Capitolo 2

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«Non ti stanca mai tua sorella?» chiese Mina tranquillamente, giocando con la sua treccia corvina. Era così orgogliosa e gelosa di quei morbidi capelli, lisci come la seta e neri come la notte, che in diciassette anni li aveva tagliati davvero poche volte, solo per farli respirare. Non amava i cambiamenti. La sua stanza era identica a come l'aveva arredata a otto anni quando, per la prima volta, vi aveva messo piede. Ricordava ancora bene la stanzetta piena di mobili di seconda mano della casa in cui era nata, e quella ne era una riproduzione fedele: il letto, un baldacchino principesco posto al centro, identico a quello visto in uno dei suoi cartoni preferiti; le ante dell'armadio, di un grazioso rosa antico, erano in realtà una porta verso un'altra stanza, in cui teneva tutti i suoi vestiti, le scarpe, le borse, i gioielli; il finestrone, alto quasi a toccare il soffitto, si apriva su un grazioso balconcino pieno di fiori, con vista sulla piscina. Accanto, bianca come la luna, una toletta con dozzine di cassettini con dentro ogni genere di prodotto per il make-up, nonostante le piacesse poco truccarsi come un clown. Erano per lo più regali delle sorelle Smith, riposti lì ad ammuffire. A Mina piacevano i rossetti, di ogni genere. Ne aveva centinaia, anche se preferiva optare sempre per il suo Chanel rosso fuoco. E le piaceva truccare gli occhi con una leggera linea di eye-liner e tanto mascara, per renderli ancora più profondi.

La stanza era piena di polaroid, attaccate al muro tramite corde infinite. In quelle foto, tutta la sua vita: Andrew, i suoi amici, la famiglia. Per qualsiasi occhio ignaro, rappresentavano la vita perfetta. Nessuno conosceva Mina davvero, nemmeno quelli che pensavano di esserle amici. Soltanto Micol. Ma Micol era, ormai, soltanto una comparsa nella vita della reginetta del ballo. Troppo normale e troppo buona, per essere una presenza fissa.

«È mia sorella» rispose ingenuamente Nicole, come se fosse ovvio. Mina odiava la remissività dell'amica. Un'accondiscendenza così fastidiosa da renderla, ai suoi occhi, detestabile. Sapeva, tuttavia, di poter parlare tranquillamente con lei, anche della sorella. Nicole era a conoscenza del pensiero di Mina su Wilma, eppure non sembrava turbarla.

«È odiosa» rincarò, un cenno di disapprovazione negli occhi scuri dell'altra. «Come puoi sempre assecondarla? Come puoi non arrabbiarti mai?» chiese ancora, sinceramente interessata alla risposta.

«Lei lo fa per me, ne sono certa. Mi vuole bene, anche se non è brava a dimostrarlo». La mora dalle iridi bicolore alzò le spalle, esausta. Da anni provava a far aprire gli occhi a Nicole, da anni i risultati erano deludenti. Nonostante la sicurezza, iniziava seriamente a perdere ogni speranza. Lasciò quindi cadere il discorso, iniziando a dedicarsi al trucco per la serata. L'estate era ormai agli sgoccioli e i ragazzi di Moonlight non volevano farsi sfuggire nemmeno una delle feste organizzate dal Mirror nella residenza estiva della discoteca, nonostante le remore dei genitori.

«Stasera non verrà, comunque. È con Steve» aggiunse, consapevole che Mina ne sarebbe stata lieta. A dispetto del carattere pacato e remissivo, poco incline alla discussione, a Nicole non sfuggiva nessuna dinamica del gruppo. Era un'ottima osservatrice, bravissima a capire le persone e i rapporti che le legavano. Mina sorrise appena, senza sembrare troppo sfacciata. Era pur sempre la sorella, quella che aveva di fronte.

«Tra te e Steve come vanno le cose?» Improvvisamente riemersero i dubbi di Mina su Steve e il suo rapporto con le Smith.
Nicole la guardò confusa, così Mina decise di essere più esplicita e formulare a parole ogni sua incertezza. Una risata sonora invase la stanza. Risata così contagiosa che travolse presto anche la moretta, sempre attenta a non lasciarsi troppo andare. Nicole giurò a Mina che tra lei e Steve non c'era mai stato niente, aggiungendo che a stento lo sopportava. Mina non faticò troppo a crederle, non diceva bugie, soprattutto a lei. Questa conferma, comunque, le fece tirare un sospiro di sollievo. Considerava Nicole troppo intelligente per vederla tra le braccia di uno come Steve.

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