Giorno 5

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Sinceramente pensavo fosse il quarto; ma va beh.
Che dire?

Oggi pausa in ufficio, fuori un tempo di merda e L ansia è come una pugnalata allo stomaco.
Quello stomaco che si sta ingrossando, sto prendendo peso; "bene" dirà qualcuno, non è così.
Ma oggi non mi va di parlare di questo.
In realtà ormai non mi va più di parlare molto un generale.
Mi sento morire ed ora pensò solo "ancora 4 settimane"; buffo a tenermi in vita alla fine è questa "quarantena".
Il tempo di tornare alla normalità, e non avrà più senso continuare.

Perché 4 settimane?
Beh, perché c'è un progetto un qualcosa, un qualcosa che forse segnerà la fine di tutto.

Ho tanta paura di ritrovarmi sola.

Insomma, quanta gente va da uno psichiatra senza problemi?
Ma, io ho paura. Ho paura di trovarmi a fronteggiarlo da sola, come la psicologa, ho paura di non riuscire a parlare.

Ma credo che sta volta mi porterò dietro il mio quaderno.
Ho iniziato a scrivere nero su carta, forse nella speranza che lasciandoli in giro lui li legga; che vada oltre il "perché scrivi ancora?"

Io non posso farne a meno, non ora.
A combattere sola, solo nere parole, su un pallido sfondo sanno darmi conforto.
Non importa della mia brutta faccia, rossa dal pianto e gocciolante.
Non importa ai fogli di essere bagnati.
Un lascito.
Un ricordo.

Sono sempre così stanca.
Sempre più spaventata, e non credo di aver mai tenuto così tanto di restare sola.

Per ora credo sia tutto, ma perché sto diventando ripetitiva e sconnessa.

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