2. A fish doesn't speak

298 22 20
                                        

Derry
2-08-1989
18:35

«Per la miseria, amico. Ti basta un paio di tette per perdere del tutto il dono della parola?» rise Richie battendo un'amichevole pacca sulla spalla di Bill.

Lui non rispose, forse perchè non lo stava nemmeno ascoltando. La sua mente viaggiava confusa ad anni luce dalla realtà e la colpa era di Anne; lo aveva messo sottosopra con un solo sorriso per poi sparire come se non fosse mai stata lì.
Eppure c'era stata, c'era stata eccome, e Bill non poteva fare a meno di fissare gli alberi tra cui era sparita, mentre ragionava sul da farsi.

Sotto gli sguardi perplessi dei losers, si voltò in silezio e raccolse Silver dall'erba secca sopra cui era stata abbandonata.

«Dove stai andando?» gli chiese Stan, alzando un sopracciglio. «Non volevi esplorare il tunnel?».
In effetti, era stato Bill a proporre di esaminare le fogne, nella muta speranza di trovare il corpo del fratellino scomparso.
Stan, Eddie e Richie lo avevano seguito controvoglia, perchè lasciargli fare una cosa del genere da solo era fuori discussione.

Nonostante i suoi amici lo conoscessero da sempre e si fossero ormai abituati ai suoi modi di fare, troppo silenti per non risultare incostanti e talvolta contradditori, gli sembrò davvero strano che volesse interrompere la ricerca di punto in bianco.

Billie arrossì appena ed alzò le spalle:«A-anne ha pa-parlato di Ra-raveson» spiegò «È il p-pro-proprietario d-della gelateria».

Sentendo una risposta del genere, i suoi amici lo guardarono sinceramente sorpresi; la faccenda diventava sempre più strana.

Infatti, se c'è una cosa da sapere riguardo William "Bill" Denbrough, caro lettore, è questa: Billie non era affatto uno spregiudicato rubacuori.
Anzi, quando si parlava di ragazze diventava addirittura più timido e parlava ancora di meno. Richie scherzava sempre dicendo che le ragazze non gli piacevano proprio.

Nessuno di loro lo aveva mai sentito nominare una ragazza che non fosse una sua lontana cugina o una compagna di scuola con cui dovesse lavorare ad un progetto. Davanti agli occhi avevano il miracolo del Signore onnipotente e non riuscivano a capacitarsene.

«Se vuoi ho dei calmanti nel marsupio e delle pillole per...» iniziò Eddie, ma Bill scosse il capo prima che terminasse la proposta.
«L-lasciate perdere» sospirò.
Non aggiunse altro e, nello stupore generale, montò sul sellino di Silver e iniziò a pedalare in direzione del centro di Derry.

Il sole, sempre più vicino ad occidente, affievoliva il caldo insostenibile dei primi giorni di agosto, mentre Bill filava svelto sull'asfalto ancora incandescente. Pedalando, era immerso nei suoi pensieri e non faceva che chiedersi cosa diamine stesse combinando, senza però fermarsi e tornare indietro.
Un'euforia a lui sconosciuta gli scorreva nelle vene, spingendolo ad andare da lei e parlarle come se fosse un bisogno fisico.

Nell'urgenza morbosa di correre da lei come un perfetto cretino, non si era reso conto di non avere la minima idea di come iniziare una conversazione con una ragazza. Insomma, non poteva certo spuntare dal nulla e chiederle se le era piaciuto l'ultimo episodio dell'Uomo Tigre.

Si bloccò di colpo in mezzo alla strada, esitando per un istante. Era ormai giunto a destinazione, anche se si trovava solo in una stradina laterale e non nella Main Street. Soltanto una decina di metri lo separavano da Anne, ma lui non aveva il coraggio di percorrerli.

Il gentile narratore ha precedentemente scritto che Bill non fosse un rubacuori nato. Questo è dovuto, almeno in parte, alla sua balbuzie, peggiorata di botto dopo la prematura perdita del fratellino. Balbettare gli impediva di avere conversazioni normali e scorrevoli con chiunque, perciò si era abituato a parlare il meno possibile.
Il problema del nostro taciturno amico era che è difficile per un pesce balbettante iniziare una conversazione, indipendentemente dalla volontà del pesce.

ɴᴏᴛʜɪɴɢ ɢᴏʟᴅ ᴄᴀɴ sᴛᴀʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora