"it's the right way to die" || Remus&Tonks

One Shot

La battaglia di Hogwarts aveva avuto inizio.
Il rumore degli incantesimi che si schiantavano violentemente sulla barriera che proteggeva la scuola era assordante.
Le urla impaurite degli studenti che si confondevano con quelle compiaciute e sprezzanti dei Mangiamorte, facevano rabbrividire Remus che, con Kingsley, si era appostato sulla parte più alta della Torre principale.
Guardava, con fare ansioso e angosciato, gli incantesimi che sbattevano sulla loro unica difesa. Le mani gli tremavano leggermente, la bacchetta, stretta nella sua mano destra.

Guardava il cielo.
I suoi pensieri si staccarono da quel luogo e volarono, istintivamente, a Dora e sorrise pensando a sua moglie, stesa sul letto con il suo piccolo tra le braccia, che magari gli cantava una ninna nanna per farlo addormentare. Remus sperava che suo figlio avrebbe chiuso gli occhi presto, quella sera. Non voleva che sentisse l'agitazione della guerra. Era troppo piccolo. Non era giusto.
Le luci degli incantesimi facevano brillare il suo anello, anello che simboleggiava tutte le promesse che lui e la sua Dora si erano fatti. Lo baciò, dolcemente, pensandola al sicuro.

Poi, un rumore di passi affannati e veloci, si fece eco nella stanza.
Girò di scatto il volto e fu così che incontrò quello di sua moglie. Lei non esitò un istante, corse verso di lui e si buttò tra le sue braccia, stringendolo forte. Sollevata di averlo trovato, vivo.

"Dora, non dovresti essere qui"

Disse lui, in tono apprensivo mentre la stringeva ancora a sè con gli occhi chiusi.

"Teddy ha bisogno di te"
"Sei tu, amore, che hai bisogno di me stasera"

Remus le accarezzò una guancia mentre, senza accorgersene, si perse ne suoi occhi blu. Non voleva ammetterlo, però era felice che lei fosse lì, con lui. Sembrava tutto meno buio adesso, come se tutto facesse meno paura.

Ma quel momento durò poco.
Si girarono di scatto entrambi, con le bacchette puntate.
Due Mangiamorte avevano cominciato ad attaccare.

Antonin Dolohov, uno dei Mangiamorte più spietati, attaccava Remus senza sosta.

Dall'altra parte, Bellatrix, non ebbe esitazione o paura nel fare lo stesso con sua cugina Tonks.

Continuavano a lanciare incantesimi senza mai perdersi di vista.
Le loro mani si sfioravano ogni volta che ne avevano la possibilità.
Perché sapevano che non gli restava molto tempo, che non sarebbero durati ancora a lungo.
Non duellavano da mesi, non erano pronti a sostenere una battaglia del genere.
Erano andati a morire, forse.
Ma lo avevano fatto per rendere il mondo in cui Teddy avrebbe vissuto, un posto migliore.

Tonks, all'improvviso, strinse con forza la mano di Remus.

"Non ti azzardare a lasciarmi"

Lui ricambiò la stretta, guardandola, e questo fu il suo più grande errore.
Un fascio di luce verde lo colpì in pieno petto, mozzandogli il respiro.
Cadde con un tonfo, gli occhi semi aperti, ma ancora con il sorriso sulle labbra, dovuto alla sua Tonks.

Ninfadora abbassò la bacchetta e prese tra le braccia il corpo di suo marito, inginocchiandosi di fronte a sua cugina.
Strinse ancora una volta la mano del suo amato, più forte stavolta, e lo stesso fascio di luce verde colpí anche lei.
Non fu doloroso, o almeno non quanto si aspettasse.
Fu veloce, un attimo, un battito di ciglia.

"Mi hai lasciata. Non hai mantenuto la promessa"

"Neanche tu hai ascoltato la mia. Ti avevo chiesto di non seguirmi"

Sorrisero, insieme.
Teddy era un bambino intelligente e avrebbe vissuto in un mondo senza oscurità, senza Lord Voldemort.
Se morire doveva essere il prezzo per regalare a loro figlio una vita migliore, lo avrebbero pagato senza alcuna esitazione, era il modo giusto per andarsene.

Remus e Tonks adesso erano uniti dalla morte, come forse, in vita non erano mai stati, fiduciosi che il mondo si sarebbe preso cura del loro unico figlio.
Si strinsero ancora, per l'eternità, stavolta. Un tempo decisamente lungo, ma che per loro era abbastanza.
Per loro andava bene così.
Remus e Tonks, per la prima volta, toccarono con mano la felicità.
Perché consapevoli che Teddy era al sicuro e che, seppur lontano, viveva dentro di loro e loro nel cuore di Teddy.
Perché, come disse un amico, chi ci ama non ci lascia mai veramente.