1. Una direzione

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Quella mattina a Wembley la folla sembrava impazzita e impaziente. Ragazzi e ragazze di tutte le età e da ogni parte del Regno Unito aspettavano il loro turno fuori dagli studi televisivi in cerca, forse, di qualcosa di nuovo che desse una scossa alle loro vite e partecipare ad un programma come X-Factor sembrava un buon pretesto per raggiungere un obbiettivo così alto.
In mezzo a quel tornado di gente c'era chi aspettava in fila per prelevare il proprio numero, chi cantava per buttar fuori un po' d'ansia o, semplicemente, per far scorrere più in fretta quel tempo che sembrava passare più lento del solito.
Si potevano notare i gruppetti di ragazzi che si confrontavano e si scambiavano opinioni e arte, chi invece, con in mano una chitarra, improvvisava duetti e cori. Quella folla così amplia e piena di vita, era un mix di talento, passione e diversità.
Quella folla ancora non lo sapeva, ma stava aprendo una strada lunga e tortuosa, piena zeppa di emozioni che sarebbero state indelebili.
Tra tutta quella gente 5 ragazzi ignari, stavano andando incontro al proprio destino, ognuno di loro si trovava nel posto giusto e al momento giusto, i giochi potevano iniziare.
Nascosti dentro un gruppo di persone un po' più alte di lui, si potevano intravedere i ricciolini folti e un po' capricciosi di Harry Styles, un ragazzino di soli 16 anni, attento ad ascoltare la performance improvvisata di una ragazza un po' più grande di lui. Il suo sorrisino laterale, che era un po' un marchio di fabbrica, quel giorno era più pronunciato del solito.
Era quasi mezzogiorno quando la fila aveva iniziato a scorrere più in fretta e , a quel punto, il riccio, sentiva la pressione addosso, iniziava ad essere consapevole del fatto che tra poche ora si sarebbe dovuto esibire difronte a tutto il paese, non che non fosse abituato a cantare per un pubblico, era già salito molte volte su un palcoscenico insieme al suo vecchio gruppo, ma questo risultava diverso, anzi lo era in tutto e per tutto, sarebbe stato da solo, e di certo con un pubblico assai più amplio.
3 bottigliette d'acqua, era tutto ciò che era riuscito a mettere nello stomaco, non era riuscito a fare colazione quella mattina, "Ansia da prestazione, ti chiude la fame." si era giustificato così con sua madre, che era sempre premurosa, e saltare la colazione non era di certo un fatto che gli scivolava addosso.
Vedendo il suo turno per prelevare il suo numero avvicinarsi, aveva iniziato a ringraziare qualcuno lassù perché la prima cosa che avrebbe fatto una volta dentro sarebbe stata sicuramente trovare un bagno.
Arrivato allo sportello aveva consegnato i suoi dati alla ragazza seduta che, di rimando, gli aveva lasciato una fascia con un numero inciso sopra, raccomandandolo di attaccarla alla maglia. Harry obbedì e dopo aver superato lo sportello si era diretto all'interno degli studi televisivi. La sua ammirazione era palese, tutto era amplificato, gli spazi, le sensazioni. Tutte le sue prospettive erano nettamente inferiori alla realtà che stata vivendo in quel preciso istante.
Ritornando in sé, dopo aver osservato quell'amplio spazio colmo di persone, era riuscito a focalizzare un uomo che, dall'abbigliamento, sembrava lavorare nello staff del programma, colse quindi l'occasione per chiedere informazioni.
Si era avvicinato facendosi largo con le braccia, ripetendo "scusi" innumerevoli volte.
"Le posso chiedere un'informazione?" L'uomo notando il ragazzo si era abbassato leggermente per poter capire meglio le sue parole che venivano sovrastate dal ronzio di tutte le altre voci chiuse in quella stanza.
Harry avvicinandosi al suo orecchio disse "I bagni. Vorrei sapere dove posso trovare i bagni."
"Certo. Lungo quel corridoio" rispose l'uomo indicandolo con un dito. "Superalo e poi gira a sinistra, li trovi appena svolti l'angolo." Harry lo aveva ringraziato con un sorriso e subito si era precipitato verso quel corridoio che sembrava così lontano con tutte quelle persone da superare.
Attraversando il corridoio, si guardava intorno, non riusciva a crederci che lo stava facendo davvero, guardava sempre il programma alla tv, e adesso era la, dentro quegli studi alla ricerca di un bagno. Gli sembrava tutto assurdo.
Svoltando l'angolo, come gli era stato detto poco prima, Harry aveva notato una serie di porte messe in fila e alcune persone che aspettavano proprio là davanti, trovando poi quella del bagno maschile si era precipitato ad aprirla, con la fretta di chi sa quanto valga un secondo in più.
Aperta la porta Harry era andato a scontrarsi con la spalla di qualcuno, facendolo girare bruscamente. Un "Oops" era uscito dalle sue labbra, mentre la sua mano in modo automatico si era appoggiata alla spalla dello sconosciuto, in segno di scuse.
"Hi" Aveva risposto quest'ultimo con un sorriso allegro mentre afferrava il braccio di Harry. Harry aveva notato i suoi occhi blu e il suo sorriso laterale si era ripresentato. I due si era ritrovati in pochi secondo faccia a faccia a sorridersi senza l'imbarazzo di non conoscersi. In quei pochi secondi, Harry, si era reso conto che il suo battito cardiaco era leggermente aumentato e tornato regolare poco dopo.
"Mi dispiace, è stata colpa mia, andavo di fretta." Si era giustificato il riccio. "Oh, tranquillo, è tutto ok."
Il ragazzo occhi blu continuava a guardare Harry senza perdere il sorriso, sostenevano entrambi lo sguardo ed Harry poteva giurare dal modo in cui aveva iniziato a sentire quell'ondata di calore, che le sue guance stavano iniziando a diventare di quel rosa che spiccava sulla sua carnagione chiara, così senza pensarci due volte si era allontanato facendo dei piccoli passi all'indietro "Oh, bene, io dovrei...Ahmm vado al bagno" aveva detto senza riuscire a trovare parole diverse da quelle, ma alla fine cos'altro avrebbe potuto dire?
Il ragazzo dagli occhi blu si era limitato a fare un cenno con la testa prima di uscire da quei bagni e chiudere la porta alle sue spalle. Quello scontro/incontro aveva in un certo senso reso quella giornata, per quanto ancora possibile, molto più interessante. Infatti, quegli occhi blu erano rimasti nella mente del riccio per qualche minuto prima di fare spazio ad altri pensieri.
"Harry, ma dov'eri finito? Tra poco tocca a te è da tre ore che ti cerco."
Avvicinandosi a sua madre Harry si era reso conto di essere corso via
senza neanche avvisare e perdendola di vista. "Lo so, mi dispiace, avevo un'urgenza." Si limitò a dire.
"Beh sei pronto?" Sua madre sembrava più agitata di lui, e forse lo era, o probabilmente Harry era più bravo di lei a nasconderlo.
Passata una mezz'oretta Harry e sua madre si ritrovarono dietro il palco ad aspettare che il riccio venisse chiamato ad esibirsi, quando arrivò il suo turno, Anne, diede al figlio un enorme bacio per dargli la carica giusta.
Salito sul palco Harry si presentò ai giudici e iniziò a cantare "Isn't she lovely" di Stevie Wonder, il pubblico applaudiva mentre i giudici rimasero impressionati dalla voce del ragazzo, soprattutto per la sua giovane età. 2 si 1 no. Questo era stato il verdetto finale, ma non importava di quel no ad Harry perché gli bastava la maggioranza per portarlo direttamente alla fase successiva del programma.
Harry era rimasto soddisfatto dalla sua esibizione e ancor di più sua madre, che lo accolse con un abbraccio quando il ragazzo scese dal palco. Dei ragazzi vicino a lui, in attesa del loro turno si complimentarono ed Harry non poteva essere più contento ed orgoglioso di cosi.
"Ehi, la tua voce è incredibile." Quel suono familiare fece voltare Harry, e quel blu ricoprì ancora una volta la sua mente. "Quindi ti chiami Harry? Io sono Louis." Il ragazzo occhi blu aveva ancora quel sorriso stampato sulle labbra, uno di quei sorrisi che ti contagiano l'allegria. Harry si passò una mano fra i capelli per spostare un riccio che non stava al suo posto. "Grazie Louis, tu ti sei già esibito?"
"si, sono passato anche io, credo che ci rivedremo anche la prossima volta, però prima di andare mi devi firmare un autografo, sono sicuro che diventerai famoso, devo avere le prove che ti ho conosciuto prima che ti perda di vista." Harry si mise a ridere, il modo così semplice con cui il ragazzo riusciva ad approcciarsi con lui gli faceva dimenticare per alcuni attimi che fosse un totale sconosciuto.
Louis prese un fogliettino e una penna che erano appoggiati su una delle casse di ricambio e le passò a Harry, facendogli capire che che poco prima non stava affatto scherzando. Harry scosse la testa sorridendo mentre firmava quel foglietto.
"Wow, il mio primo fan!"
"E come fan pretendo anche una foto."
Senza neanche dare il tempo ad Harry di protestare, Louis accese la fotocamera del suo cellulare e in pochi secondi scattò la foto con il riccio. Entrambi sorridevano, Louis mostrava i denti mentre Harry inarcava le labbra verso un solo lato, come faceva solitamente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 10, 2020 ⏰

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