Apro gli occhi. Vedo un muro.
La mia vita dovrà ricominciare da quest'immagine: fissa, statica.
Sono Yole, ho 16 anni e frequento il secondo anno al liceo classico: la mia vita da settembre duemilaquattordici deve cambiare. Cambio scuola, città, compagni: cambio tutto.
Nella vita mi sono ritrovata davanti situazioni che non sono riuscita a gestire, e di cui preferirei non parlarne.
Sono le sette del mattino: mi alzo, faccio colazione, mi lavo i denti, mi vesto, saluto mamma e mio fratello Eddy. Per la prima volta nella mia vita uscendo dal portone di casa non trovo più mio padre che mi aspetta con la moto per accompagnarmi a scuola.
Sono a Napoli, a circa duecentotrenta chilometri da Roma, la mia vecchia casa.
Cerco di capire quale sia la strada da fare tramite il GPS rotto del mio iPhone: dopo un po' capisco che la scuola sia in realtà più vicina di quanto mi immaginassi. Da casa mia arrivo allora a Piazza Carlo III: ci sono tante, troppe persone.
Aspetto sola mentre ascolto una canzone di Sia, sperando che siano tutti almeno un po' gentili con me.
Dal nulla mi ritrovo un ragazzo alto, con occhi che più scuri non ne avevo mai visti prima d'allora, i capelli ribelli e un sorriso stampato sulle labbra. Mi toglie una cuffia dall'orecchio e inizia a parlare:
"Hey! Tu devi essere Yole, la ragazza nuova, giusto? Quella di Roma."
"Sì, sono io. Tu invece sei..."
"Scusami non mi sono subito presentato: mi chiamo Lorenzo Fanti."
"Piacere, Yole Mannini."
Iniziò a guardarmi con occhi dolci, come se si sentisse triste per me. E continuò:
"Sono in classe con te quest'anno, e volevo iniziarti a presentare qualcuno, se ti va naturalmente."
Rimasi spiazzata: non credevo che fossero tutti così gentili qua.
"Certo, mi farebbe un sacco piacere."
"Va bene, allora seguimi."
Proprio in quel momento suonò la campanella, e insieme salimmo le scale.
Il liceo "Martino Boggia" non era così tanto male a dirla tutta. Era tutto molto storicoin quella scuola: le scale, i muri, le aule. Tutto sembrava essere uscito direttamente da un film in bianco e nero.
Una volta in classe cercai di capire dove dovessi sedermi e Lorenzo mi indicò una sedia dietro di lui, al secondo banco vicino la finestra. Iniziarono allora ad entrare un po' di ragazzi: non sembravano stupiti, ma contenti.
"Yole vieni, ti presento Ettore Semi, un mio caro amico."
Ettore era quel tipo di ragazzo con gli occhi chiari e dolci che sapeva bene come spezzare i cuori alle ragazzine, gli si leggeva in fronte.
E allora io: "Piacere, Yole Mannini"
"Yole, quella di Roma, giusto?"
"Vedo che qui già mi conoscete tutti." Dissi ridendo.
"Sai, in questa scuola le voci girano abbastanza velocemente," disse Ettore "siamo in pochi, e ci conosciamo tutti"
Improvvisamente entrò in classe una ragazza bionda, con due trecce che le scendevano in avanti sulle spalle. Appena mi vide, iniziò lenta a camminare verso di me: "Bene, bene, bene." A dirla tutta mi faceva un po' paura "Occhi verdi, capelli rossi, fisico perfetto direi... tu devi essere quella di Roma, giusto?"
Intervenne Lorenzo: "Yole ti volevo presentare Olivia... la mia ragazza."Olivia continuava a guardarmi con un'aria di sfida.
Risposi: "Piacere Yole Mannini." Le porsi la mano.
Guardò la mia mano, poi mi riguardò in faccia. Dal nulla si mise a ridere e mi abbracciò.
"Non ce la faccio a fare la stronza," si staccò "io sono Olivia Russo, era tutta una messa in scena, io non sono così, te lo giuro."
Ancora non riuscivo a capire.
Ettore vedendomi sconvolta mi schiarì le idee: "Era solo uno scherzo, per giocare, siamo fatti così, però Olivia è davvero la ragazza di Lorenzo."
Io risposi: "Va bene, ci sono cascata, avete vinto."
Entrò a quel punto il professore di storia e ognuno andò ai propri posti.
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Lyceo
Teen FictionUna ragazza si trasferisce a Napoli dopo una serie di eventi che le hanno cambiata la vita. Cambia scuola, cambia vita, cambia tutto. Nuovi amici, nuovi amori: è questo che Yole dovrà affrontare