14.

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Eryn si guardò allo specchio del bagno; aveva i capelli arruffati e si sentiva come se fosse stata appena investita da un camion. Gli effetti potevano essere quelli, così aprì lo specchio, mentre la sua immagine riflessa scompariva, e prese delle pillole che potevano aiutarla con quel terribile mal di testa.

Sentiva la testa pesante, come se fosse legata ad un grosso macigno che tentasse di trascinarla giù. Sperava davvero che quella pillola riuscisse a risolvere quel problema, e che sarebbe caduta in un profondo sonno prima che il sole sorgesse.

Così scese al piano di sotto, dirigendosi in cucina e riempiendo un bicchiere d'acqua per mandare giù la pillola. Stava per tornare al piano di sopra e nel suo confortante letto, ma sentì dei tonfi sordi arrivare dalla porta d'entrata. Uno. Due. Tre colpi secchi. Eryn si voltò a guardare l'orologio appeso alla parete e si accorse che erano le quattro del mattino. Aggrottò le sopracciglia, non immaginando chi potesse essere a quell'ora, e si avviò alla porta. Poggiò una mano sulla superficie di legno, si alzò sulle punte dei piedi per arrivare allo spioncino e, tutto ciò che riuscì a vedere, furono dei capelli neri disordinati che potevano appartenere ad una sola persona. Eryn chiuse gli occhi, poggiando la fronte alla porta e sospirando, dandosi un secondo e poi l'aprì.

-Zayn.- sussurrò, incrociando le braccia al petto e guardandolo accigliata.

Zayn alzò lo sguardo, poggiando la mano sinistra al lato della porta e caricando tutto il suo peso su questa. Aveva gli occhi arrossati, i capelli arruffati e la puzza di alcool si sentiva anche da quella distanza.

-Sei ubriaco?- gli domandò lei, spalancando gli occhi.

-Forse... un pochino.- disse sorridendo e indicando una piccola quantità con il pollice e l'indice.

Era visibilmente ubriaco da far schifo. -Cosa ci fai qui?- ancora un'altra domanda, che lui ignorò bellamente.

-Io... avevo solo...- le parole erano biascicate, trascinate e quasi incomprensibili. -sei così... bella!- disse poi, allungando la mano verso di lei e poggiandola sulla sua guancia.

Eryn sgranò gli occhi, ma non si mosse di un solo centimetro. Quel gesto così dolce, delicato e inaspettato le fece gonfiare il petto, mentre il cuore martellava contro la gabbia toracica che minacciava di cedere sotto una tale sollecitazione. Il cuore sembrava volerle uscire dal petto, fare un triplo salto mortale e poi tornare al suo posto. Lasciò che quella tenera carezza incendiasse il suo viso, mentre violenti brividi le percorrevano la spina dorsale. Non avrebbe dovuto cedere ma le gambe erano molli e sembravano non farcela più a sostenere il peso del suo corpo, così si lasciò andare per un solo istante. Chiuse gli occhi, beandosi di quel tocco leggero sulla sua guancia, un tocco che irradiava calore da quel punto e arrivava fino dietro la nuca. Era così bello, così maledettamente perfetto quel semplice tocco, ma doveva riprendere possesso del suo corpo.

Poggiò la sua piccola mano su quella grande di Zayn, e la spostò delicatamente. -Come sei arrivato qui?- gli domandò, inchiodandolo con il suo sguardo curioso e di rimprovero.

Zayn, in tutta risposta, mise la mano nella tasca dei suoi jeans e ne fece uscire un mazzo di chiavi, sventolandole avanti agli occhi sgranati della rossa.

-Sei venuto in auto? Ma sei per caso impazzito?- con un gesto veloce e approfittando del fatto che l'alcool avesse compromesso le sue facoltà celebrali e, di conseguenza i suoi riflessi, gli strappò le chiavi dalle mani e le nascose dietro la sua schiena.

Il moro la guardò, prima aggrottando le sopracciglia e poi scoppiando in una fragorosa risata. Era dannatamente bello e attraente mentre infilava la lingua tra i denti e stringeva gli occhi, mandando la testa all'indietro e perdendo quasi l'equilibrio. Era lui quello ubriaco, eppure mentre lo guardava ridere in quel modo sentiva la testa più leggera e il mondo che la circondava diventare sempre più sfocato. Forse era la medicina o il mal di testa. O semplicemente lui doveva smetterla di comportarsi in quel modo e mandargli in pappa il cervello.

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