𝓕𝓸𝓻𝓰𝓲𝓿𝓮 𝓶𝓮 ~7~

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Giorgio's pov.

Stavo malissimo, non riuscivo a togliermi dalla testa quello che era successo, o, meglio, che stava per succedere. Ero profondamente grato ai miei amici e ad Alex per il loro aiuto. Cico mi aveva spavento da morire, non volevo nemmeno immaginare ciò che avrebbe potuto farmi. In più tutto questo non mi aiutava per niente a riordinare tutto il caos che avevo nella mia mente. Avevo sempre creduto di essere etero, ma da quando avevo incontrato Alex non ci ho capito più nulla. Ha iniziato ad insultarmi, a prendermi in giro, a distruggere quel poco di autostima che avevo. Ma quando Cico picchiò Stre, mentre lui mi bloccava, per un attimo incontrai il suo sguardo. Percepii subito il suo disagio nel trovarsi in quella situazione scomoda, notai il modo in cui osservava il suo amico come per dirgli di smettere perché stava esagerando. E poi guardò me. Lì per lì mi gelò il sangue nelle vene al pensiero che potesse colpire anche me, ma ripensandoci capii che in realtà non stava facendo altro che scusarsi per avermi impedito di aiutare il mio migliore amico. Ciò che mi confondeva, però, era che, nonostante questo, tutto restò come prima. Avrei voluto odiarlo e invece mi ero innamorato e questo andava contro ogni logica. Eppure non riuscivo a smettere di pensare a lui, a noi, a come sarebbero potute andare le cose se non avesse iniziato a comportarsi in quel modo. Erano giorni che mi supplicava di perdonarlo ed io non sapevo più che fare. Si stava davvero impegnando e questo mi faceva parecchio piacere, ma c'era qualcosa che mi spingeva a pensare che dietro tutta quell'insistenza si nascondesse una motivazione diversa da quella che si ostinava a ripetermi ed io volevo ad ogni costo sapere qual era.

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Qualche giorno dopo, mentre tornavo da scuola, sentii qualcuno pronunciare il mio nome così mi voltai ritrovandomi di fronte Alex. Dopo esserci salutati, arrivò la fatidica domanda: <<Ci hai pensato?>>. Non risposi subito, riflessi attentamente su come poter riuscire ad ottenere l'informazione che desideravo. <<Sono disposto a perdonarti alla sola condizione di essere al cento per cento sincero con me, altrimenti puoi anche andartene>> affermai deciso. Ero certo che in questo modo avrebbe parlato, ci teneva davvero tanto a chiarire le cose con me, anche se faticavo a comprenderne il motivo. Deglutì, era chiaramente in ansia. <<E cosa vuoi sapere?>> domandò insicuro di voler sentire il continuo della conversazione. <<Cos'è che mi nascondi da quando quella mattina sei venuto a parlarmi da solo?>> e lui sbiancò. <<Se te lo dicessi tu ti allontaneresti ancora di più da me e non voglio che accada>> rivelò a testa bassa. Insistetti un po', ma, vedendo che non voleva cedere, provai un'altra tattica. <<D'accordo, allora me ne vado>> poi finsi di riprendere il cammino verso casa. Dopo pochi passi mi chiamò nuovamente. <<Senti io- Giorgio tu mi->> si bloccò <<Non c'è la faccio, scusa>>. Gli accarezzai delicatamente la guancia sinistra e gli dissi di stare tranquillo. <<Ti giuro che non me ne andrò, voglio solo sapere la verità>> conclusi cercando di dargli coraggio. <<Non trovo le parole giuste però c'è un altro modo per fartelo capire>> spiegò lui e, anche se non riuscivo a comprendere il completo significato di quelle parole, decisi di stare a vedere cosa aveva in mente.

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Alex's pov.

Ero nel panico più totale, prima di dichiararmi pensavo di diventare suo amico, guadagnarmi la sua fiducia, insomma, volevo agire diversamente. Ma ormai era fatta, dovevo dirglielo o avrei perso l'ultima occasione che avevo. <<Non trovo le parole giuste però c'è un altro modo per fartelo capire>> affermai senza nemmeno rendermi conto di ciò che stava per succedere. E così lo feci. Gli misi una mano sul fianco e l'altra la appoggiai dolcemente sulla sua morbida guancia avvicinandomi lentamente. Poteva sembrare strano che in così poco tempo fossi passato dall'odiarlo all'amarlo, ma, in questi ultimi giorni avevo capito che non l'avevo mai veramente odiato. Era la paura di non essere abbastanza che mi aveva spinto ad impormi di detestarlo. Pensavo che a quel punto si sarebbe allontanato da me impaurito, ma al contrario delle mie aspettative, mise entrambe le mani sul mio petto. <<Perdonami>> sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra. <<Baciami>> ordinò lui tenendo i suoi splendidi occhi socchiusi incastonati nel calmo azzurro dei miei. E così azzerai la poca distanza che ci separava. Dopo pochi secondi mi staccai, ma restai molto vicino al suo volto. <<Perché sei ancora qui?>> chiesi in tono pacato. <<Non hai paura che stia solo fingendo?>> continuai. <<Me ne accorgerei, capisco quando qualcuno mi mente>> fece una pausa <<Non sai quanto mi sono sforzato di disprezzarti ma più ci provavo e più mi faceva male l'idea di escluderti dalla mia vita>>. Lo strinsi più forte. <<Ti amo Giorgio>> <<Ti amo Alex>> e ci baciammo ancora e ancora. Una, due, tre, quattro volte, fino a perdere il respiro. <<Promettimi che non mi lascerai per motivi stupidi>> disse lui. <<Te lo prometto>> asserii prima di unire nuovamente le nostre labbra.

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