10. ESSERE NULLA

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Jughead.

È possibile che mi vada tutto male?

Che non ci sia niente nella mia vita che mi dia motivo di sorridere?

Sorridere davvero, intendo.

<Jugheaddd?!> e ora che cazzo vuole?
Mi alzo dal letto e corro da mio padre. Magari è successo davvero qualcosa, mi sembra preoccupato.

<Papà, dimmi> è disteso con le braccia e le gambe aperte sul divano con una bottiglia di birra in mano, ormai vuota.

Non esco da camera mia da un po', quindi mi guardo un po' intorno per esaminare la situazione: bottiglie di birra sparse in ogni angolo del salone. La tv accesa su un canale che trasmette un documentario sulle balene. Le tende sono chiuse e anche le finestre. Quasi non si respira.

<Ho finito la birra. Me ne vai a prendere un po' al supermercato figliolo?> questo mi prende per il culo.

<Papà ma sei serio?! Perché invece di bere giorno e notte non cominci a fare l'uomo e a riunire la tua cazzo di famiglia?!> urlo contro di lui.

Sono esaurito. Basta. Non ce la faccio ad andare avanti.

Cerco di pensare a come e quando la mia vita si sia fatta così schifosa.

Forse quando JB e mia madre se ne sono andate la prima volta. O forse quando se ne sono andate la seconda. O forse quando è morto mio nonno, la persona più importante della mia vita.

Sì, ora che ci ragiono la mia vita si è distrutta dopo quell'avvenimento.

Entro in camera e prendo la foto di nonno che tengo incorniciata sopra il mio letto.

Me l'ha regalata lui. Dietro alla foto ha scritto una dedica: ogni volta che sto male me la leggo.

Caro Jug, tieni duro. La felicità arriva quando meno te lo aspetti. Vedrai che nel momento più opportuno si farà avanti. Asciuga le lacrime e cammina a testa alta. -Nonno.

Me l'ha scritta prima di morire.

Io avevo solo 12 anni. E lui era consapevole di essere in fin di vita mentre io sono sempre stato tenuto all'oscuro da tutto. Dopo la sua morte il mio cuore si è spezzato e la mia vita è andata a farsi fottere.

<Mi manchi nonno.> sussuro come se lui fosse qui con me.

Ma non c'è. Non c'è nessuno. Non ho nessuno. Non più.

Mia madre e Jellybean non torneranno. Mio padre non si rimetterà. Non rivedrò più mio nonno. E questa cosa mi uccide.

Devo vederlo. Voglio vederlo.

<Ora arrivo nonno.> mi avvicino velocemente alla finestra.

La luce accesa di una stanza della casa davanti alla mia blocca i miei pensieri suicidi.

Per un secondo rimango imbambolato a guardare.

A guardarla.

Non so perché, ma sorrido. Cerco di capire con chi stia parlando la principessina che mi abita di fronte.

Com'è che si chiama?
Betty Cooper, sì.

Chissà se è stato mio nonno a farle fare questa telefonata che mi sta distraendo...

Incontro il suo sguardo: il suo viso incorniciato dai suoi bei capelli biondi, che le ricadono sulle spalle, e quegli occhi verdi che mi stanno esaminando, la rendono perfetta.

Di nuovo, sorrido. Di nuovo non so il motivo.

Ma la sua perfezione non ti irritava?

Ehm, certo, si si.. Lei mi irrita.

Mi rimetto a letto e spengo la luce.

Cos'ha fatto per distrarti?

Nulla.
Non ha fatto nulla.

Eppure, quella biondina del cazzo, credo che mi abbia appena salvato la vita.

_____

Chissà quando si incontreranno realmente Betty e Jug! 🤷🏻‍♀️
Noi non lo sappiamo eh! ;)
Ciao, a dopo!
-S🌻

Distant - Bughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora