Decisi di ritornare a casa mia, a Firenze, prima di Settembre. Solitamente cercavo sempre di rimandare quel momento, perché per quanto amassi la mia città, amavo di più la calma della campagna. Eppure, dopo la partenza di Charles, le mura di quella casa che ci aveva visti avvicinare, mi sembravano urlare. Urlavano perché anche loro sentivano la mancanza di Charles.
«Ti va di andare a fare colazione fuori?» mi chiese mia madre domenica mattina, appena mi vide entrare in cucina con i capelli arruffati e due occhiaia profonde. Non riuscivo a dormire molto e quando lo facevo, per un massimo di due/ tre ore, dormivo di merda.
«Credo di volermi bere solo un caffè», le risposi.
«Io invece credo che sarebbe meglio andare fare colazione fuori. Dopo possiamo andare a farci una passeggiata lungo il fiume». Capii che mia madre non me lo stava chiedendo, me lo stava imponendo. Non è mai stata un genitore severo, non è nella sua indole, quindi la accontentai anche se non avevo voglia di uscire.
Ci sedemmo ad un tavolino fuori, entrambi con gli occhiali da sole su. Lei mi mise una bustina di zucchero di canna nel cappuccino e me lo mescolò, piazzandomelo davanti. Le sorrisi, ringraziandola. In momenti come quelli capivo che nonostante non fossi più un bambino, per lei sarei sempre rimasto il suo piccolo. E mi compiacevo ogni volta, come fanno tutti i figli unici.
«Innamorarsi fa schifo il più delle volte, almeno che non incontri qualcuno che ricambi. Penserai che io sono stata fortunata, perché ho incontrato tuo padre e ci amiamo incondizionatamente, però...quando avevo la tua età, c'era questo ragazzo. Si chiamava Dario e arrivò a metà dell'ultimo anno perché suo padre aveva avuto una promozione ed era stato trasferito qui a Firenze. Dario era bello da morire e tutte le ragazze gli sbavavano dietro, tua madre compresa», disse ed io mi lasciai sfuggire una risata. «Uscimmo insieme per un po', andava davvero bene tra noi. Progettammo che dopo la maturità avremmo potuto fare il giro dell'Europa in treno, ricordo di aver fatto un sacco di ricerche e lui era così entusiasta del mio entusiasmo». La ascoltai in silenzio, curioso come se quella che fosse seduta davanti a me non fosse mia madre, ma un'estranea. Non mi aveva mai raccontato di Dario, anzi io avevo sempre creduto che l'unico ragazzo che avesse avuto da giovane fosse stato mio padre.
«Esattamente il giorno dopo che uscirono gli esiti dell'esame...lui andò via. Mi lasciò questa lettera che lessi e rilessi fino ad arrivare ad odiarla e credetti che non sarei mai riuscita a superare quel momento. Ma la verità Dani, è che si supera tutto, magari per alcune cose ci vuole più tempo che per altre, ma si supera sempre tutto e quando ripensi a quei momenti capisci che era indispensabile starci male, perché non esiste perdita senza dispiacere».
Rimanemmo in silenzio per alcuni secondi, mentre lei prese un sorso del suo cappuccino ed io mi appoggiai allo schienale della sedia.
«Quindi...lo sapevi?» chiesi, con le guance in fiamme.
«Quella mattina, in doccia, sapevo ci fosse anche lui...ho visto i suoi vestiti per terra», mi fece sapere ed io pensai di voler morire perché era tutto troppo, troppo imbarazzante! «Ascolta, se pensi che per me sia un problema il fatto che...ti piacciono i ragazzi, beh ti sbagli! Va tutto bene Dani. Prenditi il tempo che ti serve, perché può far paura a diciassette anni prendere decisioni, ma sappi che io e papà ti appoggeremo sempre».
«Sono stanco di aver paura, perché questa dannata paura mi ha impedito di vivermi al meglio Charles. Per paura non gli ho detto troppe cose, non ho fatto troppe cose e...sempre per paura, sono due settimane che non ci sentiamo», le confessai, sospirando. La sua mano cercò subito la mia, stringendomela con decisione.
«Non colpevolizzarti troppo, non serve a niente. L'unico consiglio che mi sento di darti, anche se sono passati un po' di anni dall'ultima volta che ho avuto a che fare con il primo amore ed era tutto totalmente diverso, è di chiamalo. Oppure scrivigli un messaggio, qualsiasi cosa! Perché se c'è anche solo la più piccola possibilità che Charles ti sia entrato sottopelle, non puoi liberartene così facilmente».
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Serendipity in Love || Charles Leclerc
FanfictionDaniele pensava di poter passare la sua estate tranquillamente: libri, nuotate occasionali nella piscina della sua vicina di casa Margherita e serate tra amici. I suoi piani vengono scombinati quando Charles Leclerc, il figlio di alcuni buoni amici...