capitolo 5

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Quella telefonata Gaara non la fece mai. Al contrario ne ricevette sette in quella notte che lo costrinsero a prendere il primo volo disponibile per il Giappone. Lasciò giusto un messaggio privato a Sakura, prima di salire sull'aereo e cercare, in quelle ore di volo, di recuperare il sonno appena perduto.

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[parto ora per il Giappone, non so quanto rimarrò. Assicurati che l'azienda vada avanti come sempre, lascio tutto nelle tue mani fino a quando arrivo io o qualcuno al mio posto. Quando torno dobbiamo parlare di Madara]

Era passata una settimana da quando le aveva mandato quel messaggio, e poi era sparito nel nulla. Non che lei gli avesse risposto o altro. Aveva eseguito perfettamente gli ordini del suo capo, restando anche tutta la notte in ufficio qualche volta, per aiutare i suoi colleghi e far fronte ai nuovi problemi che si erano presentati. Due giorni l'incontro con Madara, una delle aziende concorrenti aveva sviluppato un drone super silenzioso e in grado di mimetizzarsi perfettamente con l'ambiente. Questo portò ad un interessamento da parte dei loro clienti più importanti e di conseguenza ad un calo di vendite non indifferente. Ma questo era solo l'esordio di una serie di "invenzioni" che avevano iniziato a minare pesantemente alla loro economia. E tutto era successo all'improvviso, come l'apparizione di quell'uomo dagli occhi rossi. Sakura nel giro di pochi giorni aveva faticato a prendere in mano alla situazione e spronare la sezione di progettisti meccanici a sviluppare modelli di spionaggio ancora più sofisticati. Ma nonostante tutti i suoi sforzi, la concorrenza iniziava a pesare sulle loro teste. Oltre tutto l'autore di tutti quei fantasiosi ed efficaci marchingegni era sempre nelle prime pagine e aveva un volto familiare. aveva cercato più e più volte l'aiuto di Rasa invano, poiché anche lì avevano riscontrato gli stessi problemi

Sakura rilesse più volte quel messaggio durante la settiana, per essere sicura di aver letto bene e che quel nome non fosse un'allucinazione dello xanax che aveva preso anche poco prima. Si rigirò tra le coperte e si trovò a guardare la finestra; era mattino, il sole stava sorgendo e l'aria iniziava già a scaldarsi, segno che la primavera iniziava a cedere il passo all'estate.

Si alzò dal letto con il cuore che le batteva forte, sospirò rumorosamente prima di entrare in bagno e concedersi una calda doccia rilassante. Uscì dal bagno avvolta dall'accappatoio per poi dirigersi in cucina e prepararsi la colazione. Fece tutto questo molto lentamente, per dare il tempo al corpo di rilassarsi e forse, dietro una tazza bollente di caffè, ragionare su quello che era successo quella sera.

"non che ci sia molto da ragionare; Madara è uno svitato, sempre con la voglia di dominare su tutto e tutti con prepotenza e quella finta aria da persona perbene. Per di più la partenza di Gaara mi sta' mettendo ansia. Sicuramente qualcosa è successo per farlo partire a notte fonda verso casa"

Prese il computer dalla sala e se lo mise sulle gambe nude, l'accappatoio lo aveva lasciato in cucina ed era rimasta solo con l'intimo addosso. Lesse velocemente le mail personali, e tra queste ce ne era una di Ino. Aprì la mail e cliccò sul link che l'amica le aveva inviato.

Ino in quei giorni era diventate indispensabile per lei, poiché lei era stata la prima e l'unica a sapere del suo passato, e adesso che Madara era tornato, era preoccupata quanto lei su quello che stava succedendo. La chiamava spesso, anche durante il lavoro per sapere come stava, e soprattutto nell'aggiornarla sulle novità del mercato.

"non si smentirà mai... ogni volta che mette un piede fuori da quel posto rivolta il mondo come un calzino..."

Appena lesse le prime righe di quella mail confidenziale dello stato le si gelò il sangue. Continuò a leggere il testo fino in fondo, finché non rimase senza fiato. Da quel che aveva capito, prima che le lacrime iniziassero ad uscire prepotenti, Madara aveva dato il via al suo progetto più ambizioso, il controllo totale sulle persone. E lo stava facendo con un metodo che lei aveva sperimentato in prima persona. Ma la cosa più inquietante e che quel progetto portava il SUO nome.

TSUNDEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora