Capitolo 1818

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E: non ti ha mai toccato il fatto che Tommaso fosse infastidito da Jacopo,ma stai male per non poter più parlare con lui.

G: cosa vuoi farmi dire mamma?

E: nulla che tu non senta,amore. - mi sorride - Ti sei fermata un secondo a pensare a perché gli hai dato quel bacio?

G: non sono stata io! È stato da parte di entrambi.

E: va bene,ma non è importante questo. Perché lo hai baciato?

Nel momento in cui mi ero ritrovata con le sue labbra attaccate alle mie,sono rimasta scioccata. Ho pensato a tutto quello che quel bacio avrebbe comportato e cambiato perché non avrei mai voluto che la nostra amicizia ne risentisse,ma in effetti... non avevo pensato minimamente a Tommaso.

G: io...

E: tu?

G: lui sa sempre farmi sentire sicura mamma. Mi da sempre forza e poi crede in me in ogni momento,anche quando non ci credo nemmeno io.

E: mi sembrano sensazioni famigliari.

G: Jacopo sa tutto di me: dai piccoli dettagli alle cose importanti.... Tommaso non conosce nemmeno il mio colore preferito.

Mi ritornano in mente le ultime parole che mi aveva detto oggi Jacopo,ovvero che Tommaso mi avrebbe ascoltata. Me lo ribadiva sempre che era solo un egocentrico e in effetti io so molte cose di lui,mentre a quanto pare a lui non interessa saperle di me.

E: penso sia questo quello che fa male a Jacopo amore: sapere che non sarai felice.

G: non so nemmeno cosa pensa di quel bacio. Mi ha detto che ha agito senza pensare.

E: beh la razionalità ci frena spesso a volte: se non glielo chiedi,non saprai mai cosa è significato per lui.

G: e se rovinassi davvero tutto? Se non potessimo più tornare ad essere amici come prima?

Tutte le mie paure,le mie preoccupazioni,vertevano a quello. Sono sempre stata disposta a sopportare le assurde "gelosie" di Tommaso solo perché sapevo che avrei avuto Jacopo. Può sembrare strano,ma un'ora senza di lui,in particolare con il pensiero di non essere più legata a lui come prima,mi ferisce più di ogni altra cosa.

E: e se invece fosse il contrario?

G: cioè?

E: se la vostra amicizia facesse un passo in più?

G: intendi...

E: sì. - mi sorride - Intendo proprio quello.

G: beh... non lo so.

È il momento che io la smetta di far finta di nulla: mamma ha ragione nel dire che provo qualcosa per lui. Forse l'ho sempre provato persino da quando ci siamo detestati all'inizio. Non credo sia l'amore con la A maiuscola come quello di mamma e papà,ma sicuramente è un legame importante che non posso lasciare andare via così.

E: sei giovane ancora amore,ma i rimpianti sono una brutta cosa. Devi seguire quello che senti sempre,anche se lungo la strada commetti degli errori o fai male a qualcuno.

G: non ho mai pensato a Jacopo in quel modo mamma... pensavo fosse come un fratello.

E: magari lo è,magari no. Non perdere l'opportunità di capirlo però,non per qualcuno che non ti fa essere chi sei davvero.

G: anche Jacopo me lo dice sempre.

E: lo fa perché ci tiene amore.

Ci scambiamo un tenero sorriso come tutte le volte in cui tra noi due c'è un bellissimo discorso a cuore aperto. Mamma sa sempre cosa dire in queste occasioni e inoltre sa sempre farmi stare meglio: mi ascolta e mi da consigli senza però giudicarmi.

G: proverò a chiamarlo domani sperando gli sia passata. Non mi risponderebbe adesso.

E: dici? - mi guarda in modo strano - Io non ne sarei così sicura.

G: mamma lo conosco: non mi ha nemmeno salutata come si deve prima. Ora è arrabbiato.

E: sarà... ti va di venire giù con me e papà un po'?

G: giù? Ma sono le undici.

E: e allora? Non devi alzarti presto,né andare a scuola. Vieni a farci compagnia.

Non capisco perché mi guardi in questo modo strano e tanto meno perché le sia venuto in mente di andare giù. Passiamo spesso le serate insieme,ma di solito verso una certa ora salgo per stare per conto mio e soprattutto non vedere le loro smancerie sul divano. Tuttavia forse dovrei farmi trascinare dalla loro positività e smetterla di crogiolarmi nella mia solitudine. Mamma si alza,prendendomi la mano e facendomi segno di seguirla.

E: prometto che io e papà non disturberemo.

G: pochi sbaciucchiamenti?

E: pochissimi,anzi nessuno.

G: nessuno non ci credo,ma mi basta uno ogni tanto.

Alzo gli occhi al cielo nella speranza che mantenga la promessa,ma le stringo la mano e mi alzo. Mamma,prima di uscire,mi abbraccia forte dandomi anche un bacio tra i capelli. La seguo,scendendo rapidamente le scale,ma quando i miei occhi raggiungono il salotto,non vedono solo la figura di papà. Seduto sul divano accanto a lui,c'è anche Jacopo. Facciamo giusto in tempo a mettere i piedi a terra,che mi volto verso mamma.

G: mamma!

E: scusa per non averti detto nulla.

G: quando ti hanno chiamato?

B: sono stato io tesoro. Non ci voleva un genio a capire che avevate litigato.

Jacopo stava per dirmi qualcosa,ma papà lo ha preceduto. Non mi stupisce che abbiano voluto fare qualcosa,perché se potessero mi darebbero la luna,ma mi infastidisce un po': non vorrei che Jacopo si sia sentito obbligato a venire per rispetto verso i miei genitori.

E: credo che dobbiate parlare tesoro.

G: avremmo potuto farlo domani o dopodomani. Non dovevate farlo venire qui a quest'ora.

B: come se fosse la prima volta che rimane qui.

Papà mi guarda con un piccolo sorrisetto e mamma gli fa anche da spalla. In effetti Jacopo passava tanto tempo a casa nostra ed era rimasto a dormire molte volte da noi,visto che abbiamo le stanze per gli ospiti. Cerco lo sguardo di Jacopo che finalmente non mi evita,ma anzi sembra leggermi nel pensiero.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 10Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora