mi sporsi dalla sedia e lo abbracciai.
Aveva fatto più del dovuto per me e non mi sarei mai potuta sentire più fortunata di avere un ragazzo del genere al mio fianco.
Lui si allontanò di poco e poi mi baciò, in quel momento esistevano solo noi due, senza badare al resto intorno.

«potrebbero averci visti»

«lo so, ma non m'importa»

Sorrisi e gli lasciai un altro breve bacio a stampo, neanch'io avevo voglia di nascondermi dalla realtà per stare con lui.
Stavo bene, ero felice e non necessitavo di esser in una stanza a porte chiuse per lasciare un semplicissimo bacio alla persona che amavo.
Volevo che tutti vedessero quanto Niccolò, seppur in poco tempo, mi aveva migliorato la vita tanto da farmi sorridere anche senza un motivo, solo perché lui era lì con me.

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«da quando mi fai le foto mentre dormo?» chiesi accennando un sorriso, non mi ero neanche accorta che avesse scattato quella foto.

«sei bella, poi dovevo pur trovare un modo per far sapere a tutti della situazione senza che lo facessero i giornalisti» mi rispose semplicemente lui tirandomi a sedere sulle sue gambe.

«piccioncini, fate silenzio che qui vorremmo assistere ad un rigore in santa pace» ci interruppe Adriano.

Ovviamente Niccolò non avrebbe mai rinunciato ad una partita della sua amata Roma, quella sera casa sua venne invasa da tutti i suoi amici e le mie amiche, tutte tranne una.

«qualcuna sa che fine ha fatto Aurora? Alla fine non mi ha detto più il motivo per cui non è qui» chiese Giada poggiando il cellulare sul tavolino e cacciando un sospiro.

«sapessi Giadina, stasera il fratello maggiore Irrea ha fatto conquiste»

«ma che fate davvero? E finalmente direi!»

«okay, okay, se dovete parlare di questi argomenti noiosi e femminili potete anche andare in cucina»

Niccolò diede una gomitata a Gabriele e poggiò la testa allo schienale del divano.
Continuammo a vedere la partita, i ragazzi di tanto in tanto esultavano oppure commentavano semplicemente i passaggi, ma la mia mente era totalmente concentrata su altro.
Pensavo a quanto stessi bene così, stretta tra le sue braccia e col suo profumo maledettamente vicino al mio.

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