Capitolo undici

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ROSE'S POV.

Non appena io e Harry raggiungemmo gli altri nell’elicottero pensai che qualcosa sarebbe potuto andare storto. Con i due estranei che mi guardavano male,sentii un guizzo di scomodità balzare in me. Mi sentivo nervosa, e spaventata. Onestamente, non sapevo nemmeno a cosa stessi pensando quando entrai nell’elicottero. Ovviamente non potevo dire di no alle facce supplicanti dei ragazzi. Inoltre, perché mai avrei dovuto abbandonare i miei amici e voler rimanere bloccata su quell’isola per un altro paio di anni? Certo che no,perciò decisi  di intraprendere una nuova strada. Una nuova vita, un nuovo aspetto magari, tutto diverso. I due estranei mi stavano ancora fissando, ma poi voltarono nuovamente lo sguardo verso i ragazzi con le sopracciglia aggrottate. Potevo sentirli bisticciare in sussurri stile botta e risposta, sicuramente stavano discutendo di qualcosa che non mi sono preoccupata di ascoltare. Osservai solo fuori dal finestrino, guardando le nuvole e pensando, “ Sono libera dalla libertà.”
Non posso ancora onestamente capacitarmi del fatto che avevo appena lasciato l’isola. Tutto il tempo speso a correre, divertendomi in mezzo alla natura, è tutto andato ormai. La libertà che avevo avuto fino a quel momento sarebbe probabilmente scomparsa una volta messo piede nel mondo “civile”.  Avrei incontrato nuove persone, mi sarei fatta dei nuovi amici. Sarei stata emarginata da tutti però. Tutti avrebbero cominciato a sussurrare tra loro brutti commenti del tipo, “Lei è strana; non appartiene a questo posto; è una tale idiota.” Come ho detto,sarei stata un’emarginata, una persona diversa da quelle che erano abituati a vedere ogni giorno. Anche se conoscevo cinque ragazzi famosi che facevano parte di una band, il monto intero sarebbe stato continuamente a dire che io fossi tipo una sorta di Ragazza dell’Isola, una persona che aveva speso quasi tutta la sua vita nella natura.
Bhe, non si può tornare indietro. Non potevo di certo chiedergli di riportarmi  sull’isola, perché quando guardai di nuovo fuori dal finestrino non riuscii nemmeno più ad intravederla, era finita.  Adesso sapevo che non avevo nessuna chance di poter tornare indietro.
Stavo giocherellando con le mie dita, il mio cuore batteva velocemente. Quei due stavano ancora discutendo, dicendosi cose a vicenda che non riuscivo a capire, ma volevo riuscirci. Quando si girarono verso di me il mio cuore battè  ancora più forte,specialmente agli sguardi confusi di entrambi.
“Questa chi è?” Chiese uno di loro, le sue sopracciglia aggrottate. Quando lo guardai, appariva scontroso, come se gli importasse solo di se stesso. Ma sapevo di non dover giudicare una persona da come appariva, perché chi stava dietro poteva essere dolce e autentico anziché arrogante e meschino.
“Non preoccuparti di lei ora. Comunque, Simon, come ci hai trovati?” Sentii Louis chiedere all’uomo  che si chiamava apparentemente Simon. Questa sembrava proprio una conversazione in cui mi sarei dovuta immischiare.
“Non vi abbiamo trovato. Stavo solo tornando da Melbourne in Gran Bretagna in elicottero, nemmeno con un aereo. Non mi aspettavo di trovarvi ragazzi,qui,bloccati su un’isola con una… ragazza” l’uomo si girò nella mia direzione, “Come ti chiami?”
“I-il mio nome lo  hanno scelto loro.” Dissi,gesticolando verso i ragazzi. “E’ Rosalie, ma non so quale sia il mio vero nome.” Balbettai.
“Non sai il tuo vero nome?” Scossi la testa, guardando in basso le mie mani legate tra di loro che giacevano sulla mia pancia. “Sai dirmi perché?”
“Perdita di memoria.” A mala pena sussurrai, evitando un contatto. Se mi avesse chiesto di più, penso che sarei esplosa. Aprendomi con qualcuno così presto in una, dire amicizia non sarebbe giusto. Inoltre, Non ho mai conosciuto questo ‘Simon’ nella mia vita. Non sapevo se mi sarei potuta fidare di lui. La ragione per la quale mi fidavo dei miei amici nuovi di zecca,gli One Direction, era perché loro erano le uniche persone che avevo per dire tutto.  E poi avevano insistito tanto per conoscermi che non avevo saputo resistere alle loro facce supplicanti , pregando affinché glielo dicessi,così l’ho fatto. Con Simon no. Non finché lo avrei conosciuto meglio, se avessi avuto del tempo una volta atterrati comunque.
Simon annuì, voltandosi poi verso i ragazzi,parlando, “Dovrei smetterla di fare domande ora. Quello che voi dovete sapere però,ragazzi, è che il mondo intero pensata che siate tutti morti, e questo ha causato molto caos davanti ai nostri uffici. Una volta arrivati a Londra ci sarà molto da spiegare alla stampa, e specialmente alle fans.  Sembra che ne abbiate perse molte,perché loro hanno dato la loro vita per voi ragazzi.”
“Vuoi dire che loro…?” Disse Liam lievemente,deglutendo. Simon fece cenno di sì con la testa, lasciandogli un sorriso triste. Mi voltai per guardarli che ero tutti a testa bassa,scuotendola. Zayn borbottò, “Bene.”
Girai la testa per trovare un Harry che fissava fuori dal finestrino con aria determinata.  Le sue sopracciglia erano aggrottate e le sue labbra erano premute in una linea sottile. Sembrava come se stesse pensando a qualcosa,nel profondo della sua mende. Forse stava in silenzio in onore del suicidio delle sue fans, o stava semplicemente pensando a qualunque cosa potesse preoccuparlo.
L’interno dell’elicottero era silenzioso adesso,tutti si lasciavano andare sulla propria postazione, o solamente guardavano qualunque cosa potesse fargli piacere. Mi stavo ancora chiedendo a cosa stesse pensando Harry, al perché avesse quella faccia alquanto scontrosa. In altre parole, perché sembrava così frustrato? Tutti delle volte ci sentiamo così, ma lui sembrava diverso. Qualcosa lo stava ovviamente turbando.
Lo vidi mentre scuoteva la testa, come per eliminare qualcosa che si era detto nella sua testa. Quando i suoi lineamenti si rilassarono, si girò a guardarmi. I nostri occhi si incrociarono solo per un minimo secondo, dato che mi voltai nervosamente, ma potevo sentire il suo costante fissarmi bruciare il lato della mia testa.
Guardai fuori dal finestrino,di nuovo, perdendo lo sguardo nelle nuvole per vedere l’orizzonte. Poi realizzai. Quello che era successo sull’isola lo avevo mandato in un angolo remoto della mia mente,ma eccolo che era tornato.
Ne ero scioccata,ma le farfalle cominciarono a formarsi nel mio stomaco. Solo a pensarci i miei occhi si allargano, e le mie guance assumono il colore di un pomodoro,rosso. Dato che c’erano delle persone lì dentro, ed eravamo tutti schiacciati insieme, dovetti ritirare il mio sorriso. La piccola immagine di noi due continuava a ripetersi nella mia mente, facendo contrarre il mio stomaco anche di più.
Io e Harry ci eravamo baciati.

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Chiara si scusa con tutti voi per il ritardo.
Abbiamo raggiunto le ottomila letture, yeeeee!
Ci farebbe piacere se ci faceste pubblicità così da raggiungere presto le diecimila.
Nel prossimo capitolo pubblicizzeremo storie vostre,quelle che ci scriverete nei commenti, basta che ricambiate.
Al prossimo capitolo xx

The Island Girl (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora