13. Scusa

971 52 40
                                    

Giornata di merda in arrivo, lo capisco dalla sveglia, mai sentita così forte eppure il volume è uguale agli altri giorni.

Vorrei restare a casa con Bethany tutto il giorno ma devo andare a scuola, non voglio parlare con Ryan, o per lo meno, non voglio essere io a parlare per prima: mi deve delle scuse.

<<Ethan, mi presti il dentifricio? il mio è finito>> busso alla porta e quando alla terza volta non risponde decido di aprire. C'è Thomas, davvero strano, avrei giurato di averlo visto tornare a casa ieri sera. 

Vado in bagno cercando di non fare rumore perché ancora dormono e cerco il dentifricio di mio fratello in mezzo alla montagna di mutande che tiene sul lavandino. Che schifo, non è possibile avere mutande dappertutto, ovvero, non è possibile se non sei mio fratello... finalmente lo trovo sotto un paio di calzini, che ovviamente il suo cervello gli impedisce di spostare in un posto che non sia sopra il lavandino. Caso vuole che io ne combini una delle mie: per prendere il tubetto rovescio il bicchiere con lo spazzolino a terra e questo è di vetro! guarda un po', strano che abbia fatto casino, non mi capita mai.... 

Spero di non averli svegliati, non sento alcun rumore quindi dovrebbero ancora dormire. Vado verso la porta del bagno per uscire e non appena metto un piede sulla moquette di Ethan mi sento travolta da qualcosa e mi ritrovo a terra schiacciata <<Preso!>>, qualcuno accende la luce, mio fratello. <<Ma voi due siete pazzi!>> scosto Thomas che mi aveva letteralmente spiaccicata al pavimento e mi rialzo, <<Scusa, ma non è colpa nostra se alle quattro del mattino tu entri in camera mia e rubi cose dal mio bagno>> Ethan incrocia le braccia al petto, ma di che diavolo sta parlando? è ora di andare a scuola e loro avrebbero dovuto essere già svegli. <<Svegliati  deficiente, sono le sette!>> vado verso la porta ma vengo bloccata dalle parole di mio fratello: <<Veramente sono le 4:06... ehm... può darsi che io e Thomas abbiamo... >> 

<<Cambiato l'orario alla mia sveglia>> finisco incazzata.

Alzo il dito medio in modo ben visibile e torno in camera mia a dormire, sono solo due stupidi!

Quando suona la sveglia, quella VERA, mi alzo e riesco a prepararmi in fretta. Ho promesso a Beth che sarei andata a scuola con lei e non voglio fare tardi. 

Scendo in cucina a fare colazione; ho bisogno di cioccolato: è la mia ragione di vita.

Non credo mia madre se ne sia mai accorta, ma da quando ho 9 anni io, Ethan, Thomas e Beth abbiamo stretto un accordo: il terzo cassetto verso il basso della cucina ha il doppiofondo. Dal giorno del patto, una volta a settimana, ognuno va al supermercato e con la propria paghetta compra qualcosa al cioccolato. Solo noi quattro, per quanto ne so, conosciamo il contenuto del cassetto e solo noi quattro ne facciamo uso. Non c'è bisogno di dire che la coppia: Bethany e io, consumiamo due terzi della cioccolata se non tutta. 

Ne prendo un pezzo e cerco di mangiarlo senza diventare un dalmata intorno alla bocca.

<<Hai il ciclo, verginella?>> sarebbe finalmente arrivato il giorno in cui avrebbe smesso di chiamarmi così? no, mai. 

<<Il fatto che tu abbia scoperto che sono ancora vergine, non significa che tu possa chiamarmi così!>> mi giro e lo vedo, diamine! non ce l'ha una maglietta? 

<< Finché lo sarai continuerò a chiamarti così>> mi provoca e ci riesce.

 <<Scusa?>> solo ieri mi ha fatta sentire una merda perché credeva fossi andata a letto con Ryan e ora mi incita a farlo? <<Non eri contrario a ciò?>> incrocio le braccia al petto dopo aver finito il pezzo di cioccolato. <<Beh' dipende>> che significa "dipende"? giuro che se intende quello che sto pensando io, gli tiro una sedia in faccia. Che poi, no, non lo sto pensando, ovvero, forse sì, ma ora no. BASTA MEGAN! 

Il migliore amico di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora