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𝓒𝓱𝓪𝓷𝓰𝓮? ~4~

Alex's pov.

Camminavo per i corridoi, quella mattina Cico era assente ma per me non era affatto un problema. Ero abituato a stare solo, quasi mi piaceva. Non sapevo perché venivo considerato popolare dato che odiavo avere troppe persone intorno. Qualcuno mi aveva attribuito quel titolo che a me poco importava, e lo stesso valeva per il mio migliore amico. Quando quest'ultimo non c'era io preferivo restare isolato da tutti. Purtroppo, però, questo mio desiderio non fu esaudito. Infatti l'amichetta di quei due venne, ancora una volta, a rompermi le palle. <<Hey, tu, che hai fatto a Strecatto?>> domandò scontrosa. <<Che cazzo vuoi da me, non ho fatto niente. <<So che siete stati voi a picchiarlo>> esclamò. Mi vanne il dubbio che il castano potesse averle raccontato tutto così cercai di scoprirlo <<E come faresti a saperlo?>>. <<Giorgio sa mentire ma non a me>> rispose. <<Umh ok, e quindi?>> cercai di essere indifferente. <<Quindi?! Non picchiare un ragazzo senza motivo e anche se fosse, non è comunque il modo di risolvere le cose. Che cosa vi hanno fatto per meritarsi questo?>> disse la più bassa. <<Nulla suppongo, sono solo un passatempo>> feci una pausa e poi ripresi a parlare <<Comunque, se vuoi lamentarti per quello che è successo ieri, hai sbagliato persona. È stato Cico a dargli il pugno, io ho bloccato Giorgio o come si chiama>> conclusi. E poi ripresi a camminare verso la mia classe lasciandomi alle spalle la mora di cui nemmeno sapevo il nome. 

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Ero appena uscito dall'aula e mi stavo dirigendo verso l'uscita dell'edificio, quando vidi il ragazzo dagli occhi color nocciola intento a rovistare nel suo armadietto. Quel giorno non gli avevo detto o fatto niente visto che Cico non c'era, così mi avvicinai a lui poggiandogli le mani sui fianchi. Al mio gesto lui si voltò di scatto probabilmente colto alla sprovvista da quel contatto improvviso. <<C-che vuoi d-da me-?>> balbettò impaurito. Replicai con un semplicissimo <<Niente>>. Era vero, non avevo intenzione di compiere alcuna azione nei suoi confronti. Stavo cercando di studiarlo, di capire cosa la mia presenza gli suscitasse. <<Ti prego, l-lasciami>> implorò con lo sguardo. <<Hai paura di me?>> gli chiesi diretto, senza mai allontanare il suo viso dalla mia visuale. Non capivo cosa mi stesse accadendo, ero come ipnotizzato da lui. Non aprì bocca, annuì soltanto. Non mi occorreva un responso da parte sua, bastava sentire come tremava per capirlo. <<A volte anch'io ho timore di me stesso>> e lasciai la salda presa che avevo su di lui per poi allontanarmi a testa bassa lasciandolo lì ad osservarmi perplesso. Se lui era confuso, io lo ero il doppio. Stargli accanto iniziava a farmi uno strano effetto, come se cominciassi a pentirmi di tutto ciò che gli avevo causato. Infondo io non ero quel tipo di persona, da qualche giorno mi chiedevo  cosa mi accadesse, perché improvvisamente far soffrire dei poveri innocenti mi divertisse. Era decisamente arrivato il momento di finirla. Che me ne stessi innamorando? Non lo sapevo, non ci capivo più niente. D'altronde era carino. Ma uno come me, uno stronzo insensibile non poteva di certo avere speranze con uno come lui, uno dolce, sensibile, bello, pieno di amici- insomma...perfetto. 

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Giorgio's pov.

Rimasi lì, fermo. Guardandolo andare via con aria triste. Non capivo cosa volesse dire con quella frase, le sue parole continuavano a risuonare nella mia mente. Finché una chioma rosata si avvicinò a me. <<A che pensi?>> sollecitò pacatamente ed io raccontai gli avvenimenti di pochi minuti prima mantenendo un tono che permettesse di percepire lo stato di disorientamento in cui il più grande mi aveva lasciato. Dopo un breve confronto sulla questione, che non portò a nessuna conclusione, inventai una scusa per liquidare il mio amico e tornare il prima possibile a casa per riflettere meglio. 

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