Capitolo 20

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Pov's Mal
È finalmente arrivato il giorno del processo, e sono in ansia totale; stanotte ho avuto un attacco di panico ma sono pronta ad affrontare mio padre.
Io, Margaret, William e Katrielle, l'assistente sociale, siamo già in tribunale e stiamo aspettando che inizi l'udienza.

"In qualità di giudice dichiaro che le accuse contro il signor Ade Souvlaki sono insufficienti e seppur Souvlaki abbia già dei precedenti penali è in grado di occuparsi della legittima figlia, Mal Bertha Souvlaki. Inoltre i signori Dixon non possono più tutelare la signorina Souvlaki in quanto già in custodia del padre. Queste condizioni cambieranno se e soltanto se, quando la signorina Souvlaki diventerà maggiorenne, vorrà tornare a vivere con la famiglia Dixon. L'udienza è chiusa." Il giudice batte il martello di legno sul tavolo e vedo mio padre, seduto in una panca a fianco alla nostra, sogghignare.
Esco dall'aula senza dire una parola ma appena sono fuori scoppio in lacrime tra le braccia di Margaret.
"Ma perché?! Perché devo andare a vivere con lui!" Urlo tra i singhiozzi.
"Mal, tesoro calmati. Ti prometto che potrai tornare da noi quando vuoi e che se hai bisogno noi ci siamo. Abbiamo fatto il possibile ma non sempre tutto va come previsto." Cerca di consolarmi Margaret ma niente può alleviare la sensazione che provo adesso.
"Il tempo di firmare due carte e dovrai fare i bagagli Mal, tuo padre passerà a prenderti nel pomeriggio. Andrai a vivere con lui in una cittadina un po' più lontano da qui; e non pianga...piangere non risolve nulla." Dice Katrielle con un tono apparentemente vacuo e sconfitto.

Stiamo uscendo dal tribunale e non oso rivolgere un solo sguardo a mio padre.
Mi si spezza il cuore a pensare di dover lasciare Evie, Rachel e Ben.

Tornata a casa non dico una parola mi fiondo con rabbia in camera mia e comincio a mettere le mie cose in valigia alla rinfusa; finisco dopo circa dieci minuti e presa dall'ira afferro la stessa valigia e la lancio contro la porta, ovviamente il contenuto si riversa fuori quindi sono costretta a rimettere tutto apposto un'altra volta.
"Mal, fare così non serve a nulla e poi avresti potuto rompere la porta ai Dixon!" Esclama Evie aprendo la porta.
Mi fermo e le lancio uno sguardo di puro odio.
"Per te è facile tanto tu resterai qui con loro a vivere una vita felice e spensierata, e io sarò costretta a ad andare a vivere con un uomo che a malapena conosco!" Sbotto.
Evie non dice nulla, mi aiuta a raccogliere le cose e scendiamo di sotto.

Il momento si avvicina, fra poco mio padre verrà a prendermi e lascerò i Dixon.
"Mal io ho...ti ho scritto una lettera ma preferirei che la leggessi quando arrivi a casa. Ti voglio bene." Rachel si avvicina a me con aria triste, mi consegna una busta e mi abbraccia, io ricambio l'abbraccio e saluto tutti.
"Mi mancherete tutti. Dico con le lacrime agli occhi.
Il signor Dixon e Margaret mi abbracciano, lo stesso fanno Evie e Ben.

*Suono di un clacson*

"Mi sa che devo andare. Ci...ci vediamo." Esco dalla porta di casa Dixon forse per l'ultima volta e, vedendo mio padre nella sua brillante auto gialla, metto la valigia nel cofano e mi siedo nel sedile vicino al guidatore.
Con un cenno della mano saluto la famiglia Dixon e Evie e mio padre esce dal parcheggio.

Siamo in viaggio da circa mezz'ora e io non ho aperto bocca.
"Te l'ho detto che vinco sempre...allora, sei felice di venire a vivere con me?"
"Non sto nella pelle..." Dico sarcastica.
"Andiamo...un po' di entusiasmo Mally!"
"Mi spieghi cosa vuoi? Hai sprecato tutto questo tempo per ottenere la mia custodia ma mai e dico mai in diciassette anni di vita sei stato presente. Non c'eri alla mia nascita, non c'eri quando ho mosso i primi passi e mi hai lasciata nelle mani di un mostro!" Esclamo con tono esausto ed esasperato.
"Senti lo so che non sono il miglior padre del mondo ma il giorno della tua nascita avevo un interrogatorio importante e tu non hai mica avvisato prima di venire al mondo; seconda cosa, non sono stato mai presente perché a diciotto anni non avevo la minima idea di quel che stavo facendo, ero un bambino che aveva generato un altro bambino e non avevo idea di come fare e non chiamare tua madre 'mostro', è grazie a quel mostro che tu oggi sei al mondo...io non ti volevo ma lei mi ha convinto a tenerti e a volerti bene...a modo mio." Risponde tenendo gli occhi fissi sulla strada di campagna che stiamo percorrendo.
"Io vivrò con te...ma con delle condizioni:
1. In qualunque casa stiamo andando tu troverai una camera dove io potrò dormire da sola.
2. Per nessunissimo motivo ti avvicinerai a me mentre dormo o sono sveglia.
3. Mi manderai a scuola.
4. Mi prometti che quando compirò diciotto anni mi lascerei andare."
Dico con voce ferma guardando la strada davanti a me.
"Ve bene. Lo prometto." Esclama lui e stavolta sembra serio.

Dopo alcune ore di viaggio passate in macchina a sonnecchiare arrivo nella mia nuova casa, non è male è un piccolo appartamento di un grande palazzo ma non è malandato.
"Ecco casa tua. Spero ti...possa piacere. Non è molto, sai ma...ecco...quella che avevo era forse un po' troppo...lussuosa." Dice imbarazzato seguendomi all'interno della casa.
Noto che la camera per me è presente e che mio padre sembra volermi chiedere qualcosa.
"Mal tu sei mai stata...fidanzata?"
"Io... Perché questa domanda?"
"È una domanda che i padri fanno, in genere. Non è vero?" Chiede.
"Non lo so, non ho mai avuto un padre." Dico decisa.
"Senti, devi rinfacciarmelo almeno dieci volte al giorno?" Chiede esasperato. "Tornando alla domanda di prima...hai mai avuto un fidanzato?"
"No ma..."
"Ma?" Insiste curioso.
"Ho avuto grandi...grandi esperienze."
"Tipo?" Mi guarda con uno sguardo un po' perplesso.
"Quando ero in riformatorio un ragazzo di nome Charles, che aveva diciannove anni, mi ha...ecco..." Faccio un segno che gli faccia capire di cosa sto parlando e poi proseguo: "Avevo tredici anni e ne sono rimasta traumatizzata."
"Mi dispiace..." Sembra sincero.

"Preparo la cena...ti chiamo dopo." Mio padre va in cucina e mette sui fornelli una pentola piena d'acqua mentre io vado nella mia nuova camera a sistemare le mie cose.
Mi mancheranno i Dixon...

Spazio autrice
Scusate l'orario di pubblicazione ma va così.
Spero vi piaccia,😉

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