12. Conosco narcotrafficanti meno tossici di lui

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"Tell me why are we wasting
 time on all your wasted
 crying, when you should
be with me instead.
 I know i can treat you
 better than he can"

- Shawn Mendes


Thomas

Tu sei il mio problema.
Oh, ma per favore, io dico che di problemi ne ha tanti di più.  

E' una vera fortuna che mi mangi le unghie, altrimenti sarebbero conficcate nel palmo della mia mano, stretto in un pugno che vorrei stampare sulla sua faccia da coglione.

Sono sempre stato molto fisico, ma non tollero davvero il modo in cui la stringe. Non parlo di gelosia, ma di semplice rabbia. E' chiaro come l'acqua naturale del supermercato che le sta facendo male. 

Cerco di scollarlo da lei, ma la mia mano scivola miseramente sulla sua schiena, quando lui la strattona a sé. 

«Cristo, lasciala stare!» impreca. 

«Potrei dirti la stessa cosa» sento borbottare appena da Meg, che si contorce nella speranza che lui allenti la presa sul suo braccio. Proprio grazie a quel gesto, riesce a liberarsi dalla stretta, per poi allontanarsi leggermente, massaggiandosi il polso.  

Faccio per avvicinarmi, ma qualcuno me lo impedisce. «Ehi!» Meg cerca di fermarlo, prima che un pugno si schianti sul mio viso, ma non riesce a precederlo. 

Un pugno soltanto per essermi avvicinato? Conosco narcotrafficanti meno tossici di questo tipo. 

Non perdo un attimo per ricambiare la gentile carezza non richiesta, dalla quale parte inevitabilmente una rissa. Il motivo sembra essere lo stesso dell'asilo: una ragazza, ma ora sono abbastanza maturato da capire che, fidanzati o no, non è così che merita di essere trattata. 

La vedo leggermente di traverso, mentre incasso il dolore del cazzotto appena ricevuto. Con una mano sulla fronte e una su un fianco, bisbiglia qualcosa. «Andiamo, smettetela, sembrate due animali...» sbuffa, avvicinandosi controvoglia. 

La sua strafottenza riguardo qualsiasi cosa riesce sempre a stupirmi. 

«Thomas, mettici più grinta!» grida Ethan, sbucando fuori da un albero, seguito da tutti gli altri, carichi di occhiatacce. 

«Chiudi quella bocca, testa di cazzo» la voce scocciata di Meg risuona nelle mie orecchie, facendomi quasi ridere. Peccato però, che mi distragga dai colpi di Bryent. 

Quando lei mette una mano tra me e lui, il coglione si alza leggermente, per poi spostarla bruscamente con un braccio. Cerco di prenderla ma cade strisciando contro un albero. Corro da lei senza pensare più a Ryan e cerco di capire dove si è fatta male. 

Ha un piccolo taglio sulla gamba e un graffio enorme sulla schiena. <<Meg, stai tranquilla ci penso io>> vedo Ryan avvicinarsi alle spalle di Meg e quando me lo ritrovo abbastanza vicino gli sferro un pugno sulla faccia facendolo cadere a terra.

Prendo in braccio Meg che dal dolore sicuramente non è in grado di farlo, la porto nella mia auto. Ethan e le altre sono già lì e non appena ci vedono, quella con i capelli rosa apre lo sportello del passeggero per farvi entrare Meg. <<Ahia cazzo, Thomas!>> per sbaglio le faccio sbattere la testa sullo sportello nel tentativo di sistemarla. Corro dall'altro lato dell'auto e una volta seduto metto in moto.

Il migliore amico di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora